Prima di dare il via ai lavori, aveva lanciato un appello accorato: «Cercate di trovare un nome condiviso, perché se dovessero emergere più indicazioni sarò io a dover scegliere e mi auguro di non doverlo fare».
B. Dorigatti, "Corriere del Trentino", 11 luglio 2016
E invece sarà proprio Bruno Dorigatti, la prossima settimana, a indicare i nomi degli ultimi tre rappresentanti della Consulta per la riforma dello Statuto, provenienti dal mondo dell’associazionismo trentino: li individuerà, in base al criterio della rappresentatività, nel ventaglio delle 18 candidature emerse ieri.
Le designazioni
Sono state 89 le associazioni chiamate ad esprimersi, 78 gli esponenti presenti all’assemblea al palazzo dell’istruzione: 12 su 13 del settore ambientale, 29 su 31 in ambito culturale e 37 su 45 per il sociale, l’area che ha faticato maggiormente a trovare convergenza ripresentandosi alla seduta plenaria con dieci nominativi. Fra i più votati all’interno della seduta di settore Fabio Pizzi (Acli), Alessia Buratti (Giovani professionisti), Massimo Komatz (Villa Sant’Ignazio). Ma non mancano nemmeno designazioni istituzionali, da quella dell’ex assessore provinciale alla sanità Mario Magnani all’ex direttore dell’ufficio di rappresentanza della Provincia all’Unione Europea Vittorino Rodaro. Fra gli altri nomi anche quello dell’ex preside della facoltà di giurisprudenza Roberto Toniatti, Roberto Dalmonego, Mattia Diffini, Daniela Filbier e Dioniso Aurelio Palazzini.
Dall’universo ambientale (dove, allo stesso tavolo, sedevano, fra gli altri, cacciatori e Lega per l’abolizione della caccia) sono emersi i profili di Salvatore Ferrari (ex presidente di Italia Nostra), Sandro Flaim (ex dirigente del Servizio beni architettonici della Provincia, già presidente dei cacciatori trentini) e Martina Loss (dipendente del gruppo consiliare della Lega Nord), mentre il panorama culturale ha espresso le nomine dello storico Vincenzo Calì, del giornalista Paolo Magagnotti, della prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’università di Trento Barbara Poggio, dell’ex assessora e consigliera provinciale e regionale Paola Vicini Conci e di Antonio Barbetta.
Le perplessità
A lavori conclusi, però, dal mondo associativo trapela perplessità. C’è chi avrebbe preferito ammettere all’assemblea solo le onlus, chi sottolinea la diversità dei profili chiamati a condividere un unico nome (si diceva di animalisti e cacciatori, ma anche, ad esempio, di Arcigay e Arcilesbica assieme all’Ucid). «Tre rappresentanti su 25 per la società civile sono pochi» sostiene Paolo Zanella, mentre Ilaria Todde sottolinea «la necessità di un confronto più ampio: due ore sono poche per una discussione reale». Emiliano Bertoldi (Atas) invece plaude allo «sforzo di coinvolgimento quanto più diffuso possibile, tutt’altro che scontato», mentre Più democrazia in Trentino chiede l’istituzione di una Consulta popolare «con l’obiettivo di elaborare idee, progetti, proposte che entrino nel dibattito che si svolgerà al tavolo istituzionale».
La sintesi
Il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, tuttavia, cerca di guardare al classico bicchiere mezzo pieno: «La speranza era di ottenere già i tre nomi — ammette — ma non è un dramma: la democrazia vuole questo. Sono contento del lavoro svolto e della passione emersa dalle sedute, speriamo ci possa accompagnare fino alla fine dei lavori. Al di là dei numeri, quello ottenuto è un grande risultato».
Toccherà a lui, ora, sentito l’ufficio di presidenza che provvederà a verificare la rappresentatività delle varie associazioni, nominare i tre componenti che andranno a chiudere il cerchio della Consulta: «Poi dovrò designarne il presidente — spiega — spero che a settembre l’organismo possa iniziare il percorso per la definizione di un progetto di riforma. Sarà importante anche cercare la massima convergenza di percorso con Bolzano».