Oggi la Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore alla salute e politiche sociali, Luca Zeni, ha approvato la rete provinciale dei punti nascita, incardinati nelle strutture ospedaliere di Trento, Rovereto, Cles e Cavalese, stabilendo contestualmente la cessazione del punto nascita di Arco a partire dal 1 agosto e confermando la cessazione dell'attività del punto nascita di Tione dal 23 maggio scorso.
Ufficio Stampa Provincia, 22 luglio 2016
"Diamo oggi definitiva configurazione dei punti nascita in Trentino, basata su quattro strutture, ma anche sulla rete di operatori che affiancano le donne in stato di gravidanza in quello che abbiamo strutturato come percorso nascita territoriale. Mettiamo in sostanza dei punti fermi, a garanzia delle donne in stato di gravidanza, potenziando il protocollo previsto per il trasferimento degli interventi urgenti, assicurando l'assistenza ostetrica notturna nelle Comunità delle Giudicarie e dell'Alto Garda e Ledro e garantendo alle donne un'adeguata accoglienza, tutela e ospitalità negli ospedali di Trento e di Rovereto, anche valutando modalità di accoglienza di un accompagnatore della gestante. Infine le competenze sviluppate dal personale di Tione e Arco - ginecologi, ostetriche, pediatri, anestesisti, infermieri - che hanno saputo garantire gli alti standard di qualità e professionalità delle rispettive U.O. di Ostetricia e Ginecologia, troveranno il modo di essere valorizzate".
La riorganizzazione della rete ospedaliera operata dalla Giunta provinciale nel dicembre 2014 aveva lasciato in sospeso l’assetto dei punti nascita, in particolare delle strutture ospedaliere di Cles, Arco, Cavalese e Tione.
Con il presente provvedimento si procede pertanto alla definizione della rete provinciale dei punti nascita, decisione che scaturisce da un percorso articolato caratterizzato, oltre che da molteplici incontri con le Comunità, anche da continui contatti con il Ministero della Salute. Il dibattito si è sviluppato soprattutto in ordine alla possibilità di derogare alle norme nazionali riguardanti la soglia minima di attività di 500 parti/anno al di sotto della quale i punti nascita interessati devono cessare l’attività. Il ministro Lorenzin ha infatti stabilito, con un decreto nel novembre del 2015, la possibilità per le Regioni e Province autonome di presentare al Comitato percorso nascita nazionale (CPNn), richieste di mantenimento in attività di punti nascita con volumi di attività inferiore ai 500 parti/anno in deroga a quanto previsto dalle norme nazionali.
I confronti con le Comunità delle Giudicarie (26 aprile) e Alto Garda e Ledro (9 giugno) hanno portato alla sottoscrizione di due Protocolli di intesa in materia di sanità che hanno fissato precise azioni ed interventi qualificanti sui due ospedali - di Tione ed Arco - e nei territori di riferimento, oltre a stabilire per Tione, la chiusura del punto nascita e, per Arco, l’adeguamento dell’assistenza materno-infantile conformemente al parere del Ministero della Salute.
Nel corso di questo primo semestre dell’anno sono partite più istanze della Provincia di Trento al Ministero della Salute e al Comitato percorso nascita nazionale per mantenere in attività i quattro punti nascita di Arco, Cavalese, Cles e Tione con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno. Il 22 giugno il Ministero della Salute ha formalmente comunicato il parere del Comitato percorso nascita nazionale, in base al quale:
La Provincia, in ottemperanza al parere vincolante del Comitato percorso nascita nazionale, ha quindi definito i punti nascita del servizio sanitario provinciale:
La Provincia ha quindi dato mandato all’Azienda sanitaria di porre in essere tutte le azioni finalizzate a garantire nei due punti nascita in deroga il rispetto degli standard previsti dalla normativa in particolare di:
La Provincia ha poi dato mandato all'Azienda sanitaria di assicurare nelle Comunità delle Giudicarie e Alto Garda e Ledro il potenziamento del protocollo di trasferimento delle donne in stato di gravidanza che richiedono interventi di urgenza/emergenza, nonché la messa a regime del percorso nascita territoriale - anche con l’attivazione della reperibilità ostetrica notturna - a garanzia di tutti i servizi assistenziali durante la gravidanza e dopo il parto, per l’assistenza al puerperio e per l’assistenza ai neonati/bambini. In base a questo percorso inizia infatti una nuova fase nell’assistenza delle donne in gravidanza che saranno accompagnate alla nascita da una rete integrata di professionisti; il fulcro del modello è l’ostetrica dedicata che seguirà la donna garantendo la continuità delle cure, l’assistenza pre e post-natale, l’educazione, il counselling e lo screening per promuovere e monitorare il benessere della mamma, del neonato e della famiglia nel suo insieme, assicurando la tempestiva presa in carico della donna e la programmazione di tutti i controlli necessari dall’inizio della gravidanza alla fine del puerperio.
Infine, fra gli indirizzi assegnati all'Apss, anche quello di valutare modalità di accoglienza, anche ricorrendo a strutture ricettive esterne, di un accompagnatore della gestante e, se del caso, della gestante stessa che sono residenti nei Comuni del territorio provinciale che meritano particolare attenzione in relazione alle distanze e alle condizioni di traffico, e questo sia durante il periodo del parto, sia in seguito ad altri eventi occorsi durante la gravidanza, che presuppongano la permanenza/ritorno presso le UU.OO. di Ostetricia e ginecologia di Trento e Rovereto.