TRENTO. Oggi in città si corre. Ma non si scappa come spesso devono fare le donne vittime di violenza. Finalmente si corre per sentirsi più libere, più forti e, in questo caso, anche per sensibilizzare la popolazione della città. Oggi infatti si celebra a Trento la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (ufficialmente si celebra il 25 novembre) e otto città italiane si uniscono per sostenere questa causa, in una corsa solidale che vuole coinvolgere tutti, uomini e donne, grandi e piccini.Linda De Carli Donatello Baldo, "Il Dolomiti", 20 novembre 2016
Al via oggi erano in tanti e tante, e tra mille palloncini rossi c'era anche la campionessa olimpionica Francesca Dallapè. Il colore rosso predomina su tutto, infatti i partecipanti erano stati invitati a indossarlo come simbolo di adesione. Il percorso di 5 chilometri, da correre o da camminare, si è snodato attraverso le vie del centro storico. Una gara non competitiva partita dai giardini di piazza Dante, e al traguardo la felicità non sarà stata soltanto di chi lo taglierà per primo o per prima ma di tutti quelli e quelle che credono che un mondo senza la violenza sulle donne sia di certo un mondo migliore.
Una piazza colorata di rosso, un insieme di persone di tutte le età, di tutte le religioni: in piazza anche le donne musulmane a dimostrazione che la volontà di contrastare questo triste fenomeno della violenza sulle donne è trasversale e che su questo fronte tutte le donne sono unite. Ai lati della piazza i gazebo delle associazioni che in Trentino si occupano di questa importante tematica e che assistono e sostengono le donne che a loro si rivolgono.
Il nome di questa iniziativa è WIRun, Women In Run, e alla gara hanno partecipato in tanti. L'assessore Luca Zeni, provetto runner che di solito scala di corsa i sentieri di montagna, oggi ha indossato pantaloncini e maglietta non per vincere ma per partecipare a questo momento di sensibilizzazione che non ha coinvolto soltanto le donne ma anche molti uomini. Tra la folla pronta al via anche la presidente della Commissione Pari opportunità Simonetta Fedrizzi, la Consigliera di parità Eleonora Stenico, il presidente dell'Arcigay Paolo Zanellae di Arcilesbica Giada d'Andrea.
Ma anche la dirigente della questura Anna Schiralli, Antonella Chiusoledell'Agenzia del lavoro, Claudia Loro della Cgil, Claudia Merighi dei Laici del Trentino, Barbara Poggio del Centro interdisciplinare di studi di genere dell'Università di Trento.
Ma non poteva mancare l'assessora provinciale alle Pari opportunità Sara Ferrari, in piazza Dante con tutta la famiglia:“Posso dire in tutta onestà che la nostra è una realtà all'avanguardia se confrontata con i valori nazionali ed europei. In Trentino si registrano il maggior numero di denunce: qui infatti le donne si sentono più protette a denunciare il partner violento, proprio perché le istituzioni cercano di tutelarle il più possibile. Il numero elevato di denunce per violenza rispetto alle altre realtà regionali – afferma l'assessora – è dovuto proprio alla maggior forza delle donne trentine e alla fiducia che nutrono nelle istituzioni e nelle associazioni che si prendono cura di loro”.
“Io non sono qui da sola – continua Sara Ferrari – con me c'è anche mia figlia”. Questo perché il contrasto alla violenza deve trasformarsi anche in un messaggio educativo e radicalizzarsi anche nelle nuove generazioni, nelle bambine e nei bambini che saranno le donne e gli uomini di domani.
*questo articolo è stato realizzato con l'importante contributo di Linda De Carli, una studente del liceo Prati che a ilDolomiti.it svolge l'alternanza scuola-lavoro
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