La costruzione del nuovo Prg di Trento dovrà partire da una «visione di città». E dovrà seguire un percorso partecipato. All’Impact hub, davanti a consiglieri, assessori e cittadini, ieri pomeriggio gli ultimi tre sindaci del capoluogo Lorenzo Dellai, Alberto Pacher e Alessandro Andreatta hanno indicato la linea da seguire per la costruzione del nuovo piano, ripercorrendo le loro esperienze ma guardando a presente e futuro.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 25 giugno 2016
Un confronto voluto da Pd e Psi per «spingere» un iter — quello del Prg — che fa fatica a prendere il via.
«La pianificazione — ha sottolineato Dellai, che si è soffermato sul piano approvato nel 1991 — è la traduzione di una visione della città. Chi pianifica deve avere bene in mente i punti prioritari di questa visione». Ma durante il processo di pianificazione, ha aggiunto l’ex governatore, «è necessario individuare anche alcuni progetti integrati», legati anch’essi alla visione complessiva, aprendo a «nuove partnership tra pubblico e privato». «L’operazione Benko a Bolzano, in questo senso, è di grande interesse» ha spiegato Dellai, che non ha trattenuto qualche valutazione politica sulle difficoltà della coalizione cittadina. «La costruzione del Prg — è stato il monito — diventi l’occasione per ricucire il rapporto con la gente. Se non lo facciamo a Trento, che ha sempre avuto una funzione di apripista, diventa difficile farlo in Trentino. Il gioco a nascondino dei voti non è compatibile con questo ruolo di apripista: c’è grande sconcerto per le ultime involuzioni».
Ha riportato alla mente la «stagione pianificatoria» a cavallo tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila Pacher, che ha ricordato non solo il Prg firmato da Joan Busquets («Si parlava di boulevard anche al bar dei Cavai»), ma anche il piano sociale «discusso da più di mille persone», il piano culturale, il piano strategico. «Di quella stagione — ha ammesso Pacher — molti capitoli non sono ancora chiusi. Ad altri, con il senno di poi, avrei dovuto dedicare più attenzione, come a Spini». Ma quel periodo, ha concluso l’ex sindaco, ha mostrato la forza della partecipazione, sulla base di una visione di città.
«Dico sì alla stesura di un Prg partecipato, immaginando che ci sia lo stesso entusiasmo della stagione del Prg di Busquets» è stata la riflessione dell’attuale primo cittadino. Che ha chiarito: «Rispetto ad allora, la città è cambiata profondamente: ci sono più single, più anziani, più stranieri». E anche la pianificazione non potrà non tenerne conto. «È giusto sognare — ha detto Andreatta — ma non ingannare, soprattutto viste le risorse che abbiamo a disposizione. Dobbiamo coniugare il sogno con la responsabilità: non possiamo permetterci di deludere i cittadini. Focalizziamo quindi la partecipazione su pochi temi. Ma su quelli impegniamoci per arrivare a un risultato concreto».
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