Nel partito democratico cresce il fronte «civico». Andrea Robol, assessore a Trento e sostenitore della mozione Gilmozzi al congresso, sposa la tesi di Elisa Filippi, componente della direzione nazionale.
"Corriere del Trentino", 24 luglio 2016
«Vorrei condividere il suo ragionamento in riferimento ad un auspicato e necessario inizio di dialogo con le realtà civiche da parte di un Pd trentino che voglia aprirsi. Un partito che tenta il dialogo con le realtà civiche — prosegue Robol — non darebbe l’idea di essere debole quanto piuttosto, al contrario, di una realtà politica decisa a tornare alla sua vocazione originaria, uscendo da una pericolosa autoreferenzialità». L’approccio è opposto a quello di Alessio Manica, nelle fila della mozione Bozzarelli, che aveva parlato di «segnale di debolezza».
«Del resto — continua — lo stesso vicepresidente Olivi aveva invitato ad un ragionamento di federare realtà civiche attorno alla nostra esperienza politica e il modo migliore per farlo credo sia partire dalle risposte ai problemi concreti, come suggerito da Filippi. Indubbiamente un tema sul quale sarà interessante confrontarsi è rappresentato dalla riforma costituzionale, il cui dibattito supererà le appartenenze partitiche. In fondo, se il Trentino ha rappresentato un’anomalia positiva in Italia lo deve al centrosinistra che ha tratto nuova linfa dai territori, in molti casi amministrati da liste “civiche”».