Due anni. Ecco, più o meno, sulla base dell’esperienza maturata finora, quanto dura il periodo di assistenza ai profughi ospitati in Trentino. Un’assistenza che - a 30 euro al giorno - viene a costare quasi 22 mila euro (a spese dello Stato con fondi per lo più di provenienza europea) finché la situazione dei migranti si definisce.
A. Selva, "Trentino", 3 ottobre 2016
Il dato è stato fornito nei giorni scorsi dall’assessore Luca Zeni alla consigliere provinciale Manuela Bottamedi che aveva presentato un’interrogazione chiedendo una serie di informazioni sul sistema dell’accoglienza. La relazione presentata da Zeni è una fotografia del sistema trentino dell’accoglienza.
I tempi
La durata dell’accoglienza varia in base ai tempi di risposta della commissione di Verona che deve valutare le richieste di protezione internazionale. In genere ci vogliono circa 15 mesi e in caso di risposta positiva sono previsti altri 6 mesi nel caso (frequente) in cui la persona in questione sia priva di mezzi di sostentamento. E se la domanda viene respinta? In questo caso è prevista la possibilità di presentare ricorso (cosa che avviene nella maggior parte dei casi) ed eventualmente anche l’appello, con un rinvio dei termini di altri sei mesi. In pratica l’assistenza - scrive l’assessore - ha avuto finora la durata di circa due anni.
La provenienza
L’area di provenienza dei profughi viene comunicata ai servizi di accoglienza presenti in Trentino solo poco prima dell’arrivo. I migranti presenti attualmente provengono per lo più dall’Africa subsahariana (70 per cento) e dall’Asia (per il restante 30 per cento). L’assegnazione al Trentino avviene sulla base dell’accordo Stato-Regioni del luglio 2014 in base al quale al Trentino spetta lo 0,9% delle persone accolte in Italia.
Le domande accolte
La percentuale di accoglimento delle domande - come già riportato in agosto dal Trentino - è del 30 per cento. Ma la maggior parte di chi si vede respingere la domanda presenta ricorso e - in tribunale - la percentuale di accoglienza delle domande è “piuttosto elevata”. Le spese legali di queste procedure sono a carico dei migranti che generalmente fanno affidamento al “gratuito patrocinio”, che prevede il rimborso delle spese legali da parte dello Stato.
Provincia e Comuni
La Provincia - spiega l’assessore Zeni - non può imporre ai Comuni la messa a disposizione di strutture per l’accoglienza (e nemmeno intende farlo). L’obiettivo è quello di arrivare ad una “leale collaborazione”. Nello stesso tempo i Comuni non possono impedire che i profughi siano ospitati sul loro territorio all’interno di strutture di proprietà provinciale, di altri enti pubblici oppure messe a disposizione da soggetti privati. Nessuna norma obbliga la Provincia a farsi carico dell’accoglienza, ma un eventuale rifiuto non impedirebbe l’arrivo dei profughi in Trentino - conclude Zeni - con la differenza che in questo caso la gestione sarebbe curata dallo Stato.