L’intervista del governatore Ugo Rossi suscita reazioni diverse in casa Pd e in Progetto Trentino. Soddisfatto per il «sì» al referendum il segretario dem Italo Gilmozzi, che non mostra preclusioni all’allargamento del centrosinistra. Giudica il sì al referendum un «grosso errore» invece Marino Simoni.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 17 agosto 2016
Soddisfazione per il «sì» di Ugo Rossi al referendum costituzionale, nessuna preclusione a possibili allargamenti al centro della coalizione. Italo Gilmozzi si mostra come al solito tranquillo. Anche rispetto al Partito democratico: «Il 29 si riunirà il coordinamento e, da quel momento, bisognerà cominciare a lavorare tutti lancia in resta».
Segretario, il sì al referendum è stato il tema che ha unito la dirigenza del suo partito. Il Patt si mostra meno che tiepido, ma Ugo Rossi ha assicurato che si voterà tutti sì. Soddisfatto?
«La dichiarazione del presidente è molto importante. Ora sappiamo che anche il Patt voterà sì a questo importante referendum, o almeno è quello che ci auguriamo. Ne approfitto per ricordare che non basterà votare sì, bisogna spiegare alla gente perché è opportuno votare sì».
Vogliamo provarci?
«Si tratta prima di tutto di spiegare che questo non è un sì, o un no, a Renzi e al suo governo. Nel caso del Trentino, poi, questa riforma rafforza la tutela dell’autonomia introducendo il principio dell’intesa. Inoltre, la maggiore efficienza amministrativa che si otterrà ponendo fine al bicameralismo perfetto avrà ricadute positive anche per l’amministrazione provinciale».
A suo giudizio, in un contesto di generale riaccentramento del potere statale, la clausola dell’intesa basterà a mettere al sicuro le Regioni a statuto speciale?
«L’augurio è che non si vada verso un riaccentramento dei poteri. Le Regioni avranno per la prima volta la possibilità di esprimersi attraverso una Camera a loro riservata. Quanto alla clausola dell’intesa, tutti i commentatori, anche quelli contrari, sono concordi nel riconoscere che potenzia le attuali difese degli Statuti di autonomia».
È una delle poche cose, sul fronte degli enti locali, che il vostro senatore Francesco Palermo riconosce della riforma. L’ha sorpresa il fatto che Palermo si dia detto dubbioso sul suo voto favorevole?
«Mi ha sorpreso e anche rammaricato. Il senatore Palermo è persona degna della massima stima, ma credo sia meglio prima sciogliere i propri dubbi e poi esternare. Posso capire che alcuni aspetti della riforma non lo convincano, ma non vedo perché debba diffondere anche all’esterno questi suoi dubbi».
Rossi, tra le altre cose, ha anche assicurato che l’incontro di coalizione di cui parlate da mesi si farà in tempi ragionevoli. Si tratta di un momento rituale, o ne avete bisogno?
«Ne abbiamo bisogno ma, come ha già detto anche Olivi, non ha senso arrivare a un incontro del genere per fare una chiacchierata. È fondamentale che i partiti preparino a dovere l’incontro. Inutile, quindi, farlo a breve. Ci vedremo in settembre».
Parlerete anche di un futuro possibile allargamento della coalizione? Rossi ha avuto parole di apertura per Progetto Trentino.
«Quello che dobbiamo fare è definire obiettivi, visione e strategie per il futuro. Una volta che avremo fatto questo, ben venga anche un allargamento se compatibile con il progetto».
Non temete uno spostamento al centro della coalizione?
«C’è chi dice che destra e sinistra non esistono più. Quello di cui sono certo è che dobbiamo potenziare la spinta riformista. Se altri vorranno unirsi, perché no?».
Anche le civiche?
«Le civiche coprono il vuoto lasciato dai partiti. Se sapremo dare messaggi chiari, non credo ci sarà bisogno delle civiche».
A distanza di oltre due mesi dal congresso, come vede il suo Pd?
«C’è molta voglia di partecipare. L’ho percepito girando per i circoli. Ora l’attività è un po’ ferma per via della pausa estiva, ma a fine mese abbiamo un coordinamento e da quel momento si dovrà lavorare tutti lancia in resta».