Venerdì - alle 16 al Bar Pasi di Trento, presente il costituzionalista Stefano Ceccanti, uno degli estensori della riforma costituzionale - si terrà il lancio dei primi comitati trentini per il sì al referendum al quale gli italiani saranno chiamati, a novembre, per confermare o no la riforma.C. Bert, "Trentino", 21 settembre 2016
Con un po’ di ritardo rispetto ad altre realtà già massicciamente impegnate nella campagna referendaria, anche in Trentino i comitati, finora una decina, si uniscono nella rete «BastaunSì». «Si tratta di un momento importante per avviare la campagna referendaria rendendo protagonisti tutti i cittadini che si stanno attivando a sostegno di una riforma che contribuisce a cambiare il Paese», spiegano i promotori.
Per Elisa Filippi, referente del Pd per la campagna referendaria, «è molto positivo che questi comitati siano nati dal basso, senza etichette di partito, e siano molto distribuiti sul territorio, anche nelle valli». C’è per esempio, in Valsugana, quello promosso da Quirino Purin, titolare del Crucolo della val Campelle. E il comitato «Il Trentino che dice sì», nato a Trento per iniziativa di un gruppo di giovani di area Dem. Non è invece nato, come nel Pd avevano auspicato, un comitato di coalizione a sostegno della riforma, «ma i protagonisti dei prossimi due mesi saranno i cittadini», insiste Filippi. Tra loro ci saranno, venerdì, Maria Prodi, insegnante, già assessora alla scuola alla Regione Umbria, nipote di Romano, e la giovane ingegnere Lavinia Sartori.
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Partito Democratico del Trentino