La risposta, per una volta, è stata compatta: di fronte all’azione (anche in questo caso unitaria) della minoranza contro la variante urbanistica commerciale approdata martedì in aula per l’adozione definitiva ( Corriere del Trentino di ieri), il centrosinistra autonomista cittadino ha reagito con una voce unica.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 28 luglio 2016
Respingendo la richiesta dell’opposizione di stralciare la previsione di grandi strutture commerciali in via Maccani (così come la mediazione che suggeriva una riduzione dei metri quadrati da 10.000 a 3.000). E accettando la «sfida» dell’ostruzionismo. «Siamo pronti a rimanere in aula a oltranza» ha spiegato ieri Paolo Serra (Pd). Che dopo aver sentito i colleghi Alberto Pattini (Patt) e Massimo Ducati (Cantiere) si è presentato all’incontro dei capigruppo convocato per le cinque con una proposta: proseguire nell’esame degli emendamenti nella serata di ieri (oltre 500 quelli presentati da Civica Trentina, Lega nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia) e puntare, questa sera, a una discussione a oltranza, per riuscire in qualche modo a chiudere la partita entro la fine del mese. Proposta che però è rimasta sulla carta: i capigruppo di minoranza infatti non si sono presentati, facendo mancare il numero legale e rendendo impossibile, dunque, qualsiasi decisione. Almeno in quella sede.
La prospettiva, in ogni caso, non è cambiata. «Siamo compatti» hanno assicurato i consiglieri della coalizione, ribadendo il vero nodo dello scontro: in molti non hanno gradito l’«effetto sorpresa» dell’opposizione. «In commissione — ha aggiunto Serra, ripreso poi in aula da Stefano Bosetti — nessuno ha detto nulla. Poi sono arrivati 500 emendamenti».
Un muro contro muro che ieri si è respirato anche nelle dichiarazioni. Con prese di posizioni nette dai diversi schieramenti. «Da gennaio a oggi — ha sottolineato il sindaco Alessandro Andreatta — non ho avuto alcuna comunicazione, in alcuna forma, che riguardasse la previsione di via Maccani finita nel mirino dell’opposizione. Solo Confcommercio, nella sua osservazione, ha fatto un riferimento. Ma niente altro». Di tutt’altro tenore Andrea Maschio, che si è detto offeso dalle accuse di «ricatti e malafede» lanciate dalla maggioranza. «In prima adozione — ha ricordato il consigliere 5 Stelle — il Pd ha inserito, in modo subdolo e furbescamente, un emendamento che introduceva la possibilità di grandi centri commerciali nelle aree a est di via Maccani e della Bermax. Sono loro a fare l’agguato».
E il clima teso è continuato anche durante la seduta: a inizio riunione la minoranza è uscita dall’aula per cercare di far mancare il numero legale sfruttando qualche assenza in maggioranza. Ma la manovra non è riuscita (con applauso del centrosinistra). Poi, tre ore di presentazione di emendamenti. Con una denuncia di Paolo Negroni (5 Stelle): «Il sindaco non si permetta più di venire a dirci che da domani partirà una gogna mediatica contro di noi». Immediata la replica del sindaco: «Non ho mai minacciato nessuno, non fa parte della mia indole. L’ostruzionismo rende più difficile il dialogo».
Oggi si prosegue. A oltranza: a intervenire, dopo il nulla di fatto dei capigruppo è stato Andreatta, firmando la prosecuzione dei lavori fino al voto. Quindi, se sarà necessario, si andrà avanti fino a domenica. Obiettivo: evitare il commissariamento. Sul quale Confcommercio ammette timori: «I rischi di un commissariamento costituirebbero ulteriore occasione per procrastinare l’approvazione di uno strumento che potrebbe favorire occasioni di rilancio della rete commerciale».