«Sull’Irap, questo sia chiaro, abbiamo fatto uno sforzo enorme. Abbiamo mantenuto l’impegno, senza manovre compensative, nonostante per effetto della manovra statale siano venuti a mancare 40 milioni. Detto questo, anche le imprese hanno le loro ragioni».
S. Voltolini,"Corriere del Trentino", 5 novembre 2016
Alessandro Olivi, vicepresidente della giunta, conosce bene le dinamiche del confronto con le categorie. Sulla legge finanziaria, l’assessore allo sviluppo economico — che risponde ai rilievi delle associazioni datoriali (Corriere del Trentino di ieri) — ha pronte ulteriori concessioni. «Pensiamo di aumentare gli incentivi per la contrattazione sulla produttività, collegata alle agevolazioni Irap. E per le piccole imprese — aggiunge — si può aumentare la percentuale di contributo sugli investimenti, ma solo per quelli di innovazione».
Nell’incontro istituzionale, le categorie hanno fatto richieste esplicite sulla manovra provinciale. Confindustria denuncia il fatto che gli sgravi Irap sono riservati a pochi, gli Artigiani che l’80% dei piccoli sono esclusi e che servono maggiori aiuti per gli investimenti. Accogliete le sollecitazioni?
«Io penso che prima di rispondere occorra inquadrare bene la qualità della manovra, che forse non è ancora chiara. La manovra fiscale della Provincia, che agisce principalmente sulle imposte Irap e Imis, non può non essere letta dentro la manovra statale. Quest’ultima è già un buon intervento, perché contiene diverse agevolazioni di sostanza, tra cui il taglio Ires di tre punti. Va tenuto conto infatti che le misure nazionali producono un minor gettito per la Provincia».
A quanto ammonta?
«Dai nostri calcoli, a una quarantina di milioni. Noi come giunta abbiamo deciso di non effettuare interventi compensativi, andando quindi ad aumentare altre voci per diminuire l’ammanco. L’effetto combinato delle agevolazioni sulle entrate locali supera i 200 milioni in meno. Le imprese trentine possono quindi beneficiare di norme generali e locali».
Le categorie puntano comunque il dito sull’Irap, portata nel 2017 da 2,30 a 2,68. La diminuirete?
«L’abbiamo portata a quel valore, come era stato previsto già nel 2015, collegandoci al taglio Ires statale che sarà applicato dall’anno prossimo. Io capovolgo il discorso: in un contesto di dimagrimento del bilancio pubblico, con la necessità di fare dei tagli altrove, la Provincia non aumenta l’Irap, che sarà una delle più basse in Italia. Ricordo che Bolzano quest’anno aveva il 2,68. Esiste però un tema su cui si discute poco, ed è l’imponibile dell’imposta».
Le concessioni, pare di intuire, saranno su quello?
«Bonazzi ha ragione quando dice che le deduzioni legate ai premi di produttività decisi nelle contrattazioni di secondo livello sono riservate al momento a poche realtà, cioè quelle dove si fa la contrattazione. Ebbene, la legge attuale dice che la Provincia non conteggia come imponibile Irap il doppio del premio di produttività del singolo lavoratore, moltiplicato per il totale dei dipendenti. Pensiamo di aumentare questo dato, magari portandolo a tre volte. Il maggiore costo sarebbe nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro».
Anche sulle deduzioni in base all’impegno occupazionale (+5% della forza lavoro) è considerato uno sforzo al di là della portata delle imprese. Condivide?
«Con il 5% si arriva a zero Irap. Ma c’è anche un’altra modulazione. Per ogni dipendente assunto nelle aziende, si tolgono 18.000 euro dall’imponibile Irap, che diventano 36.000 se si tratta di un giovane proveniente dai progetti di alternanza scuola-lavoro. Pensiamo a cosa voglia dire per i conti di una Pmi. Due giovani in più corrispondono a 72.000 euro di imponibile su cui non si paga nulla».
Eppure, Roberto De Laurentis dell’Associazione artigiani dice che per l’effetto sulle diverse imposte l’80% dei piccoli pagherà di più. Da parte sua arriva la proposta di aumentare i contributi per gli investimenti. Lo farete?
«Riguardo a De Laurentis, mi risulta che abbia gradito la modulazione Irap. Sugli investimenti, ragioniamo di accogliere la richiesta, ma in un’ottica di selettività. Si può aumentare la percentuale di contributi per gli investimenti, ma solo per quelli di carattere innovativo. Questo mantenendo invariato il capitolo di spesa, senza costi aggiuntivi per l’amministrazione».