«Mi sembra un passaggio da chiarire al più presto». Il segretario del Pd trentino Italo Gilmozzi non vorrebbe parlare troppo dell’ennesimo segnale di discordia all’interno del suo partito, ma mostra di non aver per nulla gradito il voto dei tre dissidenti Mattia Civico, Donata Borgonovo Re e Violetta Plotegher sulla mozione delle minoranze che cerca di bloccare la riforma delle case di riposo firmata dall’assessore Luca Zeni.
"Trentino", 20 ottobre 2016
Gilmozzi, che è stato votato da due dei tre dissidenti, ovvero Borgonovo Re e Civico, assicura che qualcosa va fatto: «Io sono dell’opinione che queste cose debbano essere chiarite nelle sedi più opportune. Quando ci sono delle divergenze, si deve chiarire prima e non arrivare in aula e far esplodere il conflitto». Insomma, basta guerre per bande stile vecchio Pd trentino. Adesso sarebbe il caso di non farsi la guerra davanti a tutti, ma di parlarsi. Una regola di buon senso che Gilmozzi vorrebbe riuscire ad applicare anche in questo caso: «Ci sono molte sedi per dire la propria opinione e per chiarirsi. C’è il gruppo consiliare, luogo in cui si deve discutere. E’ sempre meglio confrontarsi prima e non arrivare in aula con uno scontro del genere».
Tanto più che una norma come quella sulle rsa è già stata discussa e combattuta da molti. La riforma, che interessa tutte le famiglie con anziani, è molto contestata ma l’assessore la difende a spada tratta. I sindacati con una nota unitaria fanno presente che la materia è troppo importante per cadere preda delle lotte politiche: «Tutto serve tranne che la riforma dei servizi di assistenza agli anziani e il riassetto delle Apsp diventi l'espediente per regolare i conti tra le diverse anime della coalizione che guida la Provincia. È un tema troppo importante per svilirlo sull'altare delle beghe di partito o dei personalismi. Considerato il fatto che il voto di ieri giunge quando non è ancora definito il progetto complessivo della Giunta, era auspicabile da parte di tutto il consiglio provinciale usare il dibattito per avanzare proposte piuttosto che per contarsi».
I sindacati spiegano che la riforma ha un giusto obiettivo: «Come organizzazioni sindacali abbiamo più volte ribadito che ridurre la frammentazione delle case di riposo è decisivo per qualificare i servizi pubblici agli anziani sul territorio, allargandone il più possibile il perimetro e offrendo nuove opportunità di assistenza alle famiglie, in un rapporto coordinato tra Provincia, istituzioni locali, Apsp e privato sociale. Chi vuole mantenere tutto come è oggi, fa finta di non vedere che saranno proprio i territori, e con essi le famiglie socialmente ed economicamente più fragili, a rischiare di implodere sotto la pressione dell'invecchiamento della popolazione. Il Trentino non può permettersi questa evenienza».
LEGGI ANCHE:
Gilmozzi convoca il coordinamento. Bozzarelli: non mi rappresenta. Critiche anche dalle altre correnti. L’ex assessora: nessun voto contro Zeni, da me una proposta di buon senso. Segreteria, ecco i nomi, A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 20 ottobre 2016
La prima resa dei conti scatterà stasera. Incalzato da più parti, il segretario del Pd Italo Gilmozzi ha convocato d’urgenza una riunione del coordinamento dopo la clamorosa spaccatura del gruppo del Pd sulla riforma dell’assistenza anziani dell’assessore dem Luca Zeni. Il voto di astensione di Donata Borgonovo Re, Mattia Civico e Violetta Plotegher rischia di costare caro soprattutto alla prima: ieri negli ambienti del Pd non si parlava d’altro che di «cambio di presidente». «Se il segretario e l’assemblea ritengono che il mio comportamento sia inaccettabile me lo diranno. Io non mi sento di aver votato contro il mio assessore, volevo lanciare una proposta che poteva essere di buon senso», dice l’ex assessora alla salute.
Vaso di Pandora
Il voto di martedì in consiglio provinciale ha dato la stura a una lunga rassegna di problemi interni al Pd, accantonati cinque mesi fa per eleggere Gilmozzi segretario in nome dell’unità del partito. Le intenzioni costruttive, dopo il congresso, avevano investito anche la minoranza guidata da Elisabetta Bozzarelli.
