Maestri: «Io capogruppo? Indisponibile»

Lucia Maestri si chiama fuori: «Lo dico subito, non sono disponibile. Confermo la massima fiducia nel mio capogruppo». Al coordinamento del Pd di giovedì sera il suo nome è stato fatto da Mattia Civico, che dopo aver duramente attaccato la gestione del capogruppo provinciale Alessio Manica, ha buttato lì il nome della collega come più adatto a ricoprire il ruolo. Nessuno in coordinamento ha raccolto.
C. Bert,"Trentino",23 ottobre 2016

 

Il segretario Italo Gilmozzi ha subito detto che il problema riguarda il gruppo e non lui: «Si chiariscano tra loro». Ma Maestri, chiamata in causa, avverte che la sostituzione di Manica da parte sua non è un’opzione in campo: «Essere proposta come capogruppo fa sempre piacere sul piano personale ma in questo caso corrisponde alla “teoria del falso scopo”, quando si sposta l’ obiettivo per nascondere la vera finalità. Io sono indisponibile a questo gioco», dice riferendosi alla proposta del collega Civico.

«La discussione dell’altra sera è nata di fronte a un fatto politico grave, l’astensione in aula di tre consiglieri su una mozione delle minoranze che ha messo in difficoltà l’assessore, il Pd e la maggioranza. Voler spostare l’obiettivo su altro è un gioco a cui non mi presto, né mi presto a cecchinare il mio capogruppo a cui confermo massima fiducia». «La proposta di Civico non mi risulta sostenuta da altri», aggiunge la consigliera.

E sul caso Manica i rumors danno Violetta Plotegher già smarcata dal duo Civico-Borgonovo. La spaccatura in aula sulla riforma delle Rsa, la scorsa settimana, ha riportato a galla rancori personali e tensioni interne mai sopite: tra Donata Borgonovo Re e Luca Zeni, tra Mattia Civico e Zeni, tra il duo Civico-Borgonovo e Manica. Il capogruppo è stato criticato per come gestisce il gruppo.

L’ultima goccia a far traboccare il vaso è stata, a inizio settembre, l’assunzione al gruppo Pd di Luca Paolazzi (vicesindaco di Lavis, politicamente vicino a Olivi e Manica e candidato al congresso nelle liste di Bozzarelli) al posto di Giovanni Agostini, passato a capo di gabinetto dell’assessora Sara Ferrari. La scelta di Paolazzi è stata subita da Civico e Borgonovo Re e da allora - riassume un consigliere provinciale - «viviamo da separati in casa». La tregua (l’ennesima) sancita in coordinamento appare ancora una volta come una tregua armata.