Qualcosa si muove sul fronte del reperimento degli alloggi privati dove ospitare profughi e richiedenti asilo. «Nelle ultime 2-3 settimane ci sono arrivate 65 disponibilità - informa l’assessore provinciale Luca Zeni - che ora sono al vaglio della parte tecnica per verificare che siano a norma».
L. Marognoli, "Trentino", 29 agosto 2016
Allo stato attuale sono 55 gli appartamenti già attivi, più altri 30 messi a disposizione dalla Curia. Una sorta di “business dell’accoglienza”, secondo il leader della Lega Matteo Salvini, ospite sabato della festa del Carroccio di Pinzolo. «La Provincia - aveva attaccato il segretario - vi ha portato 1500 profughi in Trentino e facendo due conti chi ne tiene tre in casa riceve 3 mila euro al mese: diventa un’occupazione». Accuse che Zeni respinge, dati alla mano: «Salvini non ha detto niente di nuovo, aldilà del fatto che non so come faccia i conti. Quanto versato per l'affitto arriva a poche centinaia di euro, il resto va in altre spese. Il tema è che tutti sono capaci di attaccare, fomentare e strumentalizzare. Non ho ancora capito quali soluzioni proponga lui, perché dire che non ti piace è un conto, ma poi qual è la soluzione che proponi? È chiaro che da un lato ci deve essere serietà e quindi dovremo fare una riflessione sulla situazione internazionale: tutto passa dalla stabilizzazione del Mediterraneo, dal ruolo dell'Europa e da una suddivisione a livello continentale dell'accoglienza. Ma poi quello che noi chiediamo anche allo Stato è di attivare gli hot-spot, i centri di prima accoglienza dove viene fatta una prima scrematura: il problema maggiore infatti è che due anni per una risposta sono troppi, sia per i rifugiati sia per chi deve gestire la situazione. Nel momento in cui i centri ci fossero e i tempi fossero molto più brevi, quel 50% circa di persone che ricevono risposta positiva potrebbe essere inviato sul territorio e si potrebbero avviare percorsi di integrazione più forti».
L’assessore rimane convinto che «l'idea di ospitare queste persone in appartamenti sul territorio in piccoli nuclei sia l'unica soluzione possibile per avere una possibilità di integrazione». E non nega che ci sia un beneficio per le realtà locali che operano nel campo ricettivo: «È vero che abbiamo delle risorse, provenienti in gran parte dall'Europa, che vengono date ai territori fuori bilancio - quindi non possono essere utilizzate per altre cose - e sicuramente c'è anche un indotto economico: questo è un dato neutrale». Al leader del Carroccio, Zeni replica con i numeri: «Dei 30 euro al giorno girati dallo Stato con soldi europei, in Trentino ne vengono spesi 27,5, suddivisi in più voci: noi calcoliamo 150 euro al mese massimo, a testa, per la locazione dell’alloggio (quindi per tre persone chi affitta incassa 400 euro, non tremila), 5 euro di buono pasto, altre risorse per la formazione, i corsi di italiano e l'assistenza, e 2,5 euro di pocket-money. Salvini generalizza: la sua è una lettura che dire riduttiva è poco. L'interesse di tutti è affrontare e gestire il fenomeno: quello che può fare la Provincia purtroppo non è intervenire sulla geopolitica se non insistere sui tempi e sulla realizzazione degli hot-spot, ma trovare soluzioni nella maniera più seria possibile. L'alternativa non l'ho capita: se è semplicemente di lamentarsi, dico che invece in Trentino siamo abituati a lavorare e trovare soluzioni».