Chi lo ha detto che con la cultura non si mangia? I dati del report di Fondazione Symbola e Unioncamere «Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi» sembrano suggerire proprio il contrario. Tra tutti i dati ne spicca uno, quello dell’indotto prodotto dal settore culturale in Trentino: 893,2 milioni di euro, contro gli 871,3 milioni della spesa turistica attivata dal sistema in Alto Adige.M. Romagnoli, "Corriere del Trentino", 28 giugno 2016
Un rapporto che quantifica il peso di cultura e creatività nell’economia nazionale: questo lo studio che mostra che il settore è uno dei motori primari della ripresa. Made in Italy, musei, gallerie, festival, beni culturali, letteratura, cinema, arti visive, design, comunicazione, architettura: questi i campi presi in considerazione dall’analisi. Un sistema che per la regione Trentino Alto Adige nel 2015 misura una produttività culturale e creativa dal valore aggiunto di 1.936,4 milioni di euro, il 2,2% su un dato totale italiano di 89.725,2 milioni. Sempre in regione sono poi 33,8 le migliaia di occupati in questo campo (il 2,3% sui 1,4 milioni in Italia).
Il Trentino Alto Adige è quinto per quanto riguarda la crescita del valore del sistema produttivo culturale e creativo nelle economie regionali; la percentuale in questo caso è dello 0,31% contro i 0,04 punti della media italiana. Ancora migliori (da secondo posto) le performance per quanto riguarda l’occupazione: cresciuta in un anno dello 0,44%. La media nazionale è dello 0,10%. La crescita del ruolo del core culturale nell’economia regionale è dello 0,14% (in Italia la decrescita è di 0,20 punti) per quanto riguarda il valore aggiunto, di 0,24 punti per l’occupazione (terzo posto in Italia, contro una media di -0,10 punti).
Le due province si collocano ai primi posti della top-twenty dei territori per indotto della cultura sul turismo (il totale nazionale è di 29.068,9 milioni di euro): il Trentino conta 893,2 milioni di euro e si aggiudica il quinto posto, sopra Bolzano (al sesto con 21,9 milioni in meno).
In riferimento ai macro settori individuati per le imprese culturali lo studio sottolinea un’eccellenza del Trentino Alto Adige per quanto riguarda libri e stampati (1.325 realtà, 27,4% di incidenza), l’architettura (1.272 presenze, 26,3%), comunicazione e branding (674, 13,9%) e videogiochi e software (654, 13,5%). Seguono, nell’ordine, design (9%), film, video, radio e tv ( 5,1%), arti visive, musica e patrimonio storico-artistico. «Nei videogiochi e nei software — si legge nello studio — la specializzazione appare meno evidente, con alcune regioni del Nord a contendersi il primato: Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte e Friuli». La media nazionale è di 32.743 realtà per l’11,4%, mentre per il Nordest è del 12,5% con 6.816 realtà. «Le Dolomiti — si legge ancora — sono un esempio consolidato di operazione culturale e di partecipazione compiuta su larga scala, anche grazie a una capillare azione formativa sui territori coordinata dalla Scuola per il governo del territorio e del paesaggio di Trento. Altrettanto significative le grandi operazioni culturali in contesti dalla forte connotazione naturalistica: dal Forte di Bard (Aosta) al Muse di Trento». Un accenno viene fatto infine alle iniziative di residenza artistica concordate nel periodo 2015-2017 dalle realtà autonome con il Ministero dei beni culturali.
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