L’attivismo dei sindaci civici - pronti a scendere in campo cercando alleanze in vista delle elezioni provinciali 2018 - fa già litigare il Pd, verrebbe da dire. Da un lato c’è il segretario provinciale Italo Gilmozzi che apre al dialogo con gli amministratori delle liste civiche, dall’altra c’è la capogruppo Dem in consiglio comunale a Rovereto, Luisa Filippi, che nello stesso giorno critica il sindaco Francesco Valduga, che dei civici è l’esponente di punta.
C. Bert, "Trentino", 7 gennaio 2017
Colpevole - spiega - di pensare più alle prossime elezioni provinciali che a gestire la seconda città del Trentino.
Ma al Trentino Filippi è andata oltre la dimensione roveretana: «Questo non è civismo - ha detto parlando della rete dei sindaci - è un gruppo con tanti volti prevenienti dal centrodestra e pochi dal centrosinistra. È un modo di rifarsi una nuova identità, ma senza dire cosa pensano dei grandi temi»
Non la pensa affatto così un’altra Filippi, Elisa, renziana della prima ora e roveretana anche lei, membro dell’assemblea provinciale del Pd e della direzione nazionale del partito. «Delle dua l’una: o il civismo è localismo in quanto privo di una visione politica, oppure è esattamente il tentativo di costruzione di una visione politica a partire dall’esperienza locale». Filippi entra poi sul caso Rovereto: «Non vi è dubbio che su specifici temi amministrativi possano confrontarsi considerazioni anche diverse, ma dobbiamo riconoscere che oggi a Rovereto non esiste sul piano politico un “antagonismo pregiudiziale». «Come non vedere che sulle grandi sfide del nostro tempo, dai temi della crescita e del lavoro alla gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo, fino al tentativo di riforma costituzionale, il sindaco Valduga stia offrendo un contributo interessante e coerente con un percorso riformista quanto più distante da facili populismi?».
«Come ricordato da Gilmozzi, considero che l’impegno per il Pd sia di coltivare un dialogo a partire dai temi concreti anche con le coalizioni civiche, per la strutturazione di un progetto riformista». Ma nel Pd trentino le opinioni divergono: «In sei mesi il Pd non ha mai affrontato il tema degli scenari politici in vista delle elezioni del 2018, non c'è mai stata una riflessione, nessuna deliberazione. E oggi – dichiara al Dolomiti il capogruppo provinciale Alessio Manica – devo leggere sulla stampa di questa corsa alla corte di Valduga. La coalizione che ha messo assieme attraverso un forzato annullamento delle differenze politiche non mi sembra un bell'esempio da tenere in considerazione»