Un Trentino leggermente più popolato (807 persone in più, per un totale di 538.223), con meno stranieri (-3,3%) per effetto della crisi economica e un conseguente calo del tasso di fecondità. Nel complesso, una popolazione che si mantiene fra le più giovani d’Italia e che ha nelle malattie del sistema cardiocircolatorio e nei tumori le principali cause di morte, rispettivamente per femmine e maschi.S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 16 dicembre 2016
L’annuario statistico 2015, pubblicato dalla Provincia, fotografa il territorio in tutti i campi della società: diminuiscono gli studenti universitari trentini e gli iscritti all’ateneo locale, la disoccupazione è al 6,8% e ci sono elementi positivi degni di nota. I trentini, inoltre, sono più felici, più soddisfatti per economia, salute, relazioni.
Demografia
Una provincia composta da 274.953 femmine e 263.270 maschi. Sono i primi dati, riferiti al primo gennaio 2016, contenuti nell’annuario numero 34. I nati, riporta l’indagine, sono stati 4.836, 26 in meno del 2014. Venendo meno l’apporto alla fecondità dato dalle donne straniere, in particolare africane, cala il tasso di natalità, che arriva a 9 nati ogni mille abitanti. Nel 2005 era il 10,4%. L’età media delle donne al parto è 31,8 anni, superiore alla media nazionale di 31,6.
L’emigrazione copre il 10% delle cancellazioni anagrafiche e corrisponde a 1.609 individui. Di contro, le acquisizioni di cittadinanza aumentano (+1.236). Gli stranieri diminuiscono di 1.638 unità, attestandosi sulle 48.466 unità. Il tasso di natalità degli stranieri residenti è più del doppio di quello degli italiani. La mortalità è molto bassa.
Speranza di vita
L’incremento del tasso di mortalità (da 8,9 a 9,4 per mille abitanti) ha ridotto di 0,2 anni la speranza di vita della componente femminile (85,9 anni). Quella maschile si attesta a 81,4 anni (+0,1). L’invecchiamento è una tendenza confermata. Tuttavia, la popolazione trentina si mantiene tra le realtà regionali più «giovani».
Le malattie cardiocircolatorie causano il 34,1% dei decessi, i tumori il 30,7%: questi ultimi sono il motivo principale di morte per i maschi. Nel mirino le patologie a trachea, bronchi e polmoni. Si nota un aumento generalizzato dell’età del decesso.
Povertà e soddisfazione
Gli effetti della crisi economica persistono. La quota di famiglie a rischio povertà copre il 10,2 per cento, quella dei nuclei gravemente deprivati è pari al 5,1%. A livello nazionale sono 19,9% e 11,5%. Si innalza però il livello di soddisfazione per la vita quotidiana. La situazione economica è considerata buona dal 68% delle famiglie. Bene anche la percezione per salute, tempo libero e relazioni con gli amici. Il 93% dei trentini è soddisfatto dei rapporti familiari.
Meno studenti
Il numero di alunni, per effetto del calo della natalità, scende dello 0,2%. Gli iscritti totali dalle materne alle superiori sono 88.276. Significativa la flessione nell’anno accademico 2014/2015 degli studenti trentini iscritti all’università (meno 3,3%, a quota 12.891). Coloro che studiano fuori provincia sono il 44,8% del totale, in continua crescita. L’anno prima erano il 42,4%. In diminuzione anche gli iscritti all’università di Trento: 16.235 nel 2015/2016, l’1,9% in meno. Calano soprattutto a Scienze cognitive, aumentano al dipartimento di ingegneria industriale. Il dipartimento che registra la quota maggiore di studenti trentini è Lettere e filosofia, dove sono il 52%, mentre a Giurisprudenza c’è il dato più basso (23%).
Economia dinamica
Gli indicatori fotografano un mercato del lavoro in miglioramento. La disoccupazione giovanile passa dal 27,1 al 23,6 per cento. Il livello del Prodotto interno lordo è tornato ai livelli del 2006, quello italiano ai livelli del 2000. L’export è passato da 1.356 a 1.406 milioni di euro.
La provincia di Trento figura al primo posto per startup (125 ogni 10 mila abitanti). I consumi arrivano a 3.330 Gigawattora (+3,1%) trainati dal fabbisogno produttivo in agricoltura, industria, terziario. Crescono la produzione di uva e le colture biologiche (8 mila ettari, +23%). Nel sistema turistico, i pernottamenti sono stati 30,2 milioni. Si riduce la permanenza media degli ospiti.
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