Nel Piano regolatore che il Comune sta approntando ci sarà lo spazio per nuovi luoghi di culto. Una moschea, ma non solo, visto che la richiesta per ambienti da adibire alla preghiera è alta: «Abbiamo da tempo aperto pure un confronto con i testimoni di Geova, molto numerosi, che richiedono nuovi locali. E anche con loro, come con i musulmani, si sta facendo un ragionamento che potrebbe tradursi in spazi dedicati alla libertà di professione della propria religione» ragiona Maria Chiara Franzoia.
"Trentino", 2 agosto 2016
E lo fa da un osservatorio privilegiato come l’assessorato alle politiche sociali, familiari ed abitative di Palazzo Geremia.
Assessore partiamo da domenica, con i musulmani nelle chiese, anche a Trento. Che ne pensa? «Un’iniziativa molto forte dal punto di vista simbolico. Un messaggio chiaro che ovviamente ci è piaciuto: per la pace, per l’umanità, sottolineando come le religioni non vadano strumentalizzate per fare del male. Ma credo anche che quanto di positivo è accaduto domenica si giustifichi con la storia recente della nostra città».
A cosa si riferisce in particolare? «C’è tutto un lavoro alle spalle di ecumenismo e tolleranza. Ma anche, e questo è un approccio da amministratore, di lavoro fatto negli anni con le persone immigrate. A Trento con i servizi sociali ed il welfare di prossimità si sono messe in atto delle pratiche importanti».
Non si può negare che, talvolta e per colpa di pochi che sgarrano, l’attenzione dell’ente pubblico verso l’immigrato susciti perplessità in qualcuno. «Ma il rispetto delle regole, ricordo l’Icef ed i tre anni di residenza, sono un primo imprescindibile paletto che vale per tutti. Trento si è confrontata con una società che è cambiata rapidamente. Non è un segreto che in realtà come Gardolo siano presenti persone di 30/35 nazionalità diverse. Si è lavorato e lo si dovrà fare ancora sull’integrazione. Molti sono nati qui e, anche grazie alla scuola, l’integrazione per i più giovani è più agevole. Con la persona adulta è più difficile».
Tante nazionalità e diverse religioni anche in una città medio piccola come Trento. «Le tre religioni numericamente più rappresentate sono ovviamente quella cristiana, ebraica e musulmana. Ma con molte distinzioni, basti pensare all’approccio dei molti polacchi e moldavi o agli ortodossi. E in Trentino sono molto numerosi i testimoni di Geova».
Realtà che chiedono luoghi di culto. «Infatti la libertà di professare la propria religione è tra quelle intangibili. E l’ammistrazione comunale, nel Piano regolatore che sta nascendo, è intenzionata a dare risposte alla domanda di luoghi di culto».
Tra tutti, converrà assessore Franzoia, è la moschea a suscitare più dibattito. E non sempre compostissimo. «Nel Prg si individuerà una collocazione consona e si vigilerà che la moschea sia e rimanga, come deve essere, luogo di culto e non certo di proselitismo di cose diverse».
Più in generale ritiene ci siano degli aspetti nell’integrazione che potrebbero essere migliorati? «Sì. Penso che si possa fare di più e di meglio per quanto riguarda l’accesso ai servizi da parte delle persone di lingua e cultura diverse. Come anche per quanto riguarda le pari opportunità lavorative».