Atti vili, che non fermeranno gli sforzi, compiuti da oltre 40 Comuni, per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Ma anche il percorso per il loro inserimento sociale. Che ha portato, in alcune realtà virtuose come Baselga di Piné, persino a contratti di assunzione degli “ospiti” in alcune attività economiche locali. L’assessore provinciale alle politiche sociali Luca Zeni non ha nessuna intenzione di cedere a ricatti. Anzi.
L. Marognoli, "Trentino", 17 novembre 2016
E neppure la popolazione trentina, che sta dimostrando con i fatti di essere per l’inclusione sociale.
Assessore, nonostante l'atto vandalico, la casa di soggiorno sarà comunque usata per l'accoglienza delle donne? Certo, ci mancherebbe. Noi avevamo in programma di inviare lì le ragazze la settimana prossima. Abbiamo già fatto l'incontro con la popolazione, condiviso il progetto con i sindaci e le associazioni… Quindi proseguiremo come da programma.
A Soraga la situazione era diversa: non era ancora noto se i profughi sarebbero stati ospitati dall'albergo oggetto del primo attentato... Anche a Soraga non cambierà nulla. Prima del fatto avevamo concordando con i sindaci di verificare se si trovava una serie di appartamenti. Un certo numero è stato individuato. Dobbiamo verificare gli aspetti tecnici e poi decideremo, ma i tempi sono ravvicinati.
Lei si spiega che origine possano avere questi atti? Non ho elementi per dirlo. Credo però che siano atti di persone isolate e vili, perché non hanno il coraggio di protestare a viso aperto. La comunità trentina è altra cosa.
Che tipo di risposta si aspetta dagli abitanti? Quella che già nell'incontro di giovedì ci ha dato: di una comunità magari per certi aspetti preoccupata ma disponibile a fare la propria parte perché questa accoglienza si trasformi in un momento di interazione autentico e di coinvolgimento.
C'è stato qualcuno che ha espresso contrarietà dettate da un’idea preconcetta sugli stranieri? Sì, c'era un gruppo del Veneto, che non c'entrava nulla ma che era venuto a dire che i profughi vanno respinti, ma mi pare abbia ottenuto l'effetto opposto. E c'era chi, tra i residenti, aveva manifestato preoccupazione, come è comprensibile. Però abbiamo visto che nei Comuni ospitanti, già più di 40, sono molti gli esempi di integrazione autentica, di solidarietà e volontà di coinvolgimento.
Gliene viene in mente qualcuno? Il più noto è quello di Baselga di Piné, che ospita più di venti persone, un numero importante. Inizialmente era stata manifestata preoccupazione, ma oggi è diventato un esempio di integrazione forte con questi ragazzi, molti dei quali hanno trovato opportunità lavorative.
So che c'è chi lavora alla pasticceria Serraia, ad esempio. Sì, anche in un bar e da un meccanico, che io sappia. Altri sono stati messi a fare la pulizia delle strade e altre attività dall'amministrazione locale.
I richiedenti asilo possono essere stipendiati, vero? Va fatta una distinzione. C'è chi fa volontariato, appunto, aiutando nelle case di riposo o tenendo corsi di inglese per i trentini. Chi partecipa a tirocini, che prevedono venga corrisposta una somma attorno ai 300 euro per un'attività di formazione lavoro, somma detratta poi dal pocket-money. Ma i richiedenti possono anche lavorare normalmente, se riescono a trovare un impiego: anche in questo caso l'introito viene decurtato dei 30 euro al giorno destinati all'accoglienza. Osserviamo una richiesta, da parte loro, di trovare impiego, perché hanno interesse a costruirsi opportunità per il “dopo” e a camminare con le loro gambe.
«Nessuna divisione: Lavarone è compatto»
LAVARONE L’attentato incendiario ha scosso l'intera cittadinanza ed in primis i leader sia istituzionali che politici, uniti più che mai per fronteggiare questo momento che non si presenta facile. Paradossalmente da un evento negativo, definito sconvolgente, nasce una unità stretta fra il sindaco Isacco Corradi e il capo dell'opposizione Claudio Stenghele, sostenuti dalla presidente della Comunità Cimbra, Nicoletta Carbonari. «Spero vivamente - afferma Carbonari condannando l’episodio - che non si tratti di gente del posto. Difronte ad un momento non facile c'è bisogno di unità che nascerà fra tutti i responsabili del Comune di Lavarone».
