Il giorno atteso è alle porte. «Siamo arrivati un po’ lunghi», ammette il governatore Ugo Rossi. Domani pomeriggio (oggi) in Maranza si terrà il vertice del centrosinistra autonomista. La coalizione è convocata per le 14.30 al rifugio per impostare il lavoro programmatico per la restante parte della consiliatura. L’appuntamento servirà anche a tracciare le coordinate per presentarsi unitariamente nel 2018, fa sapere il presidente della Provincia.M. Romagnoli, "Corriere del Trentino", 18 settembre 2016
Verso il 2018
Domani pomeriggio però, fa sapere Rossi, si partirà da un bilancio: «Faremo il punto sull’avanzamento del programma, è stato fatto tanto di positivo. Poi un ragionamento su come la coalizione riuscirà ad affrontare il futuro: è ancora l’unica che riesce a dare risposte di stabilità rispetto alle dinamiche nazionali e al di là delle politiche gridate». Quindi l’accenno alla tempistica: «È stato necessario attendere il congresso del Pd perché il partito non aveva un segretario; arriviamo un po’ lunghi, io ero pronto da qualche mese. Sarà comunque un incontro di aggiornamento e di rimessa in campo dei valori della coalizione». Un centrosinistra autonomista che, nonostante le bagarre viste in consiglio (tra tutti quella durante la discussione sulla distribuzione della tassa di soggiorno), secondo il presidente è compatto: «La coalizione non ha mai avuto alcun problema, nonostante la forte rappresentazione sui media dei dibattiti in Aula — precisa — Non ci sono elementi problematici. Ma bisogna ora comunicare ai cittadini quel che facciamo, una coalizione che sa rappresentare le dinamiche locali, nazionali e a livello europeo. Sono sereno per il futuro della coalizione che è il software migliore per governare l’hardware che è l’autonomia».
Il taccuino politico
Al rifugio Maranza il presidente Rossi non arriverà con un dossier, fa sapere, ma «con degli appunti»: «Sarà un normale incontro di lavoro, ne faremo anche uno a breve sulla riforma costituzionale per coordinare le iniziative della coalizione. Riusciremo a organizzarci per portare qui dei rappresentanti di governo e di altre autonomie speciali quali Serracchiani, Kompatscher e il governatore della Valle d’Aosta (Rollandin, ndr ). È un dovere della coalizione riuscire ad affrontare dei temi difficili per la nostra autonomia, quale è la revisione dello statuto, e parlare ai cittadini che non sono andati a votare o che hanno mostrato altre sensibilità ma che potrebbero riconoscersi nell’esperienza del centrosinistra autonomista».
Insomma, la priorità politica sottolineata da Rossi è quella «dell’unione e della consapevolezza che c’è una responsabilità, in tempi dove tutto va verso una chiusura, di garantire coesione, pari dignità, voce a tutti». Tutto ciò in un’epoca in cui anche la politica si è spostata online, «in cui — dice — i social imperano e in cui si vedono prese di posizione di cattivo gusto: ricordando una persona scomparsa basta dire che non si è d’accordo, non serve dare del traditore a qualcuno» (il riferimento è alle dichiarazioni sulla scomparsa di Ciampi).
L’agenda
In concreto il ruolino di marcia per arrivare a fine legislatura: «Lo decideremo assieme — fa sapere Rossi — In consiglio ci aspettano diverse sedute importanti in cui si parlerà delle quote di genere, del sostegno all’informazione pubblica, della riforma coraggiosa del porfido, della legge sulla cultura e il ddl per la commemorazione culturale dei caduti trentini. Ci saranno poi gli investimenti (vorremmo riuscire a far ripartire quelli dei privati) e la Finanziaria». Una norma che metterà le persone al centro. Con un obiettivo che rimanda alla discussa campagna del ministro Lorenzin o alla relazione di bilancio di dellaiana memoria (nella relazione al bilancio 2007 Dellai introdusse politiche sociali a favore di un rafforzamento del tasso di natalità): «Centrale sarà la ricerca di fiducia per le famiglie e per il lavoro. Per le imprese è già stato fatto tanto, ora si vuole puntare sulle famiglie, anche cercando di favorire la natalità pensando magari a dei premi per le famiglie con diversi figli».
