Ecco la delega sul commercio Il Trentino avrà mani libere. Olivi raggiante: «Una svolta, basta liberalizzazioni selvagge»

«Al fine di garantire la tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, incluso l’ambiente urbano, dei beni culturali, il governo del territorio e il mantenimento e la ricostruzione del tessuto commerciale tradizionale nonché la tutela della vivibilità dei centri storici, le Province di Bolzano e Trento possono anche prevedere, senza discriminazione tra gli operatori e nel rispetto del principio di proporzionalità, aree interdette agli esercizi commerciali e limitazioni per l’esercizio del commercio nelle zone produttive».
"Corriere del Trentino", 1 luglio 2016

 

È questo il punto saliente della norma di attuazione sul commercio licenziata ieri sera — a tempo di record — dal consiglio dei ministri. Un provedimento giudicato impossibile all’inizio della trattativa (era ancora assessore Thomas Widmann), poco probabile anche dopo che è era stato inserito nell’accordo Pd-Svp per la sicura opposizione del ministero dello sviluppo, e molto difficile ancora il mese scorso, a norma già approvata dalla Commissione dei Dodici, durante la visita del ministro per le riforme Maria Elena Boschi. «È stata lei a prometterlo durante la visita e devo dire che sono rimasto sorpreso dalla velocità con cui ci si è arrivati. Tutte le opposizioni sulla stampa si dicevano scettiche, nessuno ci credeva, e invece eccoci qui», dice un Arno Kompatscher raggiante, appena uscito dalla riunione del consiglio dei ministri cui ha potuto partecipare, come previsto in questi casi.

Molto soddisfatto anche l’assessore Alessandro Olivi, a sua volta presente a Roma. «La norma — afferma — segna una svolta, perché permette ai nostri territori di andare oltre al regime iperliberalizzatore iniziato con il governo Monti. Questo non vuole dire che erigeremo barricate, ma che potremo regolare lo sviluppo del sistema distributivo in modo che sia più confacente alle caratteristiche del nostro territorio. Del resto si tratta di procedere con la strada già tracciata con la nostra legge varata quattro anni fa che si muoveva già in questa direzione».

La norma permette a Piazza Dante e Palazzo Widmann di continuare la politica di «protezione» del commercio di vicinato e di aperta ostilità verso la grande distribuzione. In premessa, comunque, nel testo si dice che le Province «assicurano la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi natura», salvo quelli elencati all’inizio. Che sono poi gli unici che, da sempre, contano.

«È davvero una grande conquista — spiega ancora Kompatscher — così potremo salvaguardare i piccoli centri e ripristinare le vecchie regole modificando la legge in consiglio. Aspiag? Ovviamente non potremo agire retroattivamente, su Aspiag decideranno i giudici e il Comune di Bolzano».

Niente da fare, invece, per la diversa regolamentazione degli orari che permetta di limitare le aperture nei festivi. «Questa parte è stata stralciata, ma continueremo a portare avanti la trattativa assieme al Trentino», conclude Kompatscher.