L’ordine del giorno approvato dalla Cgil nazionale in seguito all’assemblea generale dello scorso settembre lo sottolinea a poche righe dalla fine del documento: il sindacato invita a votare «no» in occasione del referendum, «ferma restando la libertà di posizioni individuali diverse di iscritti e dirigenti, trattandosi di questioni costituzionali».
E. Ferro,"Corriere del Trentino", 25 novembre 2016
È in questo contesto, dunque, che Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil del Trentino, esprime il suo orientamento di voto a favore del «sì»: «Perché il superamento del bicameralismo indifferenziato è un risultato migliorativo — spiega — Da trentino, inoltre, ritengo che la riforma sia positiva per la nostra autonomia». Non è tutto bianco o nero, però. «Resto un regionalista convinto — aggiunge Ianeselli — dunque nutro alcuni dubbi sulla nuova modifica del titolo V: la tensione è stata sulla centralizzazione di alcune competenze, mentre sarei stato più favorevole a un maggiore equilibrio fra Stato e Regioni».
A prevalere, tuttavia, sono le ragioni dell’autonomia: «Da trentino non posso fare a meno di notare le opportunità che ci riserva la riforma Renzi-Boschi — osserva — perché prevedendo per le speciali la sospensione delle modifiche al titolo V fino alla revisione dello Statuto e in attesa di trovare l’intesa fra Stato e Provincia, ci dà la possibilità di continuare a essere laboratorio di innovazione sociale». E se è vero che le modifiche proposte non vanno a centrare direttamente le questioni riguardanti il lavoro, è vero anche che la clausola di salvaguardia «chiama in causa le questioni relative alla tutela del lavoro e alle politiche attive, alla costruzione di un welfare avanzato che in questi anni grazie all’autonomia siamo riusciti a mettere in campo e che la riforma ci consente di continuare a sviluppare». E se secondo la Cgil «la semplificazione del procedimento legislativo che si voleva ottenere con il superamento del bicameralismo perfetto è vanificata dalla moltiplicazione dei procedimenti previsti a seconda della natura del provvedimento in esame», per Ianeselli «il superamento c’è, perché Camera e Senato non faranno più la stessa cosa e la fiducia sarà votata solo dalla Camera. Mi sembra un risultato migliorativo, anche perché si cerca di raggiungerlo da trent’anni». E la centralizzazione delle competenze legislative e dei poteri decisionali? «Non mi sembra si intervenga sul governo, la forma rimane quella parlamentare, è il Parlamento ad accordare la fiducia al governo — conclude Ianeselli — chi ne parla probabilmente si riferisce al combinato disposto con la legge elettorale, ma non è questo l’oggetto del prossimo referendum».