Il centro studi sull’autonomia proposto da Ugo Rossi finisce al centro di un caso politico. Il Pd spara a zero sul governatore, che aveva liquidato le critiche di Bruno Dorigatti e Alessandro Olivi con la frase «Persone piccole che pensano in piccolo» (Corriere del Trentino di ieri); ma anche nel gruppo consiliare del Patt il progetto (per il quale circolano stime da 600.000 euro) ha creato diversi mal di pancia, con Walter Kaswalder altrettanto sintetico: «Un’indecenza, una vergogna».A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 6 luglio 2016
L’assessora alla ricerca, Sara Ferrari, marca le distanze da Rossi limitandosi al merito: «Facciamo un progetto di ricerca pluridisciplinare e se i senior (come Mauro Marcantoni, indicato dal governatore come coordinatore , ndr) vogliono partecipare, lo facciano a titolo gratuito».
I dem
L’espressione «persone piccole che pensano in piccolo», ieri mattina, ha mandato in bestia tutto il Pd. Nonostante una limatura di sei ore, il comunicato firmato dal segretario Italo Gilmozzi e dal capogruppo Alessio Manica è durissimo: «Stigmatizziamo le modalità offensive, irrispettose e prive di cultura istituzionale utilizzate dal presidente della giunta nei confronti del presidente Dorigatti e del vicepresidente Olivi. Parole gratuite per liquidare una puntuale e necessaria dialettica nel merito, che consideriamo anni luce lontane da come il vertice di un’istituzione dovrebbe esprimersi, e che per questo vogliamo considerare alla stregua di un incomprensibile scivolone».
«Piuttosto che cimentarsi in una risibile catalogazione di piccoli e grandi uomini — aggiungono Gilmozzi e Manica — vogliamo richiamare l’attenzione verso la coalizione di centrosinistra autonomista, che va tutelata e rafforzata, e non invece periodicamente sottoposta a frizioni e dispute evitabili. Riteniamo poi spetti proprio alla coalizione che guida la Provincia stabilire, in maniera condivisa, quali siano le migliori strade da percorrere per comunicare, rafforzare e aggiornare un patrimonio collettivo e sensibile come la nostra autonomia speciale».
La chiusura suona come una bocciatura a più livelli del progetto di Rossi: «Il Pd e la sua rappresentanza in consiglio provinciale che, giova ricordarlo, esprime l’assessora alla ricerca, ribadiscono il proprio favore ad elaborazioni che si propongano di irrobustire la consapevolezza di cosa l’autonomia sia e potrà essere, ma considerano assolutamente prematuro e fuori luogo pronunciarsi in merito a preventivi, coinvolgimenti personali, e fantomatiche strutture prima che venga collegialmente elaborato il progetto al quale tali risorse, menti e uffici dovrebbero servire».
L’assessora
Nel merito del tema, Ferrari pone paletti molto rigidi rispetto all’idea espressa da Rossi. «Non è il momento di fare centri studi — dice l’assessora — Sono favorevole a un progetto di ricerca pluridisciplinare su come si attualizza l’autonomia nei rapporti con lo Stato, con gli altri territori, e che metta a fattor comune ciò che già si fa sull’autonomia alla Fbk, all’università, alla Tsm (diretta da Marcantoni, ndr) o alla fondazione Museo storico. Senza inventarci nulla di nuovo, dobbiamo occuparci di trovare chi ci dà il supporto scientifico, e io penso a ricercatori e dottorandi. Va costruita sul campo l’autorevolezza scientifica». Poi Ferrari precisa: «Solo allora vedremo quali costi può avere l’iniziativa, immaginando che i senior, se vogliono partecipare, diano il contributo alla causa gratuitamente, in linea con l’orientamento che teniamo da tempo in Provincia. Marcantoni? È un pensionato come gli altri. Nel lungo periodo, non si può escludere che, di fronte a buoni risultati, il progetto pluridisciplinare possa strutturarsi in un centro studi. Ma non si comincia dalla fine. Comunque, tema e modus operandi vanno discussi in giunta, perché solo le cose condivise hanno gambe».
Autonomisti
Per Walter Kaswalder, consigliere del Patt, «non si possono buttare via 600.000 euro. Parlo a titolo personale, ma c’è molto malcontento in giro. Vergogna, è indecente spendere quelle cifre: all’università c’è gente che lo farebbe gratuitamente. E poi non si possono incaricare sempre i soliti noti. L’autonomia si spiega anche limitando gli sprechi e levando il ticket agli anziani. Ne parlerò anche discutendo il bilancio». Manuela Bottamedi (gruppo misto) interroga sui costi e ironizza: «Anch’io sono piccola e penso in piccolo, e ne vado fiera».
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