Ora che le rogne sono riemerse, però, la coordinatrice cittadina del Pd è la prima a smarcarsi e il livello dello scontro torna a crescere. «Dal congresso in poi il coordinamento del partito — spiega — si è riunito appena cinque volte; l’assemblea ha discusso di preferenza di genere, di riforma costituzionale e, una volta, di riforma anziani senza nemmeno un documento. Una gestione senza metodo. Come minoranza, in questi mesi abbiamo dato modo a Gilmozzi di mettere in moto il partito contro i personalismi, ma siamo al punto di prima: il Pd è incapace di governare». I temi sono molti: «Il Pd — insiste Bozzarelli — non ha preso posizione sul credito cooperativo nonostante le nostre sollecitazioni delle ultime settimane; nessuna posizione sull’immigrazione, nessuna posizione sulle Rsa. C’è un documento nazionale sulle regole del partito da discutere, ma i circoli sono svogliati perché non vengono considerati. Dobbiamo tornare ad emozionarci, la riforma costituzionale non esaurisce i temi di cui si deve occupare il Pd». Morale: «Ora non possiamo più essere fermi e pacati: l’attesa è finita». La prima bordata è per Borgonovo Re: «Non mi sento rappresentata, il presidente ha una responsabilità politica e lei si è dimostrata inadeguata votando contro il suo assessore senza nemmeno discutere».
L’ex assessora
«Il problema è politico, non personale», taglia corto Luca Zeni, che non vuole rilasciare altre dichiarazioni. «Ho chiesto a Gilmozzi di convocare Zeni e me, capisco che la mia posizione di presidente sia particolare — ammette Borgonovo Re — Forse l’incontro si farà poco prima del coordinamento». Ma sono in tanti — anche tra chi al congresso ha sostenuto Gilmozzi accanto a Borgonovo Re — a rumoreggiare contro la presidente. «Ha un ruolo, deve tenere insieme il partito» sottolinea Gigi Olivieri. «Non era il modo e il momento di manifestare le perplessità sulla riforma», aggiunge la renziana Elisa Filippi. E si potrebbe continuare anche tra i maggiorenti che, però, non vogliono scoprirsi.
Borgonovo Re, dal canto suo, non si affanna: «Ho riflettuto con i colleghi prima di esprimere il mio pensiero, volevo lanciare una proposta che poteva essere di buon senso (il voto separato di premesse e dispositivo, ndr). Ne parleremo in coordinamento. Io comunque non ho votato contro il mio assessore». Dimissioni, sfiducia? «Se il segretario e l’assemblea, sottolineo non l’assessore, ritengono inaccettabile il mio comportamento, lo diranno». Gilmozzi rimanda tutto «alle sedi opportune, a partire dal coordinamento».
Rovesciamento
Le dinamiche politiche innescate dalle tre astensioni di martedì rischiano di fare più rumore di quanto non ne faccia il motore — sempre acceso nel Pd — dei livori personali. Bozzarelli è pronta a presentare alla prima occasione una mozione per il sostegno a Zeni e alla riforma delle Rsa: dopo il voto in Consiglio, dentro al Pd si potrebbe configurare una nuova maggioranza. I «governativi» e gli aderenti alla mozione Bozzarelli relegherebbero in minoranza Borgonovo Re, Civico, Plotegher e rispettivi sostenitori: secondo l’iconografia in voga negli ambienti dem, «il Pd dei responsabili» contro «il Pd di protesta».
L’esito, però, non è affatto scontato. «Bisogna verificare se quanto accaduto sia stato un incidente o se vi siano motivazioni più serie, e vedere se vi è disponibilità a ricostruire un clima di confronto sereno», dice Olivieri. «Quanto avvenuto segnala un problema storico del Pd e penalizza l’incisività del partito, bisogna impegnarsi a onorare la disciplina di gruppo in maniera seria. Ne discuteremo in coordinamento», è l’analisi di Filippi.
La segreteria
Un segnale molto significativo per le sorti del partito sarà la nomina della segreteria da parte di Gilmozzi. «Non c’è ancora dopo cinque mesi», attacca Bozzarelli. «Lunedì la presento in coordinamento», replica a stretto giro di posta il segretario. Nella lista non sono previsti esponenti della mozione Bozzarelli. In pole position ci sono Fedele Ferrari, Andrea La Malfa, Cristina Casagrande, Giacomo Pasquazzo, Gabriel Echeverria. Casagrande, vicina a Civico, dovrebbe diventare segretaria organizzativa. Il terremoto generato da tre astensioni farà rivedere al segretario anche le sue scelte? Gilmozzi le ha meditate a lungo, ricevendo anche molte critiche, e non sembra considerare scenari diversi.