Sara Ferrari promuove Francesco Profumo. Il giorno dopo il resoconto delle attività svolte negli ultimi sei mesi dal presidente della Fondazione Bruno Kessler, l’assessora provinciale mette in luce il rispetto degli obiettivi che erano stati fissati per Fbk, valuta positivamente la decisione di investire sul ruolo del centro per le Scienze religiose ed esprime ottimismo per la scelta del nuovo direttore dell’Istituto italo-germanico e sul futuro di Create-Net e Graphicnet.A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 24 luglio 2016
Assessora, come valuta la riforma della fondazione messa in atto dal professor Francesco Profumo?
«Fin dall’inizio di questa legislatura abbiamo dato indicazioni precise, prima al professor Egidi e poi a Profumo, di semplificazione del quadro, di ricondurre nel core business della fondazione le sue partecipate e i suoi satelliti, infine di rendere più chiara l’azione di Fbk, che si distribuisce in tanti poli e necessitava di un’identificazione. Questo processo sta arrivano al termine, quindi per noi non può che essere un motivo di soddisfazione».
Crede che la maggior autonomia garantita alla fondazione attraverso il nuovo accordo di programma sia la chiave di volta dell’intera riformulazione?
«Con l’accordo di programma abbiamo condiviso l’indirizzo della programmazione. Poi abbiamo accolto un ragionamento che prevedeva la trasformazione della fondazione in un ente di ricerca con maggiori responsabilità. Ciò ha significa consentire maggior flessibilità nella gestione dei bilanci i cui effetti vengono però valutati in maniera molto chiara. Per noi è importante che Fbk resti nel limite fissato della spesa per il personale, che non può superare il 75% del trasferimento da parte della Provincia. Se poi la fondazione è in grado, come è, di trovare nuovi finanziamenti allora sono liberi di gestirli. Questo, oltre alle pubblicazione, è per noi un ulteriore elemento di valutazione, perché è importante garantire che una colonna portante del sistema trentino, qual è Fbk, sia capace di creare indotto e valore per il territorio anche in prospettiva. La fondazione è dunque un alleato della Provincia, pur nella sua autonomia, nello sviluppo del territorio».
Dati i recenti tragici avvenimenti di Nizza e, ancor più d’attualità, quelli di Monaco, apprezza il potenziamento del Centro per le Scienze religiose e crede sia una buona idea quello di aprirlo alla cittadinanza?
«Assolutamente sì. La svolta, a dire il vero, era già iniziata circa un anno fa con la scelta del nuovo direttore. Fin da allora la prospettiva era questa, e di recente, per quanto accaduto, si è deciso di rafforzare. Oggi fare ricerca e studiare le religioni equivale ad attualizzare il discorso nella loro vita condivisa. Il centro può diventare per il Trentino un luogo che aiuta a sviluppare un ragionamento ormai non più ignorabile, non più secondario bensì prioritario. Mi piacciono quindi molto il taglio moderno e aperto che si darà al centro, già ricco di storia e competenze, il quale non si richiuderà al suo stesso interno».
Cosa si aspetta dalla scelta del direttore dell’Istituto italo-germanico la cui prima call è stata infruttuosa?
«Sono ottimista. Credo che sarà possibile individuare delle persone competenti e allo stesso tempo capaci di aprire sempre di più l’istituto al dialogo extra-provinciale, quindi anche dotati della capacità di intercettare finanziamenti europei».
Cosa immagina per il futuro di Create-Net e Graphicnet?
«L’approdo a cui si è giunti per entrambe è il risultato di un percorso che abbiamo condiviso. Create-Net entrerà a far parte di Fbk mentre per Graphitech l’auspicio è di trovare finanziatori privati interessati, capaci di riconoscere le competenze delle persone che si trovano al suo interno».
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