Si è presentato in buon anticipo rispetto all’orario della cerimonia delle 11.30, a Palazzo Geremia. Vestito grigio scuro, lucido, con la fascia tricolore ben in vista. Alessandro Andreatta, abbronzato e rilassato all’indomani della vacanza in Salento, ha spiegato il perché della sua presenza alla prima unione civile a Trento.
"Trentino", 4 settembre 2016
Presenza che ha fatto molto piacere alla coppia di giovani: «Ho voluto esserci per dare un segnale: quello che il sindaco crede nella legge. Allo stesso tempo siamo pronti ad applicare sul territorio le unioni civili. L’aspetto legale è il punto d’arrivo di un percorso di sentimenti, di relazione e di amore. Se non ci fosse questo sarebbe una presa in giro per tutti: sia per chi ha scelto l’unione civile, sia per i testimoni, sia per il sottoscritto, che per quanti erano presenti oggi alla cerimonia.
Questo è un rito, positivo, bello, è una festa. Oggi si debbono lasciare stare gli aspetti giuridici e quelli ideologici. Abbiamo scelto la stessa sala dove celebriamo i matrimoni, qui al piano terra di palazzo Geremia. Ho indossato la fascia, come è giusto ed è previsto, perché questo è anche un passaggio formale che presuppone il rispetto dei vostri diritti e che mette voi anche nella condizione di avere dei doveri nei confronti della città». Andreatta ha chiesto a Patrik e Giorgio, e ai presenti in sala, di alzarsi per rendere più solenne il momento dello scambio degli anelli, cadenzando il tutto con misura. Dalle poltroncine è parso un matrimonio in tutto e per tutto.