TRENTO «È andata bene. Anzi, molto bene». È stata coronata da successo la missione romana di Ugo Rossi, ieri nella capitale per cercare di risolvere una questione cruciale per Provincia e Comuni: il blocco del fondo pluriennale per gli investimenti e il divieto di utilizzo degli avanzi di spesa.
T. Scarpetta,"Corriere del Trentino", 28 ottobre 2016
«Direi che due terzi del lavoro sono fatti — commenta il governatore — Ora ci resta da rendere insindacabile, anche per il futuro, il nostro diritto di utilizzare gli avanzi. Per il 2017, però, è tutto a posto. Anche la Ragioneria dello Stato ha dato il via libera».
L’incontro
Una parola definitiva la si potrà dire solo quando la manovra di stabilità nazionale sarà stata approvata. A questo punto, però, un dietrofront da parte del governo appare quantomeno improbabile: ieri, insieme al viceministro dell’Economia Enrico Morando, c’erano anche il sottosegretario Gianclaudio Bressa e, soprattutto, i responsabili della Ragioneria dello Stato, storicamente i più restii a concedere eccezioni per le Regioni a statuto speciale. «Non si è trattato di promesse, gli impegni sono scritti nero su bianco nella manovra licenziata dal consiglio dei ministri — assicura Rossi — Il governo ci ha dimostrato di fare le cose seriamente e di rispettare gli impegni presi. Ieri sera (mercoledì, ndr) Morando si è incontrato con Olivi per un primo confronto e va riconosciuto a Bressa di aver lavorato per una soluzione».
La soluzione
Ma cosa significa, per il Trentino, lo sblocco del fondo pluriennale e la possibilità di utilizzare, nel 2017, gli avanzi di amministrazione del 2016? In poche parole avere ancora la possibilità di finanziare lavori pubblici. Nel fondo pluriennale rientrano gli stanziamenti per i quali sono già stati presi degli impegni, che verranno però pagati in anni successivi: un’opera decisa nel 2016 che sarà realizzata e pagata nel 2017, o negli anni successivi. «Nella legge di stabilità — riferisce Rossi — c’è scritto che il fondo sarà sbloccato per tutti. Per quanto ci riguarda, c’è anche un esplicito riferimento al patto di Garanzia (l’accordo sottoscritto da Rossi e Renzi che ha “stabilizzato” la finanzia provinciale, ndr)». Una buona notizia, insomma, per tutti gli enti locali italiani che, diversamente, si sarebbero trovati a fermare lavori già approvati, con esiti immaginabili per l’economia nazionale. «Per noi — spiega Rossi — si tratta di 250 milioni per la Provincia, di 100-150 per i Comuni. Si tratta di stime non facili da fare». Le cifre, infatti, sono piuttosto ballerine. Quella accreditata, fino a pochi giorni fa, era di 200 milioni tra Provincia e Comuni.
C’è poi la questione degli avanzi di spesa, «vietati» dalla nuova normativa sul pareggio di bilancio. In questo caso, si tratta di cifre non spese dagli enti locali per varie ragioni: risparmi, economie su opere già avviate, o cancellate per vari motivi dalla programmazione. «In questo caso — riferisce il governatore — si tratta di 50 milioni per la Provincia e di circa 100 per i Comuni». Era la partita più difficile. «La possibilità di usarli è, anche in questo caso, scritta nella manovra, anche grazie a un comma della scorsa che abbiamo ricordato con il placet della Ragioneria».
Il nodo da sciogliere
Il principio, però, resta ancora da definire: le Speciali possono, o non possono utilizzare i loro avanzi di spesa? «Noi siamo convinti di averne diritto — ricorda Rossi — per un motivo molto semplice: mentre le Regioni a statuto ordinario vivono di trasferimenti che garantisce loro lo Stato, la nostra finanza è auto-generata. In altre parole, il fatto di non utilizzare delle risorse non si traduce in minori trasferimenti da parte dello Stato». Un danno senza risparmi per lo Stato, insomma. «È una questione che va risolta — continua Rossi — per i prossimi anni». Un’ipotesi avanzata dallo stesso Rossi prevedeva la possibilità di utilizzare gli avanzi per anticipare allo Stato gli accantonamenti dell’anno successivo, liberando di conseguenza risorse sull’esercizio successivo. «È un’ipotesi, ma potrebbe non essere quella finale».
I ricorsi
E le impugnative reciproche in Corte costituzionale? «Oggi (ieri, ndr) non ne abbiamo parlato. Appena la legge di stabilità sarà approvata per come l’abbiamo letta oggi — assicura Rossi — ritireremo il nostro perché sarà venuto meno l’oggetto del contendere». Fino ad allora, però, i ricorsi restano dove sono: in attesa di essere presi in esame dalla Consulta. «Da oggi — chiosa Rossi — c’è un po’ di preoccupazione in meno per i nostri conti e potremo continuare a scrivere la nostra manovra come stavamo facendo. L’Autonomia, però, si difende giorno per giorno, minuto per minuto».
I Comuni
«Devo riconoscere che questa notizia ci toglie molte preoccupazioni — commenta il presidente del consorzio dei Comuni — Paride Gianmoena. Se il governo non avesse cambiato idea sulla questione del fondo pluriennale, per i Comuni, compresi i nostri, sarebbe stato un disastro». Nel fondo, ci sono anche quei 49 milioni del fondo strategico su cui fanno affidamento diverse municipalità, Trento compresa. «Il via libera anche sugli avanzi va francamente oltre le aspettative. Li possiamo considerare soldi “in più” rispetto a quanto previsto. Bisogna riconoscere che Rossi e tutti coloro che si sono impegnati su questo fronte hanno ottenuto un risultato straordinario».