Asse Trento-Bolzano su ateneo e mobilità

Priorità, progetti futuri, obiettivi di consiliatura: polo tecnologico, recupero dell’areale ferroviario e costruzione di un nuovo quartiere, investimenti in cultura per Renzo Caramaschi; Prg, capitale italiana della cultura, smart city e beni comuni per Alessandro Andreatta.
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 20 gennaio 2017

 

 

Sul piatto i sindaci delle due città capoluogo mettono l’università come possibile terreno di collaborazione, assieme a cultura, mobilità e promozione congiunta. Ma il sindaco di Bolzano avverte: «Mentre noi parliamo di collaborare, in Alto Adige si propone di abolire la Regione — osserva — se si facesse un referendum, gli altoatesini si sbarazzerebbero dei trentini, perché in Trento vedono l’Italia, un Paese che non offre quelle certezze cui il mondo tedesco è abituato e verso il quale c’è sempre più insofferenza».

Insomma, secondo Caramaschi «la forza di mantenere la Regione è determinante per il Trentino». E il primo cittadino si spinge ancora più in là, sostenendo che «le competenze legislative delle due Province sono eccessive per una popolazione di 500.000 abitanti». In altre parole, c’è troppa autonomia: «E si è ridotta all’abitudine di modificare le leggi a seconda del piacimento dell’uno o dell’altro gruppo — incalza — oggi si va al traino delle norme nazionali: si aspetta che siano emanate e poi le si epura delle cose che danno fastidio». Così declinata, l’autonomia è «poco rispettosa», ridotta com’è alla «capacità di adattarsi ai propri egoismi».

«Troppo difensivistica» e «troppo poco promozionale», invece, a parere di Andreatta, è l’idea di autonomia che trapela dalle Province verso l’esterno: «È un errore grave — sentenzia — perché ci sono cose belle a partire dalle quali possiamo risalire la china e rendere meno rischioso il futuro». Nell’elenco il sindaco di Trento inserisce «Dolomiti energia, una società nata dai due Comuni di Trento e Rovereto e divenuta la quinta multiutility in Italia, la Fondazione Bruno Kessler, la Protezione civile, il bar al buio itinerante di Irifor». Il faccia a faccia organizzato ieri da L’Adige ha messo in evidenza i progetti che i due sindaci hanno elaborato per la propria consiliatura, che per entrambi si concluderà nel 2020: il polo tecnologico per Bolzano, i cui lavori dovrebbero concludersi fra marzo e aprile, la costruzione del nuovo quartiere sui terreni recuperati dall’areale ferroviario (un’operazione da più di un miliardo di euro), la circonvallazione (da 400 milioni), l’impegno nella valorizzazione delle «nuove forze che arrivano dall’immigrazione». Andreatta cita il Prg, vera e propria «occasione di ripensamento della città», la scommessa su Trento capitale italiana della cultura, sulla smart city e sui beni comuni.

Esclusa da entrambi la sanità, l’università è la pars construens all’interno di un possibile percorso di collaborazione: «Per studiare l’emarginazione, le frammentazioni eccessive senza collegamento all’interno della società — propone Caramaschi — gli atenei potrebbero impegnarsi per suggerire alle pubbliche amministrazioni provvedimenti da attuare per evitare lo sfilacciamento della società». «Perché non pensare a collegamenti in senso culturale, ad esempio fra le stagioni liriche dei due capoluoghi, rendendoli attrattivi attraverso la mobilità, studiando delle misure come l’abbonamento per i trasporti valido su tutto il territorio provinciale che esiste in Alto Adige?» suggerisce Andreatta, che cita anche le farmacie comunali e la promozione. E se al sindaco trentino piacerebbe intraprendere la strada di uno «status più particolare o specifico» per la sua città, viste le complessità che si trova ad affrontare e i servizi che offre ai cittadini di tutta la provincia, Caramaschi rifiuta l’idea, perché una «sovrastruttura legislativa che dia un riconoscimento alla città capoluogo in realtà già si supera nei fatti». Ultimo capitolo, i suggerimenti di Caramaschi al Trentino: «Potrebbe copiare la rete diffusa dal capoluogo alla periferia di artigiani e piccole e medie imprese; deve fare attenzione a dipendere dall’esterno, come succede ora, in tema di rifiuti, perché è pericolosissimo; sul fronte del turismo o fieristico è più indietro: ma non imiti l’Alto Adige, cerchi di essere se stesso».