La maggioranza di Alessandro Andreatta ieri sera in Consiglio comunale (incassate due bocciature in meno di un anno) ieri sera ha approvato la delibera che modifica il regolamento sul personale: 23 i sì, 15 i no: assente Paolo Castelli, Salvatore Panetta non ha preso parte alla votazione.
"Trentino", 27 ottobre 2016
Si trattava di documento controverso, modificato non poco tenendo conto del parere della Regione e di alcuni suggerimenti del centrodestra: una delibera dal peso specifico amministrativo non banale (sono state ridistribuite le competenze sulle scelte di dirigenti e servizi tra sindaco, giunta e consiglio) ma di inestimabile valore politico per il sindaco e la sua maggioranza. Aspetto ancora più vero alla vigilia della sessione sulla manovra finanziaria che avrà bisogno come il pane di un centrosinistra granitico. Le riscrittura di buona parte della delibera, e soprattutto il rimpasto che ha cementato il Patt attorno al sindaco, hanno spianato la via ad un passaggio sino a ieri apparso più ostico dello Stelvio per un ciclista.
La seduta ha visto l’esaurimento della discussione iniziata il giorno prima con sette emendamenti, questi sì votati a scrutinio segreto, mentre il voto finale (poco prima delle 20.30) è stato palese: nessuna sorpresa, se non quella lieta di una maggioranza finalmente compatta con l’eccezione dei due consiglieri dell’Upt (Panetta e Castelli) che hanno tra l’altro già detto di voler traghettare nel misto, in disaccordo su come il sindaco ha gestito il rimpasto di giunta: «Un segnale importante sulla ritrovata consistenza della maggioranza, ora possiamo concentrarci sulle cose da fare per la città»chiosava Andreatta. Tutto bene dunque? Dipende: i Cinquestelle hanno osservato come «il Comune di Trento avesse ieri la possibilità di rimediare almeno in parte alla grave e cronica mancanza di trasparenza che lo affligge, ma tutto si è concluso nel peggiore dei modi: un’altra occasione persa. Eravamo pronti a votare a favore della delibera sulla riorganizzazione del personale se fosse stato accolto in nostro emendamento all’articolo 129. Un emendamento di merito che mirava, tramite sorteggio, a coinvolgere la cittadinanza nella selezione degli esperti chiamati a valutare i dipendenti del Comune».
Negativo, e lo ha detto a voce alta in aula, il parere di Antonia Romano, di Altra Trento a sinistra: «In consiglio comunale è stato sferrato un colpo alla democrazia. La mutazione genetica subita dal Pd ormai si palesa a ogni livello istituzionale e anche Andreatta, in perfetta obbedienza alla linea dettata da Renzi che dice "chi vince decide", sposta competenze dal Consiglio Comunale alla giunta rafforzando l'organo esecutivo».