Il Comitato percorso nascita nazionale ha concesso parere favorevole al mantenimento dell'operatività dei punti nascita degli ospedali di Cles e Cavalese. Parere negativo è stato invece espresso nei confronti del punto nascita di Arco.Ufficio Stampa Provincia, 23 giugno 2016
La Provincia autonoma di Trento, sulla base del decreto ministeriale dell'11 novembre 2015, aveva infatti fatto richiesta di deroga al requisito della numerosità dei parti (almeno 500 l'anno) quale condizione al mantenimento in attività dei punti nascita negli ospedali periferici."Si tratta di un riconoscimento della qualità del nostro sistema sanitario - sottolinea il presidente Ugo Rossi - e quindi alla sua attenzione per il mantenimento dei servizi e delle risorse nei territori. Questo si trasforma in un impegno per garantire gli standard necessari al mantenimento delle aperture". “A fronte della concreta ipotesi di una chiusura di tutti i punti nascita provinciali con meno di 500 parti l'anno - ha commentato l'assessore provinciale alla salute Luca Zeni - l'ottenimento della deroga per gli ospedali di Cles e Cavalese, testimonia la valenza del lavoro e delle argomentazioni prodotte in questi mesi dalla Provincia e dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari".
Le deroghe prendono atto delle caratteristiche orografiche peculiari dei nostri territori di montagna e della valenza dei servizi d'eccellenza, quali quelli offerti dalla rete delle emergenze, voluti e sviluppati negli anni dall'amministrazione provinciale."L'analisi sui documenti prodotti dalla Provincia - sottolinea l'assessore Zeni - ha consentito al Comitato Nazionale Percorso Nascita di declinare con maggiore dettaglio e aderenza il concetto di sicurezza, dando torto nei fatti a coloro che in questi mesi, si sono strumentalmente posti come profeti della chiusura sulla base del solo paradigma numerico. Dispiace apprendere che il punto nascita dell'ospedale di Arco non ha superato l'esame del comitato nazionale. Dalle motivazioni espresse dal Comitato Punti Nascita appare come siano stati fattori determinanti in questo senso, le condizioni orografiche ritenute meno disagevoli rispetto a quelle dei bacini di riferimento di Cavalese e Cles e il tasso di fidelizzazione delle pazienti (64%) anche in questo caso inferiore agli altri due”.Ottenute le deroghe, la priorità sarà ora quella di ripristinare la piena operatività dei due punti nascita garantendo la presenza H24 in guardia attiva di tutte le figure professionali necessarie. Per questo motivo la Provincia ha dato mandato all'Azienda provinciale per i servizi sanitari di attivarsi fin da subito in questo senso. L'assessore Zeni si rivolge anche alle comunità territoriali interessate: “In un periodo storico nel quale scarseggiano figure mediche specialistiche come quelle dei pediatri e degli anestesisti, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti per assicurarci una presenza stabile di queste professionalità. Invito pertanto i territori a proseguire e attivare quelle iniziative di contesto che possono aumentare l'attrattività degli ospedali periferici quali contesti lavorativi capaci di offrire un'alta qualità della vita”.
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