Profughi in val di Fassa, niente sconti

Avanti tutta con la distribuzione dei profughi sul territorio Trentino. L’attentato incendiario alla pensione Ombretta di Soraga non rallenterà i piani della giunta provinciale che ha previsto in valle di Fassa l’arrivo di una trentina di profughi: «E tanti ne arriveranno» ha assicurato l’assessore provinciale alle politiche sociali, Luca Zeni che comunque ha lasciato una porta aperta agli amministratori della valle che preferiscono una soluzione alternativa rispetto alla concentrazione dei 30 richiedenti asilo nella struttura di Soraga.
"Trentino", 31 ottobre 2016

 

«Ci siamo presi alcuni giorni di tempo per verificare la possibilità di ospitare queste persone a piccoli gruppi all’interno di appartamenti messi a disposizione nei vari comuni. In questo modo il processo di integrazione potrebbe essere anche agevolato rispetto al progetto originario di Soraga».

E l’ipotesi della pensione Ombretta? «Non è certo abbandonata - spiega ancora Zeni - ma potrà tornare all’ordine del giorno nel caso in cui non dovessero essere percorribili ipotesi alternative. In ogni caso la quota assegnata alla valle di Fassa resta di una trentina di persone: se il piano ipotizzato a Soraga dovesse attuarsi esaurirà da solo le richieste della Provincia nei confronti di questo territorio». L’assessore non fa mistero di apprezzare il progetto presentato dalle coop Casl (proprietaria dell’immobile) e Kaleidoscopio, dedicato all’accoglienza di donne con bambini (o comunque famiglie) con la prospettiva di puntare al coinvolgimento dei migranti nella gestione della pensione e - in un secondo momento - all’inserimento lavorativo dei migranti all’interno dell’economica turistica fassana: «Un bel progetto».

Ma ci sono anche altre comunità di valle in ritardo rispetto al piano di distribuzione dei profughi indicato dalla Provincia. Si tratta della val di Sole (dove però si dovrebbero concretizzare alcune ipotesi) ma anche dell’altopiano della Paganella e della vicina Piana Rotaliana che - dal punto di vista dell’accoglienza - sono ancora a quota zero: «Trento e la Vallagarina stanno sopportando lo sforzo maggiore - conclude Zeni - ma è giusto puntare a una divisione più equa degli arrivi, nel modo più proporzionale possibile rispetto alla popolazione residente». Secondo l’assessore non ci sono comunque situazione particolarmente difficili da affrontare e l’episodio di Soraga sarebbe un caso isolato che non rappresenta la sensibilità che in realtà c’è nelle valli trentine. Dalla valle di Fassa la procuradora del Comun general - Elena Testor - fa sapere che i sindaci sono già al lavoro per concretizzare l’ipotesi alternativa rispetto alla pensione Ombretta: «Noi crediamo che sia più giusto distribuire gli immigrati sul territorio invece che concentrarli in un unico paese, perché in questo modo è più facile fare l’accoglienza e integrare le persone. Ognuno dei nostri paesi farà la sua parte e siamo già al lavoro per individuare strutture disponibili e idonee».