«Le risorse sono sempre di meno e abbiamo deciso che ci sia una compartecipazione alle spese per i servizi. Per una maggiore equità, però, le tariffe saranno calcolate in base all’Icef». L’assessore provinciale ai servizi sociali Luca Zeni spiega qual è la filosofia di fondo che ha spinto la Provincia a introdurre l’Icef anche per i servizi per gli anziani.
"Trentino",25 ottobre 2016
«Fino ad oggi certi servizi prevedevano una compartecipazione minore. Adesso siamo costretti a introdurre le tariffe perché le risorse sono sempre di meno. Per una ragione di equità, però, abbiamo deciso di applicare l’Icef. In questo modo riteniamo di poter raggiungere l’obiettivo di continuare ad assicurare questi servizi facendo pagare un po’ di più a chi ha di più. Comunque questa è una pre-adozione. La delibera adesso deve andare in commissione».
Non solo l’assistenza domiciliare e il servizio pasti. La giunta provinciale, in sede di pre-adozione, ha deciso che anche gli altri servizi sociali per gli anziani saranno usufruibili in base ai parametri Icef. La delibera è stata illustrata ai sindacati e adesso dovrà passare nella competente commissione consiliare. Lo stesso assessore alle politiche sociali Luca Zeni spiega che l’Icef sarà utilizzato per una compartecipazione ai vari servizi legati all’attività dei centri diurni per anziani. Secondo la Provincia, in questo modo si cerca di mantenere lo stesso livello di servizi pur in momenti di contrazione delle risorse. Altra novità sta nella possibilità di detrarre dal reddito sulla cui base si calcola l’Icef il 60 % della spesa per le badanti. I sindacati confederali salutano con favore le novità proposte dalla giunta provinciale. Le novità, dopo il passaggio in commissione, dovrebbero entrare in vigore a partire dall’1 gennaio 2017. I paramentri Icef saranno usati per determinare le tariffe di tutti i servizi per gli anziani, inclusi quelli offerti dai centri diurni, dopo l’applicazione, a partire dal 2015, dell’indicatore della condizione economica alla compartecipazione ai servizi di assistenza domiciliare e sulla consegna pasti.
Inoltre l’assessore Zeni ha confermato ai sindacati che almeno il 60% delle spese sostenute per la cura e l’assistenza agli anziani, compreso il costo delle badanti, potrà essere dedotto dal reddito valido ai fini Icef. «E’ certamente una novità positiva - scrivono in una nota le organizzazioni sindacali - perché i nuclei familiari con un’alta spesa per badanti potranno accedere all’assistenza domiciliare o ai centri diurni a tariffe più contenute. La nostra richiesta è però che, a fine sperimentazione, nel giugno del 2017, i costi di assistenza e cura siano deducibili al 100%. Così si premia davvero chi utilizza i servizi e fa emergere il lavoro di cura». Una volta approvata in via definitiva, oltre ad allargare l’Icef a tutti i servizi legati ai centri diurni - trasporto, mensa, doccia assistita - estenderà la sperimentazione attualmente in atto sul fronte delle tariffe dell’assistenza domiciliare, confermando il meccanismo dei tetti che permette ai nuclei più poveri di accedere ai servizi a tariffe accessibili.
Per avviare questa seconda fase di sperimentazione, tutti i nuclei familiari che accedono a questi tipi di servizi dovranno ripresentare la dichiarazione Icef tra novembre e dicembre. Si tratta di circa 5 mila famiglie spesso con componenti in gravi condizioni di non autosufficienza, ma anche di anziani soli. «Fin da ora - concludono i sindacati - chiediamo a Provincia ed enti interessati di comunicare in modo puntuale le novità agli utenti, a partire dalla possibilità di dedurre almeno parzialmente gli oneri sostenuti per il servizio di badantato. Considerato il recente intervento sulla disciplina Icef che ha in molti casi ridotto drasticamente le deduzioni forfettarie per non autosufficienti, gli utenti ora possono abbattere considerevolmente il valore Icef dichiarando le spese sostenute per badanti e altre forme di assistenza».