Mercoledì e giovedì sono stato in visita ufficiale a Berlino nell'ambito delle attività del Consiglio d'Europa. In tale occasione ho avuto l'opportunità di incontrare alcuni esponenti della SPD membri della delegazione tedesca al Consiglio d'Europa, il Ministro degli esteri Steinmeier, il Sottosegretario agli Affari europei Roth, la Commissaria dei diritti umani Kofler e i rappresentanti di alcune NGO.Michele Nicoletti, 8 luglio 2016
Nei vari incontri abbiamo discusso delle prospettive dei Socialisti e Democratici europei, condividendo come sia necessario un ripensamento delle categorie politiche tradizionali e una più forte azione congiunta tra i gruppi dei diversi Paesi al fine di favorire più incisive politiche di crescita e di occupazione e un nuovo modello sociale europeo più efficace, attento alle nuove trasformazioni e proiettato in questa nuova fase politica, economica e istituzionale. Abbiamo inoltre riflettuto sulle prospettive di sviluppo dell'Unione Europea, alla luce della crisi migratoria, della Brexit e dell'affermazione dei nuovi movimenti populistici. E' necessaria un'azione più incisiva a livello sovranazionale che rafforzi la dimensione collettiva, valorizzi i principi di solidarietà e mutuo riconoscimento e superi la dicotomia tra interesse nazionale ed interesse europeo. Di questo processo deve certamente farsi carico la Germania, analogamente a quanto fatto con la gestione del fenomeno migratorio, ma gli altri Stati devono esercitare un rinnovato protagonismo e superare le contraddizioni e l'instabilità interna che spesso minano la loro credibilità e indeboliscono le loro potenzialità. Lo sforzo deve essere quello di ridefinire l'equilibrio tra le sollecitazioni derivanti dalle opinioni pubbliche interne e la necessaria azione a livello sovranazionale. Infine ci siamo confrontati sul ruolo del Consiglio d'Europa quale arena di dialogo e di ricomposizione delle tensioni tra i diversi Paesi e quale contesto privilegiato per tutelare e rafforzare il rispetto dei diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto e in particolare sulla situazione dell'Est Europa: dal conflitto tra Russia e Ucraina alla situazione della Turchia. Anche su questo fronte è necessario un ripensamento ai fini di rilanciare il ruolo e l'attività di questa organizzazione internazionale la cui composizione e le cui caratteristiche la rendono strategica. Sulle ratifiche degli accordi internazionali Martedì sono intervenuto in Aula in occasione delle seguenti discussioni sulle linee generali: ddl "Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Turkmenistan sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Roma il 4 maggio 2015"; ddl "Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica, riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo e xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici, fatto a Strasburgo il 28 gennaio 2003"; ddl "Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Bermuda per lo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 23 aprile 2012". Nel mio intervento sul Protocollo sulla criminalità informatica, riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo e xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici, ho colto l'occasione per tributare un omaggio alla figura di Elie Wiesel, vittima e testimone del campo di sterminio di Auschwitz, premio Nobel per la pace, impegnato a livello internazionale per il riconoscimento dei crimini di odio, contro il negazionismo e per l'inserimento degli attentati suicidi tra i crimini contro l'umanità. L'aula della Camera ha ascoltato Elie Wiesel nel 2010, nel Giorno della memoria. E di quella orazione ho voluto ricordare un passaggio essenziale, anche ai fini del lavoro legislativo in corso. Ha detto Wiesel: io so che alcuni sopravvissuti sono preoccupati, cosa succederà quando l’ultimo di noi non ci sarà più ? Io non sono tanto preoccupato, perché credo che chiunque ascolti un testimone diventa un testimone, e quindi, parlamentari, diventate nostri testimoni. Questo Accordo si iscrive anche dentro questo sforzo di memoria, di continuo impegno ad onorare le vittime di quello sterminio e di ogni sterminio, a ciò che questo non si possa più ripetere e perché le persone che appartengono oggi a qualsiasi minoranza non siano fatte oggetto di odio attraverso tutti gli strumenti che la comunicazione oggi mette a disposizione. Una vita perseguitata dall’odio non è una vita che può pienamente dispiegarsi. Qui trovate il testo dei miei interventi nei quali ho esposto i principali contenuti degli accordi. Sul ruolo e le funzioni delle Delegazioni internazionali Ho presentato come primo firmatario una proposta di legge volta a razionalizzare le funzioni e il ruolo delle Delegazioni parlamentari internazionali sulla base delle raccomandazioni delle Assemblee parlamentari delle Organizzazioni internazionali di riferimento e del lavoro svolto in questi anni sia in Italia che all'estero. L'obiettivo principale è quello di migliorare e sistematizzare il rapporto tra la dimensione nazionale e quella internazionale affinché la legislazione interna si uniformi maggiormente a quella esterna e l'azione e le attività svolte a livello internazionale entrino più efficacemente nel nostro circuito parlamentare. Infine la proposta di legge è orientata a migliorare i meccanismi di coordinamento tra l'esecutivo e il legislativo ai fini di un'azione coerente in politica estera. Per quanto riguarda la Delegazione parlamentare al Consiglio d'Europa sono previsti in particolare dei meccanismi di controllo ex ante ed ex post finalizzati ad un miglior coordinamento tra l'attività parlamentare interna ed esterna, ad un miglior rispetto degli standard internazionali, ad una più efficace esecuzione delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ad una più puntuale ratifica dei Trattati internazionali già firmati e ad una maggiore conformità delle leggi alle disposizioni della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Qui trovate la relazione e il testo della proposta di legge. Sugli organici UEPE e le misure alternative alla detenzione Con alcuni colleghi ho presentato una interrogazione a risposta scritta in Commissione sugli organici degli Uffici Esterni per l'Esecuzione Penale e sull'opportunità di incrementare il numero degli assistenti sociali per mantenere e rafforzare l'attuale livello di accesso alle misure alternative alla detenzione. Qui trovate il testo dell'interrogazione. La legge quadro sulle missioni internazionali La Camera ha approvato il ddl recante "Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali". L'approvazione di questa legge quadro è importante, perché supera un periodo di provvisorietà che ha caratterizzato gli ultimi 10-15 anni, in cui si sono susseguiti diversi decreti legge di rifinanziamento delle missioni internazionali. In questo periodo la situazione internazionale è profondamente mutata, sono aumentate le situazioni di instabilità e i conflitti. E di conseguenza anche la presenza delle Forze Armate italiane all'estero è aumentata, soprattutto nei 3 scenari più delicati: Asia, Africa ed Europa (in particolare Kosovo, Libano e Afghanistan). La nostra presenza, sia di terra che di mare, in questi Paesi è indispensabile per evitare che essi riprecipitino nel caos. E l'impegno dei nostri militari riguarda soprattutto il rafforzamento delle istituzioni locali, il supporto alla cooperazione allo sviluppo e l'addestramento. Tra le misure più innovative e importanti di questa legge vi è la chiarezza della procedura autorizzativa che, da un lato, garantisce il protagonismo del Parlamento (sia in fase decisionale che di reperimento delle informazioni) e dall'altro la rapidità delle decisioni. Questa legge, infine, concepisce le spese militari soprattutto come un investimento in sicurezza, pace e democrazia. Infatti il tema della sicurezza nazionale si costruisce anche a partire dall'impegno dell'Italia nel mondo. Qui trovate gli approfondimenti.
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