Qualche timore in questi giorni, in via Belenzani, si respirava: troppe le variabili e troppe le incognite da considerare. Tanto che lo stesso sindaco Alessandro Andreatta, non più di una settimana fa, aveva ammesso qualche preoccupazione. «È difficile — aveva detto il primo cittadino — riuscire a capire come si muoverà la commissione. Noi ci crediamo: di sicuro, non essere inseriti nella prima scrematura sarebbe una delusione».
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 16 novembre 2016
Per questo la notizia arrivata ieri pomeriggio da Roma è stata accolta con più di un’ovazione: Trento — questo il verdetto — ha superato il primo scoglio del percorso verso la candidatura a Capitale italiana della cultura 2018 ed è entrata nella short list delle dieci città finaliste. E ora si prepara alla ben più impegnativa sfida per la vittoria.
La nota del ministero per i beni e le attività culturali è stata diffusa alle 17.30 di ieri: inizialmente i rappresentanti delle 21 città candidate erano stati invitati nella capitale, per un annuncio ufficiale da parte del ministro Dario Franceschini. Poi l’agenda romana è cambiata e gli amministratori dei vari comuni hanno atteso il responso direttamente nei loro palazzi. Con reazioni contrastanti a seconda dell’esito.
Ad esultare, oltre a Trento, sono state anche le amministrazioni di Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Recanati e Settimo Torinese. Tra queste dieci città sarà scelta la Capitale italiana della cultura del 2018. «Le dieci finaliste — si legge nella nota del ministero — sono state scelte all’unanimità dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni». Lo stesso presidente ha commentato il responso: «Abbiamo ricevuto molte proposte di elevata qualità, a dimostrazione che le città candidate hanno saputo combinare insieme cultura, partecipazione e creazione di capitale sociale. È il segno che anche grazie alla Capitale italiana della cultura la capacità di sviluppare progetti integrati è cresciuta su tutto il territorio nazionale».
E proprio la costruzione di una proposta «a 360 gradi» è risultata, secondo Andreatta, la vera carta vincente del capoluogo trentino. «È chiaro — è stata la prima reazione del sindaco — che accogliamo con soddisfazione l’inserimento di Trento nella short list. Confidavamo in questo primo passaggio: non esserci sarebbe stata una sconfitta e una sorpresa. Ma con sfidanti di questa caratura nulla era scontato». Ad aver influito nel passaggio del turno, secondo Andreatta, è stato soprattutto un dossier «che ha presentato la città ben oltre la cultura, mostrandone la crescita complessiva». Un valore aggiunto che ora Trento dovrà valorizzare in vista delle prossime tappe: a gennaio sono previste le audizioni delle dieci finaliste, per arrivare all’annuncio della vincitrice martedì 31 gennaio. «Siamo pronti a giocarcela ancora con ulteriori iniziative». Con un occhio alla commissione e un altro alle sfidanti: «Ci sarà un passaggio a Roma davanti alla commissione e dovremo attrezzarci per presentarci al meglio. Se poi la commissione verrà a Trento ci dovremo preparare ancora di più per cercare di far proseguire il nostro sogno». Le avversarie più temibili? Quattro, secondo Andreatta: Palermo, Recanati, Settimo Torinese ed Ercolano.
Soddisfatto anche l’assessore Andrea Robol: «Adesso dobbiamo impegnarci per proseguire il cammino verso un traguardo difficile ma non impossibile, a partire dalla concretizzazione delle iniziative già in calendario e di quelle in fase di definizione».