Un esame vero e proprio. Prima l’ esposizione, poi un’interrogazione. E’ quello che aspetta oggi a Roma il sindaco Alessandro Andreatta e la task force che lo accompagnerà, alle 15, al ministero della cultura. Sul piatto la scelta finale della città che sarà nominata capitale della cultura del prossimo anno: e Trento#2018 si presenta come un comitato super agguerrito di dieci persone.
"Trentino", 11 gennaio 2017
La new entry nel gruppo, oltre ai nomi già anticipati, è quella del vicepresidente del Mart, Matteo Lunelli, a sua volta personaggio di prima grandezza del panorama industriale. Insomma la città, ma nella sua espressione ben più ampia di quella puramente territoriale, si stringe attorno ad un progetto di respiro molto ambizioso.
Sindaco, oggi si mette un mattone pressochè definitivo sulla candidatura della città. La scelta verrà comunicata il 31 di questo mese. «Sì, va detto che questa candidatura per Trento è stata un’opportunità e non una casualità. Lo ribadirò anche alla commissione ministeriale: stiamo portando avanti un discorso che era iniziato nel 1999, con la programmazione strategica di questa città. Il piano sociale, il piano del turismo, solo per citarne alcuni. Dunque ci si muove in un solco che viene poi attualizzato. Noi ci possiamo proporre come la città del Concilio di Trento che ha saputo poi, in tempi più recenti, fare da ponte nei confronti dell’Europa. Siamo la città aperta, del confronto. La dimensione europea ci è cara e fa parte della nostra identità. Vi è poi un secondo punto che voglio esporre alla commissione ministeriale».
A che cosa si riferisce sindaco? «Al fatto che abbiamo operato delle trasformazioni su alcune realtà urbane di Trento e su alcune aree industriali dismesse. La dove c’era la Michelin abbiamo negozi, appartamenti, ma anche un enorme parco, segno distintivo della qualità della vita. Il tutto contrassegnato da due grandi “manufatti”, così come li chiama Renzo Piano, come il Muse e la nuova biblioteca. Un’area caratterizzata da grande qualità della vita e da segni di notevole valenza culturale».
Proprio in questi giorni potete mettere in fase esecutiva il cambiamento di un’altra zona della città. «Infatti, là dove sino al 1969 c’era il vecchio ospedale della città ora c’è il conservatorio, l’auditorium e e presto sarà riattata, pensano a spazi per giovani e per la cultura, l’ex sede della facoltà di lettere. Insomma una spazio quello del S.Chiara segnato da questa vocazione culturale che, però, sarà anche giovanile. E qui c’è un passaggio ulteriore».
Ci può dire quale? «Nel nostro disegno di città c’è quello di una cultura che per Trento diventi sempre più anche generatrice di un indotto economico. Questa è una sfida di cui si parla molto, anche a livello nazionale, e che noi abbiamo presente. Questi sono gli aspetti principali per cui debbo ringraziare chi ha lavorato in questi otto mesi, con in testa l’assessore alla cultura Andrea Robol e la direttrice del nostro servizio Clara Campestrin». Con il sindaco ci saranno il presidente della Provincia Ugo Rossi, Paolo Collini, rettore, Andrea Zanotti, professore all'Università di Bologna, Maurizio Rossini, a.d. di Trentino marketing, Michele Lanzingher, direttore del Muse, Matteo Lunelli, vice presidente del Mart e presidente di Cantine Ferrari. E poi Clara Campestrini, Giovanna Marinelli e Nina Però di Pts Consulting, che ha affiancato il Comune nella predisposizione del dossier. La giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, è composta da Francesca Cappelletti, Franco Iseppi, Cristina Loglio, Giuseppe Piperata, Giovanna Pugliese e Alberto Sinigaglia.