Intervista al sindaco che in questi giorni è alle prese con i problemi interni alla maggioranza: dalla questione sicurezza ("Stanno arrivando i nuovi vigili urbani") a quello della movida ("Stiamo individuando le aree dove fare eventi") passando per il suo futuro politico ("Non penso alla Provincia").
Giuseppe Fin, "il Dolomiti", 1 settembre 2016
TRENTO. Nessuna futura candidatura alle elezioni provinciali. Quello che avvenne in passato per gli ex sindaci di Trento, Lorenzo Dellai e Alberto Pacher, non capiterà nel 2018 all'attuale sindaco Alessandro Andreatta. Quest'ultimo, eletto primo cittadino la prima volta nel 2009 con 33.468 voti (64,42%) e riconfermato lo scorso anno con il 53,7% dei voti, tornerà a fare l'insegnante. Intanto, però, dovrà affrontare nei prossimi mesi numerosi nodi che vanno dalla sicurezza della città, all'urbanistica e ai sempre più aspri scontri politici all'interno della coalizione. E già sta sera è atteso il primo faccia a faccia con il suo coordinamento cittadino.
Sindaco Andreatta tra due anni si candiderà in Consiglio provinciale?
Questo è il mio ultimo percorso politico. Chiudendo questa consiliatura tornerò al mio lavoro di insegnante. Ho sempre inteso la politica così. Il mio è stato un percorso classico in cui ho cercato il più possibile di rispettare il naturale percorso politico. Prima sono stato consigliere, poi assessore, poi vicesindaco e infine sindaco. Non perché ci debba essere per forza un cursus honorum ma è importante conoscere ogni passaggio, è importante sperimentare ruoli diversi.
All'inzio mi è mancata un po' l'esperienza delle circoscrizioni. Vedevo consiglieri arrivati dai consigli circoscrizionali che avevano già alcuni strumenti per capire cosa sono le interrogazioni, come approcciarsi alle delibere e conoscevano l'iter proceduramentali. Tutti aspetti che con il tempo riuscii a recuperare. Io credo molto nel concetto che in politica non ci si improvvisa. La politica è tanto impegno, fatica, studio, conoscenza diretta ed esperienza. Oggi, ma anche in passato nel ruolo di vicesindaco, dovunque vado vengo fermato per parlare. Questa relazione continua con la comunità è importante.
Parlando di società, come è cambiato il rapporto con la comunità trentina in questi anni?
C'è più impazienza e più sfiducia, o meglio, c'è minor fiducia verso gli altri in generale. Lo si vede addirittura all'interno delle famiglie, ma anche in un condominio oppure dentro una società sportiva o in un'associazione. C'è più litigiosità. Questo vale anche nella politica che è sempre un po' lo specchio della società. Oggi purtroppo si vorrebbe vedere risolto tutto, e spesso le questioni sono personali e non nell'interesse della collettività. Sempre di più abbiamo una cittadinanza radicalizzata su due posizioni. Da una parte esiste un gruppo di menefreghisti che non si riesce ad agganciarli con nulla, sono disinteressati a tutto e spesso sono quelli che non vanno a votare. Dall'altra parte ci sono cittadini ultra motivati che vogliono essere protagonisti.
In consiglio comunale la situazione, soprattutto negli ultimi mesi, è abbastanza tesa. Ci sarà un rimpasto all'orizzonte o una ridistribuzione di deleghe?
Quando dialogo con la città quasi nessuno mi parla di rimpasto e quasi nessuno mi parla di modifiche delle deleghe o di nuove attribuzioni dentro la giunta come è oggi. Vuol dire che la maggior parte dei cittadini è preoccupata di avere servizi di qualità, di stare bene in città e di poter portare avanti qualche passione o interesse. Sotto il profilo politico l'anno appena trascorso a livello di coalizione non è certamente stato come quello dei sei anni precedenti. C'è la fatica normale ad inizio di ogni consiliatura anche se questa è durata un po' di più. Ora vedremo di capire se rientrerà o se si trasformerà in qualcosa di strutturale. Ci sono state poi tante novità. Siamo passati da 50 a 40 consiglieri con diverse persone nuove entrate in aula. Chi è stato eletto per un secondo mandato ha avuto, giustamente, molte attese e lo stesso è avvenuto per i partiti. Come sindaco ho fatto delle scelte che si sono basate certamente sul consenso ricevuto ma anche sulla competenza e sull'esperienza amministrativa. Le scelte che ho fatto probabilmente sono state capite solo in parte. Le decisioni di inserire la componente femminile (3 su 8 in Giunta ndr) e quella di un forte investimento sui giovani, sono due cose che la maggior parte della comunità ha capito ma non le persone dentro i partiti.
