#TRENTO - «Commercio, piano strumentalizzato Se non passerà la città avrà un danno»

Maggioranza all’attacco. L’opposizione rilancia: «Abbiamo offerto tre vie d’uscita». Vedere i capigruppo della maggioranza cittadina schierati uno accanto all’altro, di questi tempi, non è fatto così frequente.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 29 luglio 2016

 

Eppure ieri mattina, dopo la serata di scontro in aula sulla variante urbanistica commerciale (Corriere del Trentino di ieri) e in vista della seduta a oltranza (andata in scena proprio ieri), il capogruppo del Pd Paolo Serra, quello del Patt Alberto Pattini e il vice del Cantiere civico democratico Renato Tomasi si sono seduti al tavolo della sala Natività di Palazzo Thun per ribadire, a una voce unica, la loro irritazione per il «muro» di emendamenti ostruzionistici alzato dall’opposizione contro la variante. E, in particolare, contro la previsione di costruzione di grandi superfici di vendita fino a 10.000 metri quadrati in via Maccani.

«Chi governa deve poterlo fare, mentre chi è all’opposizione ha il compito di controllare l’operato della maggioranza» ha ricordato Pattini. «L’uso distorto dell’ostruzionismo però — ha proseguito — è un modo per alterare in modo travolgente questo quadro. La maggioranza non può essere ricattata: non possiamo essere ostaggio di azioni di forza». Dello stesso tono le valutazioni di Serra: «Siamo di fronte a una situazione non più sostenibile, a una strumentalizzazione politica: a gennaio, per la prima adozione, non sono stati presentati emendamenti ostruzionistici e il testo, da allora, è cambiato pochissimo. Se la minoranza, in questi mesi, avesse portato in commissione proposte e dubbi, ne avremmo potuto discutere e trovare una soluzione. Ma forse la questione non riguardava il merito». E ha aggiunto: «Abbiamo anche noi le nostre colpe: avremmo potuto velocizzare i tempi. Ma ce l’abbiamo messa tutta e abbiamo lavorato. Se la delibera non sarà approvata, non sarà colpa nostra». Se non ci sarà il via libera, il piano sarà preso in mano da un commissario, «con ritardi non solo sulla variante, ma anche sulle altre delibere: e questo solo per mettere in cattiva luce il sindaco Alessandro Andreatta». «Lo scopo — gli ha fatto eco Tomasi — è proprio questo: screditare la giunta. Non è una questione di merito: su via Maccani ogni costruzione è condizionata a un passaggio in circoscrizione, in commissione e un duplice passaggio in consiglio. Questo è solo un pretesto».

Accuse alle quali, a stretto giro di posta, ha risposto l’opposizione. «Siamo disponibili — è il testo di una nota firmata dai capigruppo di Lega, Civica, 5 Stelle e Forza Italia — ad approvare immediatamente la variante, con ritiro immediato di tutti gli emendamenti, se giunta e maggioranza accoglieranno una delle tre ipotesi proposte: stralcio delle aree commerciali in via Maccani lato est, stralcio delle aree commerciali su tutta via Maccani o riduzione a 3.000 metri quadrati delle aree commerciali. La palla ora passa alla maggioranza: deve dire se l’area di via Maccani del Sait è di tale fondamentale importanza da far saltare l’approvazione».

E a intervenire nel dibattito è anche la Filcams Cgil. «Il Trentino — tuona il segretario Roland Caramelle — non è il Veneto, non servono nuove grandi superfici di vendita. Il piano persegue la politica delle varianti puntiformi, spesso funzionali a interessi privati». L’invito è chiaro: «Sospendere il dibattito in aula e ripartire da un confronto tra le parti».

 

PAOLO SERRA:

Ieri sera alle 2.00 vengono approvati approvati i criteri di programmazione urbanistica del settore commerciale del Comune di Trento. La maggioranza ha mantenuto ferma la sua posizione senza cedere alla richiesta delle minoranze che con oltre 2000 emendamenti cercava di togliere dal piano commerciale l’area di via Maccani o di mettere dei vincoli sui metri quadrati da costruire su quelle aree che già esistono. Le minoranze sapevano che l’area in questione doveva essere discussa prima di qualsiasi ipotesi di dimensioni e metri quadri, tramite un accordo tra pubblico e privato.

Mettere un vincolo a priori non aveva senso ed impediva che l’amministrazione nel caso ci fosse stata richiesta di valutare e indicare quello che per la collettività era più opportuno. Sapevamo tutti che questa era solo un modo per cercare di mettere in cattiva luce la Giunta e il Sindaco. Questa fermezza da parte della maggioranza ha portato ad un accordo che non parla più delle zone contestate e neanche di metri quadrati ma dice” Gli schemi di accordo urbanistico relativi alle aree di cui al presente comma devono essere preventivamente approvati dal Consiglio comunale, qualora la superficie di vendita superi i 5.000mq.”

Un passaggio in più in consiglio comunale che da più visibilità a qualsiasi scelta e a fronte di questa trasparenza, proposta dalla maggioranza, ed accettata dalle minoranze, che è stato raggiunto l’accordo. Niente commissario e avanti a tutta, nonostante i tanti personaggi politici e non che davano per persa questa partita da parte dell’amministrazione che governa questa città.