«Dobbiamo essere punti di riferimento»

È stato un richiamo forte all’unità della politica, prima ancora che dei partiti, quello che il presidente della giunta provinciale Ugo Rossi ha lanciato dalle pagine del Trentino. La provincia - ma non solo - sta vivendo un momento delicato di passaggio e di crescita, in un contesto piuttosto difficile a livello locale e internazionale.
R. Tosin, "Trentino", 1 agosto 2016

 

Immaginare il futuro è un esercizio difficile, ma è proprio questa la sfida più importante da affrontare. Le fratture in politica sono all’ordine del giorno e c’è l’impressione che tutti viaggino in ordine sparso, impegnati più a litigarsi gli avanzi che a pensare ad una strategia condivisa, per quanto possibile, che possa riportare su una strada unitaria. Un appello che l’assessore pd alla Sanità Luca Zeni raccoglie e in qualche modo fa suo.

Assessore, il presidente Rossi vede un Trentino diviso, in questo momento difficile. Oggi la situazione economica è molto difficile a livello nazionale e internazionale. La gente è confusa, sono venuti a mancare i punti di riferimento che in altri contesti avevano funzionato. Il compito della politica deve essere quello di di offrire stabilità, mettendo in campo un surplus di responsabilità.

La coalizione di governo però sembra non seguire questa strada. In momenti difficili, la disgregazione e la frammentazione sono più facili. Per questo serve maturare la consapevolezza, da parte di tutti, di essere un punto di riferimento. E da questo punto di vista è assolutamente da sottoscrivere l’invito espresso da più parti, da eminenti personaggi non ultimo il Papa di ricondurre la dialettica fisiologica nell’alveo della civiltà, a cominciare dall’abbandono della violenza nelle parole. Forse anche nel centro sinistra, di fronte ad una mancanza di alternative credibili, si tende alla divisione anzichè all’unità.

Su cosa è possibile puntare come collante: su un leader, su un progetto, su un tema... Sono convinto che sia tutto il sistema che debba tendere verso il confronto, non su una cosa specifica.

L’iter per il nuovo Statuto potrebbe però essere l’occasione anche per avvicinare di più la gente alla politica o comunque all’amministrazione della propria terra. Abbiamo aperto il confronto ad ampi strati della popolazione e il concetto di coinvolgimento c’è, anche se è molto difficile concretizzarlo. Per ora l’iter è separato, ma sarà importante anche arrivare ad un confronto con l’Alto Adige.

Sempre in tema di divisioni dentro la coalizione, si sta spingendo per una verifica di maggioranza subito dopo l’estate. È il caso? Direi che confronti di questo tipo dovrebbero essere più frequenti. E non parlo della necessità di aumentare il numero delle riunioni, ma di trovare periodicamente delle occasioni per fare il punto dello stato dell’arte, fermare le bocce e fare una disamina. Sì, è il caso.

Il presidente Rossi sul tema della sua successione ha lasciato un punto di domanda. Può essere un altro punto di divisione? C’è ancora tempo. Quando sarà il momento valuteremo la situazione, quanto fatto e quali i programmi e da lì partirà un ragionamento complessivo.

Che sarà all’interno di ciascun partito per vantare diritti di prelazione o tra i partiti per individuare effettivamente la scelta migliore? Tra i partiti, come è sempre stato.