Alla casa delle Suore Elisabettine Corradi e Stenghele si presentano assieme per esprimere concetti di unità e solidarietà. «Il progetto prosegue e nessuno si piega ai fatti della notte scorsa - inizia il sindaco - Non è messo in discussione l'arrivo delle ospiti, tutto procede come deciso. In questo frangente operiamo fianco a fianco e sostenuti anche dall'opposizione di Claudio Stenghele che ho voluto fosse presente a questo incontro e che ha accettato di esserci proprio per dimostrare indiscussa unità». Fa eco subito Stenghele: «Non c'è più maggioranza o minoranza, in questi casi esiste solo Lavarone unito e compatto. Siamo seriamente e fortemente impegnati a vivere questo momento solo come comunità, senza distinguo. E’ il momento di superare ogni divisione senza mettere in discussione il fatto di accettare le profughe nigeriane. In questi frangenti serve unità e bisogna agire come un sol uomo per ricostruire e ricucire le fratture nate nella società» Prosegue il sindaco Corradi: «Bisogna curare assieme la ferita inferta alla nostra comunità che ritengo essere importata e non nata sul territorio. No, non ho dei sospetti, ma voglio credere e giurare che nessuno dei miei concittadini sarebbe in grado di compiere l'attentato dell'altra notte in quanto sarebbe una botta inferta a noistessi». Quindi condanna senza sbavature e voglia di unità a 360 gradi. La violenza non alberga quassù, il clima è greve ma pare aver risvegliato una solida coscienza civile che a tratti sembrava assopita durante l'incontro pubblico di giovedì scorso. Le tradizioni sociali lavaronesi si dibattono fra volontariato e solidarietà dentro e fuori i confini del Comune, gli esempi sono costanti nella storia di questo Comune. (f.m.)
Dura condanna del Pd, Lega contro Rossi
LAVARONE Veloci e perentorie, le prese di posizione da parte della politica trentina sui fatti accaduti a Lavarone. Il Pd del Trentino ha impiegato pochissimo ad esprimere piena solidarietà al sindaco e alla comunità di Lavarone «per il vigliacco attentato perpetrato nei confronti della struttura che ospiterà 24 profughe nigeriane». Un attentato, sostiene il Partito Democratico, rivolto non solo contro le ragazze che devono arrivare lunedì, «ma contro l’intera comunità trentina, che ha nell’accoglienza e nella solidarietà i suoi tratti distintivi. E a quelli che incitano sempre e comunque a “chiudere la porta” un invito ad una riflessione seria: non è con il seminare ad arte odio, diffidenza e insicurezza che si farà cambiare la politica di accoglienza del nostro Trentino».
Per il consigliere provinciale del Pd Alessio Manica è «una macchia che non deve oscurare la responsabilità e la solidarietà che sta dimostrando la comunità trentina in questi mesi». La condanna arriva anche da Azione Nazionale Trentino, che però mette in guardia la politica provinciale. «Simili fatti - scrive Raimondo Frau - dimostrano disagio da parte di comunità che si trovano costrette ad ospitare giovani forti profughi maschi. Simili fatti oscurano i veri problemi inerenti l’immigrazione». E a condannare quanto accaduto è anche la Lega Nord. «Simili azioni - scrive Maurizio Fugatti - non fanno parte della cultura trentina, che ha alla propria base radicati principi di convivenza e solidarietà. Tali fatti, se confermati, vanno collegati con quelli, del tutto simili, accaduti a Soraga. Già in quella sede avevamo manifestato il nostro punto di vista politico, affermando come, assieme alla condanna esemplare dell’accaduto, occorra anche criticare le scelte della giunta provinciale, nella sua imposizione forzosa verso la popolazione dei territori rispetto alle proprie scelte in termini d'immigrazione».