«Sviluppo e lavoro»
«Vedremo come affrontare questi prossimi due anni di lavoro cercando di compiere una volata finale» anticipa Olivi che auspica per domani un incontro incentrato su temi reali («Mi auguro un vertice concreto e poco politicante, che lunedì siamo consapevoli che ora serve un’accelerazione e che non è il momento di perdersi in discussioni interne che affaticano solo»). Quindi detta le priorità: su tutte lo sviluppo e il lavoro. «Non dobbiamo diminuire le risorse a sostegno delle imprese, ma si possono rimodulare — spiega Olivi — ad esempio con il credito d’imposta. Serve più coraggio verso la flessibilità dell’uso delle risorse pubbliche per lo sviluppo. Dobbiamo mantenere le aliquote fiscali basse e puntare sulla produttività. Provare a sostenere chi ci punta, magari con l’Irap. Servono aiuti più mirati un uso meno polverizzato delle risorse europee». Poi «attenzione allo sviluppo inteso pure come capitale umano». «Servono risorse per aiutare la nuova occupazione, un nuovo piano sui giovani. Bisogna lavorare per il matching tra offerta e domanda: a breve con l’Agenzia del Lavoro troveremo delle proposte, un piano più aggressivo per i servizi dedicati alle transizioni per Neet e lavoratori senior. Non dobbiamo difendere il posto di lavoro, ma il lavoratore nel mercato del lavoro». Dove reperire le risorse? «C’è ancora qualche sacca di risorse nella pubblica amministrazione — risponde Olivi — Si può razionalizzare il patrimonio della Provincia. Cercare di ottenere più flessibilità dal patto di stabilità per le opere pubbliche ed efficientare la macchina degli appalti. Non è possibile avere opere ferme perché imbrigliate dalla burocrazia». Un ultimo messaggio: «Al vertice mando un messaggio chiaro: difendendo livelli alti di coesione creiamo un clima favorevole per l’occupazione e lo sviluppo».
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«Un’occasione per trovarsi», utile per fare il punto della situazione e impostare il lavoro della parte restante della consiliatura. Con un occhio ai temi sui quali si dovrà risultare convincenti, nel 2018, ripresentandosi agli elettori. Insomma, come ammette qualcuno alla buvette del consiglio provinciale, «dando un occhio alla programmazione elettorale». Ecco in sintesi l’approccio del centrosinistra autonomista al «meeting» di coalizione fissato lunedì pomeriggio al rifugio Maranza.
In quest’ottica, diventa fondamentale la formulazione del bilancio 2016 (sul 2017), con i relativi stanziamenti, che è l’ultimo prima di quello tecnico. Il rilancio dell’economia è la prima preoccupazione dei consiglieri, come fanno capire i capigruppo delle forze di coalizione che si misurano sull’ordine del giorno. «Occupazione e sviluppo sono certamente al centro dell’agenda» afferma Alessio Manica, guida del gruppo consiliare del Pd. Lunedì mattina gli eletti «dem», assieme agli assessori provinciali, faranno una verifica delle priorità da sottoporre poi al dibattito che sarà coordinato dal presidente della giunta Ugo Rossi. L’incontro è atteso fin dalla primavera scorsa.
«Tratteremo i prossimi lavori della maggioranza» chiarisce Lorenzo Ossanna, capogruppo del Patt. «Sicuramente l’argomento principale saranno le ipotesi legate al bilancio, ovvero ciò che la giunta intende attuare utilizzando le leve finanziarie. Insomma le soluzioni per mandare avanti la “macchina Trentino”». Probabile che si faccia un accenno ai nodi che dividono la coalizione, in primis la legge sulla doppia preferenza di genere alle Provinciali. «Il presidente ci dirà come intende proseguire nei restanti due anni della consiliatura» dice Gianpiero Passamani, capogruppo Upt. «Affronteremo i temi in essere, sicuramente bilancio e lavoro».
Riguardo alle questioni contabili, la giunta ha iniziato a discutere la delibera che attua la sentenza del Consiglio di Stato sull’Icef, già presentata dall’assessore Luca Zeni alla quarta commissione. L’impatto della decisione dei giudici — che hanno disposto di non tenere conto nell’Isee nazionale e nell’Icef dei redditi assistenziali e di disabilità — ampliando la fascia dei beneficiari ai vari strumenti di welfare provoca un maggiore esborso per la Provincia di 5 milioni di euro. La disposizione comporta una ridefinizione delle graduatorie ai vari strumenti di welfare (dal reddito di cittadinanza alla casa). La giunta sta valutando di agire o sui parametri o sulle deduzioni per ridurre il costo aggiuntivo finale. «Tuteleremo in ogni modo le fasce deboli» precisa il vicepresidente Alessandro Olivi.
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