Democratici, prove d’intesa. Il segretario vuole allargare «Altrimenti non rimango»

I due schieramenti del Pd trentino si stanno parlando e sembrano aver trovato una traccia di intesa. Elisabetta Bozzarelli, anima della minoranza, è soddisfatta per l’apertura promessa da Italo Gilmozzi. «O si riparte insieme o non ha senso che rimanga» sono le parole attese dal segretario nell’assemblea provinciale di questa sera. «Durante le vacanze, è stato pattuito, ci troveremo per elaborare una proposta politica assieme» afferma la coordinatrice cittadina.
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 16 dicembre 2016

 

La concessione però rischia di essere solo teorica e di non riguardare l’organizzazione.

L’assemblea provinciale, alle 20.30 nella sede del partito, in via Torre Verde, potrebbe riservare sorprese. La minoranza, guidata da Bozzarelli, ha messo nero su bianco una proposta per la gestione unitaria, che parte dalla necessità, ravvisata dall’area, di intervenire sui punti deboli dei dem (come la presenza territoriale) prima che sia troppo tardi. «Siamo per una ripartenza del partito senza divisioni» afferma la coordinatrice cittadina che ieri sera ha visto Gilmozzi in consiglio comunale a Trento. «Dopo il referendum il dibattito va aggiornato. Ci sono una serie di punti da affrontare: la rivitalizzazione dei circoli sul territorio, ad esempio, e l’avvio dell’elaborazione della proposta politica per il 2018».

Il quadro, si sa, è in movimento. Il partito a livello nazionale attende l’assemblea di domenica per capire le intenzioni di Matteo Renzi e l’eventuale congresso. L’esito del referendum e lo scossone delle dimissioni, con il cambio al governo, ha messo in fibrillazione il quadro locale. La tregua garantita nella stessa mozione di maggioranza, che a sua volta è il risultato di un accordo tra diverse anime, aveva finora «congelato» i democratici trentini. Ma la situazione non può durare.

Nonostante le dichiarazioni diplomatiche di Bozzarelli, il quadro tracciato all’interno della minoranza è severo. La situazione dei circoli è definita di «emergenza»: il partito, sul territorio, esiste poco, peraltro solo nei centri maggiori, e in diverse zone è inesistente. Nominalmente i circoli sono numerosi ma sono pochi quelli davvero in attivi. Il Pd, si mormora, manca in val di Non, nelle Giudicarie è incarnato dal solo Gigi Olivieri, in Valsugana non incide. È attivo solo a Riva del Garda, a Trento, a Lavis, a Rovereto dove però non è esente da conflitti.

Per l’area occorre agire innanzitutto incaricando una persona all’altezza per il rilancio nel territorio. La questione si intreccia con la richiesta, sottotraccia, dell’azzeramento della segreteria nominata recentemente da Gilmozzi, che avrebbe scontentato anche i suoi sostenitori, vedi Olivi, Zeni, Sara Ferrari. La minoranza vorrebbe un team di 3-4 persone, con un responsabile specifico per i circoli.

Al segretario però non risulta la richiesta. «Il momento è importante e delicato — afferma —, ma più che di bisogno di un rilancio parlerei di un’attività continua che è in corso e non si è mai fermata», nota Gilmozzi rispondendo alle critiche dei colleghi. «L’esito delle urne non è stato positivo neanche in Trentino, è vero. Ma è presto per capire quali risvolti ci sono».