Non una staffetta generazionale, ma un nuovo modello di lavoro e cooperazione. Perché se l’azienda è senza eredi da oggi c’è la possibilità di affidarla a un giovane imprenditore. Questa in sostanza l’essenza dell’accordo firmato ieri tra associazione Artigiani, Provincia autonoma di Trento e Agenzia del Lavoro.
L. Pisani, 15 luglio 2016
Un protocollo d’intesa che prevede il sostegno del ricambio generazionale all’insegna della promozione dell’occupazione nelle imprese artigiane, con 700.000 euro messi a disposizione dalla Provincia per i prossimi 3 anni per investire sulla formazione di questi giovani imprenditori.
«Soldi recuperati dai vitalizi restituiti dai consiglieri provinciali» sottolinea Roberto De Laurentis, presidente degli Artigiani, mentre spiega la valenza dell’iniziativa. «Si tratta di un percorso partito nel 2014 con un progetto pilota in Alta Valsugana. Sono state coinvolte 200 aziende, hanno risposto 90 giovani di cui ne abbiamo selezionati 27. Oggi 5 di questi sono diventati imprenditori prendendo le redini di attività che altrimenti avrebbero chiuso». Già, perché le aziende non chiudono solo per la crisi, ma anche perché può non esserci più la voglia o l’energia per andare avanti. «Un peccato sprecare competenze, saperi e tradizioni — aggiunge il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi — con questa iniziativa diamo linfa vitale e rinnovamento all’economia del nostro territorio. L’idea all’inizio sembrava minuta e circoscritta nell’ambito territoriale, invece, visto il successo, con la firma di questo protocollo diventerà un preciso modello di lavoro e cooperazione».
Nel contesto l’Agenzia del lavoro non solo agirà su chi sta cercando occupazione ma anche nell’altro verso, mettendo quindi in contatto chi offre l’impresa. «È un modello innovativo di porci — puntualizza il presidente dell’Agenzia del lavoro, Riccardo Salomone — perché gli stessi lavoratori potranno diventare imprenditori. Andremo a dare una soluzione di continuità tra lavoro autonomo e subordinato grazie a una sinergia tra pubblico e privato che sempre più spesso si vede operativa».
Insomma una svolta nella politica attiva per l’impiego con l’Agenzia del lavoro che avrà il compito di finanziamento e attuazione delle attività formative e dei tirocini presso le imprese individuate; l’associazione Artigiani dovrà sensibilizzare il territorio e il settore produttivo su tale opportunità e individuare le aziende prossime al ricambio generazionale e interessate ad un affiancamento nei ruoli imprenditoriali e alla cessione dell’azienda; la Provincia (l’assessorato allo sviluppo economico e del lavoro) dovrà individuare i finanziamenti disponibili e promuovere sui tavoli momenti di valutazione e progettazione condivisi su tale iniziativa.
«Il lavoro autonomo deve essere messo al centro dei servizi e delle politiche del lavoro — conclude Olivi — ci sono attività che non si devono spegnere e nostro compito è aiutare ad alimentarle».