Per risolvere la questione si è parlato di distribuzioni di deleghe ad alcuni consiglieri. Tra i nomi anche qualche consigliere, come Tiziano Uez, che sulla stampa ha dichiarato esplicitamente di aver votato contro la maggioranza nel segreto dell'urna. Cosa pensa di fare?
Io ho due deleghe consiliari che non ho voluto distribuire all'inizio. Sarò io a dover scegliere cosa fare. Uez è uscito sulla stampa, assieme ad altri, ma non credo che quei voti siano stati nel merito del regolamento del personale visto che in commissione non era uscito nulla. Appartengono ad un'altra partita di una certa scontentezza, questioni politiche magari non facilmente comprensibili. Questo è quasi più grave per certi aspetti e ci rifletto. Se ci sono temi politici il sindaco è sempre pronto ma in alcuni casi ci sono solo attese personali.
Prima ha parlato di investire sui giovani. Nel vuoto della politica che non riesce a creare una nuova classe dirigente, questo oggi spetta all'amministrazione?
Ritengo sia stato importante investire su persone che in futuro potranno, se i cittadini lo vorranno, prendere in mano questa città e continuare a governarla. Sarebbe bello che questo avvenisse anche all'interno dei partiti. Mi interessa che qualcuno che è cresciuto accanto a me possa restare qui e andare avanti con idee migliori e con grandi capacità e competenze acquisite nel tempo. Oggi i partiti fanno pochissima formazione, anche i sindacati potrebbero farne di più e nel mondo cattolico non c'è più quell'associazionismo che un tempo formava politicamente. C'è il rischio di improvvisazione e di “capitare” in politica per caso. Serve qualcuno che si occupi della formazione degli amministratori del futuro. Una cosa che mi sta molto a cuore ma che vedo poco.
Qual è il programma dell'amministrazione in tema di sicurezza e di riqualificazione?
Stiamo portando a termine la selezione dei nuovi vigili urbani contro il degrado. In circa 50 sono stati chiamati per i colloqui orali. Accanto a questo abbiamo lavorato e lo stiamo ancora facendo su piazze e parchi. C'è stato l'intervento di piazza Dante dove oggi non c'è più nulla da toccare. E' stata voluta fortemente la riqualificazione di piazza Santa Maria Maggiore e ci sono 600 mila euro per piazza Mostra. In piazza Vittoria siamo intervenuti per rifare le casette del mercato e prossimamente ci sarà l'intervento sul palazzo delle Poste. Si tratterà ora di capire come piazza Vittoria possa diventare punto di riferimento anche quando il mercato non c'è nel pomeriggio. Abbiamo poi piazza Duomo per le grandi ricorrenze, per la solidarietà, il volontariato e le manifestazioni sportive. Abbiamo l'occasione di ripensare tutte le nostre piazze e i nostri parchi trasformandoli in aree a tema.Questa è la nostra sfida, per farà nascere occasioni di socialità differenziata e per restituire gli spazi pubblici ai cittadini.
Ai cittadini che provano un senso si insicurezza sempre maggiore cosa sente dire?
Un invito a non state in casa, ad uscite e frequentate i luoghi della città. Questa è la prima risposta a coloro che delinquono, che sono prepotenti e a coloro che decidono fin dall'inizio di non voler rispettare le regole. Non dobbiamo stare in casa. Io continuerò a far intervenire la Polizia municipale dove serve e a chiamare il Questore per la sicurezza dei cittadini. A me piacerebbe che non si facessero dei giri in città per evitare delle zone. Siamo però realisti. Anche negli anni '50 e '60 a Trento mia madre mi diceva: per quella strada non passare fa il giro per l'altra parte.
E per quanto riguarda la vita notturna, come sta proseguendo il confronto tra le realtà cittadine?
Siamo abbastanza avanti sull'individuazione degli spazi che non siano troppo centrali ma nemmeno troppo periferici per gli eventi musicali. Sono circa una trentina. Per quanto riguarda la questione Bici Grill, questo spazio è nato come tale secondo una legge provinciale a servizio delle piste ciclabili. Noi stiamo operando per vedere cosa fare con la legge provinciale e se si riuscirà a modificarla. Se questo accadrà le novità riguarderanno tutti i bici grill che ci sono sul territorio.