Ripartire dai problemi, come quello del Prg, può essere un modo per far uscire la giunta dalle secche in cui è finita, dopo l’ennesimo naufragio a cui i dardi dei franchi tiratori hanno costretto la nave guidata da Alessandro Andreatta. L’ingegner Alberto Salizzoni, consigliere del Pd e presidente della commissione urbanistica nella passata legislatura, è stato più volte indicato come uno dei delusi dal sindaco alla nascita di questo esecutivo, che ha rischiato più volte di affondare.
Tuttavia il suo contegno nei confronti di Andreatta è sempre stato, in questi mesi, di grande pacatezza. Come lo è oggi, parlando di un tema di grande importanza come il nuovo piano regolatore. Un tema in grado di dividere ma anche di unire.
Consigliere Salizzoni, quali sono gli scogli più importanti sulla rotta del nuovo Prg e vi sono delle contrapposizioni in materia all’interno dell’aula? Io non credo che ci siano problemi e contrapposizioni di merito sulle scelte del Prg, visto che finora non se ne è discusso in aula né in maggioranza. Forse un po' di difficoltà ad aggredire l'argomento. Diciamo che è condivisa l'idea che si partirà e abbiamo fatto anche un bell'incontro venerdì scorso sui vecchi piani, partendo dall'esperienza di Dellai e poi di Pacher, per arrivare ad Andreatta.
Un Andreatta con cui Dellai non è stato molto tenero... Io ero lì ma francamente non l'ho rilevato. Quello di Dellai mi era parso quasi un intervento in soccorso di Andreatta: ha esordito dicendo che pianificare oggi è molto più difficile per l’attuale sindaco che ai tempi suoi o di Pacher. Mi pareva più conciliante del solito. Detto questo, io credo che si debba partire, pur con tutte le fatiche del caso. Se ci fosse già contrapposizione sarei contento perché vorrebbe dire che siamo entrati in alcune scelte che devono contrapporci, come succede quando si vuole decidere. Questo non per dire che non si decide: siamo all'inizio e adesso vedremo.
Ma questo Prg è in ritardo, come si afferma da più parti? Rispetto alle promesse o alle esigenze della città? Rispetto alle esigenze. Rispetto alle esigenze della città, il Prg è per definizione in ritardo: da 15 anni ormai con questi strumenti rigidi di tipo conformativo, che fanno fatica a seguire l'evoluzione della città, iniziamo ad applicare il Prg quando la città è già cambiata. Detto questo, siamo vincolati dalla legge della Provincia, che ci dice che lo strumento più o meno sarà quello. Nell’incontro con i tre sindaci, Dellai ha fatto un ragionamento molto simile al mio, quello contenuto nel documento approvato dalla commissione urbanistica e dal consiglio nella scorsa legislatura: anche se riuscissimo a realizzare strumenti urbanistici di nuovo conio, più flessibili e non basati solo sulla zonizzazione come questi, sarebbe importante comunque cercare di sperimentare alcuni indirizzi strutturali, su pochi temi ma che facciano da dorsale, da scheletro ad una pianificazione successiva anche più tradizionale. Varrebbe la pena: potrebbe essere il primo “passetto” preliminare, che io cercherò di fare, con alcuni almeno. Chiariamoci sul come vogliamo scrivere questa nuova pagina, invece che limitarci a mettere una zona colorata. Questo è quello che manca nei piani di vecchio stampo.
A che indirizzi si riferisce? Possiamo ragionarci con dei documenti a parte e sarà bene farlo assieme alla Provincia, che deve accettare questa piccola forzatura.
La mobilità per esempio? Sì, la dorsale di trasporto pubblico locale dovrebbe essere il tema principe. Ma anche la cittadella sportiva: come vada fatta e se con o senza il lido. Sono tantissimi i temi: dobbiamo metterli in fila e dare loro un indirizzo gerarchico per poi inserirli in una visione di città complessiva. C'è anche il commercio, dove un ragionamento è stato solo abbozzato qualche mese fa. Dobbiamo ragionare sulla città che vogliamo, invece che fissarci sulle firme e su chi dovrà stendere materialmente la variante. Che si faccia all'interno o in maniera mista interessa relativamente.
Lei dice tutto ciò in modo costruttivo, non in chiave critica nei confronti di Andreatta… Certo, checché ne pensi qualcuno, magari anche del mio gruppo, pur essendo io una riserva, su questo argomento mi piacerebbe dare il mio contributo, da consigliere e singolo cittadino. Venerdì è stata evocata una partecipazione ampia e questo è uno stimolo che va valorizzato. Pacher ha ricordato come alcune idee sono nate al bar, che è poi il bello della partita urbanistica.
Il Prg può essere un modo, per i sindaco, per riconciliarsi con il consiglio? Bisognerebbe chiederlo al mago Otelma. È una situazione ingarbugliata e alle difficoltà politiche si sommano un sacco di difficoltà personali e i riflessi delle partite provinciali. Il Prg? Non so se potrà aiutare: certo, è una cosa che può entusiasmare e portare a superare alcune frizioni. Ma non saprei dirlo.
Lei è ottimista sul prosieguo della legislatura? Lo sono per natura. Dopo di che, in tempi di Brexit, non ho sicurezze. Se si ripartirà dai temi, come ad esempio il Prg, si potrà aggregare più attenzione all'esecutivo e alla maggioranza stessa. Penso sia la speranza del sindaco, come è anche la mia.
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