Nonostante la sanità resti uno dei temi più caldi del dibattito politico in Trentino, le cose non sembrano andare così male. Ai riconoscimenti nelle classifiche nazionali, si aggiunge il riconoscimento indiretto dei Nas. Le verifiche a tappeto fatte in questi giorni nei pronto soccorsi, anche in orario notturno, hanno dato tutte esito negativo: nulla da segnalare.
D. Roat, "Corriere del Trentino", 20 gennaio 2017
Le immagini dei malati a terra, curati su materassi gettati sul pavimento, hanno indignato tutta l’Italia. Lo scandalo dell’ospedale di Nola, che ha scritto una nuova pagina di malasanità, ha fatto scattare l’emergenza in tutto il Paese. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha ordinato controlli a tappeto negli ospedali. Dalla Sicilia al Trentino. E così è stato.
Blitz a sorpresa anche nelle ore notturne. Ma i pronto soccorsi trentini sono stati tutti promossi: da Tione a Trento. Hanno superato la prova dell’ispezione dei militari dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma di Trento. È una notizia anche questa. Dopo gli scontri sui punti nascita, arriva una risposta positiva alle polemiche sulla sanità trentina e a chi, forse un po’ insofferente, ha fatto le pulci sulle lunghe attese al pronto soccorso, alle prese con codici rossi, gialli e verdi. Per non parlare dei bianchi, sempre troppi. Molti stranieri, non abituati forse al medico di base, tendono a rivolgersi al pronto soccorso anche per problematiche non gravi. Per i carabinieri è tutto a posto anche su questo fronte, nonostante il numero degli accessi sia comunque importante.
Solo nel pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto dal primo gennaio al 13, giorno del blitz dei carabinieri, ci sono stati 1.522 accessi, quasi 120 al giorno. La stagione è favorevole, tra picchi influenzali e incidenti sciistici. In media all’anno, solo all’ospedale Santa Chiara di Trento, si contano tra i 140-150.000 accessi. I carabinieri dal 13 gennaio scorso a ieri, giorno in cui hanno effettuato l’ultima ispezione al pronto soccorso di Arco, hanno ispezionato Trento, Rovereto, Tione, Borgo, Cavalese e Cles. Non è stato trovato nulla, neppure una violazione.
Capita raramente che i carabinieri del Nas non trovino almeno una piccola irregolarità, invece questa volta i pronto soccorsi trentini hanno superato la prova a pieni voti. In mano ai militari c’era una lunga lista di dieci punti, ritenuti critici, da controllare. Hanno effettuato una serie di verifiche approfondite sulla gestione organizzativa, i parametri strutturali, numero di posti letti, accessi e tempi di attesa dei pronto soccorsi. Sono state passate al setaccio anche attrezzature medicali, specialità medicinali, sono state controllate anche le custodie dei farmaci e gli armadietti, inoltre sotto la lente sono finiti la gestione organizzativa del pronto soccorso e i posti letto. I militari hanno verificato i tempi di attesa che dipendono molto dal numero di accessi. I problemi di sovraffollamento del pronto soccorso degli ospedali in questo particolare periodo dell’anno, in concomitanza con il picco influenzale, hanno toccato anche il Trentino, ma il surplus di accessi non ha portato, secondo il Nas, al collasso della gestione del servizio. Le strutture e l’organizzazione, anche negli ospedali maggiori, come Trento e Rovereto, hanno retto.
Ma anche gli enti che gestiscono le Rsa del Trentino possono dormire sonni tranquilli. I carabinieri del Nas di Trento stanno passando al setaccio tutte le case di riposo. Sono state controllate diverse strutture in provincia e alcune di queste, tra cui le Rsa in val di Non, sono state ispezionate anche nei giorni festivi, come la vigilia di Natale e Santo Stefano, periodo in cui il personale, solitamente, è ridotto notevolmente. Al momento non sono stati riscontrati problemi nè sul fronte dell’assistenza agli ospiti e neppure per quanto riguarda la gestione delle cucine e dei farmaci. I controlli proseguono.