Hanno intitolato l’incontro «Le ragioni del sì» e a spiegarle, «nella duplice veste di consigliera regionale e docente di diritto pubblico», hanno chiamato Donata Borgonovo Re: per i socialisti e riformisti trentini «le ragioni del sì non vengono ancora del tutto esposte sistematicamente» come sottolinea il coordinatore del loro comitato per il sì al referendum costituzionale Raffaele Mauro.E. Ferro, "Corriere del Trentino", 22 luglio 2016
E «non si tratta di essere pro o contro Renzi» sostiene Alessandro Pietracci, segretario provinciale del Psi. Le motivazioni del sì i socialisti le condensano agilmente in nove punti, fra i quali la possibilità di «superare il bicameralismo perfetto e rendere più snella l’approvazione delle leggi», «dare più stabilità all’azione del governo in parlamento», «razionalizzare le competenze tra Stato e Regioni senza confusioni o conflitti di competenza». Questi, secondo Mauro, «i capisaldi di una riforma importante, che richiede l’impegno di tutti coloro che non accettano i conservatorismi di destra e di sinistra».
Che sia una riforma di rilievo lo sottolinea anche Donata Borgonovo Re: «Più la si legge, più si comprende il suo innegabile valore — afferma — vale la pena metterla alla prova». L’ex assessora alla salute tiene a precisare di «non aver pensato né a Renzi né tantomeno alla ministra Boschi» nel formulare il suo giudizio, «ma al contenuto del testo: è meditato e ragionato e potrà trasformare il funzionamento delle nostre istituzioni». In particolare, secondo Mauro, «andando a incidere sulla stabilità del sistema politico, dalla quale dipende la sorte del Paese, avviato da tempo in una transizione indefinita». «Il testo che verrà sottoposto al giudizio degli elettori non risolve tutti i problemi, e presume anzi ulteriori interventi di adeguamento dell’edificio costituzionale — ammette ancora Mauro, docente al dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’università di Trento — ma la bocciatura delle riforme comporterebbe una grave battuta d’arresto a un processo riformatore che va promosso, certo anche adeguatamente corretto, ma non fermato». Fra gli aspetti positivi della riforma Borgonovo Re annovera anche «l’introduzione della possibilità di disciplinare il referendum propositivo e quello di indirizzo», «l’inserimento del tema della trasparenza nelle funzioni amministrative», «la certezza nei tempi decisionali». «Non contiene, inoltre, alcuna minaccia alle autonomie speciali — conclude — la loro dimensione permane ed è solida».
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