TRENTO Un po’ di prudenza, nelle dichiarazioni, si percepisce. Ma a meno di una settimana dal terzo passaggio in aula della delibera sulle modifiche al regolamento del personale, i capigruppo del centrosinistra autonomista cittadino si mostrano comunque sostanzialmente fiduciosi. «Questa volta — dicono — il provvedimento sarà approvato».M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 20 ottobre 2016
Il via libera, del resto, è tutt’altro che scontato. A novembre dello scorso anno e nella primavera di quest’anno il regolamento è stato «impallinato» dai franchi tiratori interni alla maggioranza, mettendo in entrambi i casi il sindaco Alessandro Andreatta in una posizione decisamente scomoda. Ma il passaggio della prossima settimana arriva a ridosso del «rimpastino» attuato dal primo cittadino proprio per recuperare un po’ di unità all’interno della coalizione. E questo potrebbe garantire, almeno nell’immediato, quei 23 voti messi in conto da Andreatta (esclusi dal calcolo i due upitini Salvatore Panetta e Paolo Castelli, che a breve potrebbero prendere la via del gruppo misto, pur rimanendo comunque in maggioranza).
«Questa — sottolinea il neo-capogruppo Pd Vanni Scalfi — è l’occasione per dimostrare che la ripartenza non è solo un giro di poltrone, ma un passaggio che si basa su contenuti precisi». E sulla delibera aggiunge: «È stato fatto un lavoro decisamente attento nel recepire le istanze sollevate nelle precedenti occasioni. Per quanto riguarda il Pd, non ci sono osservazioni critiche. Siamo consapevoli dell’importanza di questo passaggio».
Sullo stesso tono Alberto Pattini: «La delibera — dice il capogruppo del Patt — è stata modificata nei punti critici, tenendo conto delle sollecitazioni di maggioranza e opposizione». Così Massimo Ducati. «Le domande che erano state poste — conferma il capogruppo del Cantiere civico democratico — hanno ricevuto risposta. Certo, qualche rilievo critico in aula ci sarà. Ma in maggioranza non mi pare di aver registrato problemi».
E tra le voci critiche ci sarà di sicuro quella di Antonia Romano (L’Altra Trento a sinistra), che accusa apertamente il sindaco di proporre un regolamento «anti-democratico». «Questa proposta — è l’affondo netto di Romano — rappresenta un atto politico grave: non possiamo sostenere decisioni che spingono le istituzioni verso una gestione oligarchica e autoreferenziale della città».
Personale, Andreatta ha cambiato tutto, G. Tessari, "Trentino", 20 ottobre 2016
Bocciato dal centrodestra. Impallinato dalla sua maggioranza. Ed ora ritorna in aula. Di che si tratta? Del regolamento organico sul personale, sorta di scoglio con cui il sindaco Alessandro Andreatta dovrà confrontarsi molto presto. Per l’esattezza già la settimana prossima.
Sindaco è tranquillo? Crede che l’aula possa dare disco verde al regolamento sul personale. «Sì. Va detto che la nostra proposta attuale è molto diversa da quella a sua tempo arrivata in aula prima a novembre e poi a giugno».
Perché? «Perchè eravamo stati sollecitati, in parte anche dalla minoranza, a cercare un parere in più (rispetto a quello della nostra avvocatura). Un parere di un soggetto terzo. Il nostro collegio dei revisori ci ha suggerito di rivolgerci alla Regione».
Ci ricorda cosa vi ha detto la Regione? «Ci ha detto che per molti anni in Comune si è andati avanti con quel regolamento sul personale. Ma ci ha fatto notare come in quel regolamento fossero mescolate competenze più tipicamente del Consiglio, con quelle tipicamente della giunta».
Competenze quindi da distinguere tra i due organi. Come? «Il parere suggerisce di lasciare che il Consiglio comunale “lavori” (usano questa espressione) sulla macro organizzazione delle strutture dirigenziali. Cioè un’amministrazione divisa in aeree, che presenta determinati servizi: può determinare il titolo dei servizi e, a grandi linee, quello di cui si occupa».
Sin qui il Consiglio. E la giunta cosa decide sul regolamento? «Alla giunta - sempre secondo il parere -spetterebbe l’individuazione prima e l’attribuzione poi ai vari servizi di compiti più gestionali. Quali attribuzioni? Nel testo precedente del regolamento tutto questo era estremamente condensato. Ma la Regione ci ha fatto capire che era assurdo che su questo si esprimesse il Consiglio. “L’Aula, ci sono 23 servizi, si esprima sulle loro competenze in generale”. Ma le attribuzioni dei piccoli, precisi, compiti di ogni servizio spetta alla giunta. C’è poi un terzo livello che spetta al sindaco».
La nomina del dirigenti. «Appunto. Ed è quello che farò, in un paio di mesi: nominando i dirigenti di servizi e strutture. Dunque ci sono tre livelli distinti: Consiglio macrostrutture, aree e servizi. Secondo: la giunta, attribuzione di compiti puntuali. Terzo: sindaco, con nomina dirigenti».
Quindi alla luce di pareri e cambiamenti si sente tranquillo anche politicamente? «Sappiamo bene che la delibera sul regolamento era stato oggetto di un voto segreto. Cambiata impostazione mi pare che, obiettivamente, anche la minoranza abbia preso atto che la situazione ora è diversa. Nel metterlo a punto abbiamo tenuto in gran conto quello che era uscito dal dibattito in aula».
Può fare un esempio? «La minoranza aveva chiesto di poter accorpare urbanistica ed ambiente: ora sono in un unico servizio. Si era detto che patrimonio ed appalti non andavano bene in un unico servizio, sono stati divisi. Ci avevano chiesto di abrogare l’articolo120 del regolamento, quello che consentiva di individuare al nostro interno delle persone abilitate a fare i dirigenti. Abbiamo accolto anche questo rilievo».
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