Il Movimento 5 Stelle che vince 19 ballottaggi su 20. Un’icona del Pd come Piero Fassino che perde la «sua» Torino. I democratici scomparsi da Napoli. I 5 Stelle che conquistano la città eterna. E ancora: Forza Italia ai minimi che si consola con l’arretramento di Renzi, la Lega lepenista di Salvini che arranca. E in Trentino? «Dobbiamo dare rappresentanza agli esclusi, occuparci delle nuove disuguaglianze» dice Alessandro Olivi.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 21 giugno 2016
«Se ci limiteremo al rendiconto delle cose fatte, o ci affideremo ai tatticismi, saremo puniti». «Anche in Trentino — gli risponde Riccardo Fraccaro — prevedo risultati straordinari. Siamo diventati un’opzione possibile anche per l’elettore trentino». Se è vero che questa tornata elettorale non ha toccato il Trentino, anche nella provincia autonoma è stata seguita con attenzione, preoccupazione e speranza.
Olivi
«Cominciamo col chiarire due aspetti. Il primo — premette l’esponente pd — è che ogni territorio ha espresso le sue peculiarità. Il secondo, almeno secondo me, è che non si può liquidare il successo del Movimento 5 Stelle con un voto di destra. È vero che in tutta Europa soffia un inquietante venticello, ma è vero anche che la paura per l’immigrato non ha ripagato Salvini». E allora chi è che ha premiato i 5Stelle? «Gli esclusi. Esiste una crescente forbice nella società italiana tra coloro che hanno accesso alle opportunità e coloro che ne sono esclusi. Si tratta di disuguaglianze diverse a quelle cui eravamo abituati e che cercano una rappresentanza che non sempre la sinistra, ancorché riformista, sa dare. L’esempio più facile — continua l’esponente Pd — è quello dei giovani. Noi giustamente difendiamo il posto di lavoro di chi un lavoro ce l’ha, ma magari dimentichiamo che c’è un mercato del lavoro cui moltissimi giovani semplicemente non hanno accesso». La soluzione? «Riuscire a dare rappresentanza a questi cittadini coniugando insieme la responsabilità di chi sa che non basta demolire tutto e promettere favole con la capacità di immaginare un futuro diverso, anche cambiando strumenti. Le città dove siamo andati meglio sono quelle dove non governavamo da vent’anni».
Il rischio di apparire «vecchi» in Trentino è forse anche maggiore di altrove. «Per questo non dobbiamo limitarci ai rendiconti e dobbiamo costruire in Trentino un’idea di futuro» continua Olivi. Non solo: attenzione anche ai tatticismi. «Se pensiamo che, come in passato, la somma di liste o personalità consegni un risultato algebrico, sbagliamo di grosso. Tutti i tatticismi partitici saranno puniti. Quello che conterà è il messaggio complessivo della coalizione e in questo, come sempre, il Pd avrà un ruolo chiave».
Se Olivi non crede nella semplice rendicontazione, nemmeno pensa che basti surfare sull’onda nazionale, che tanto inarrestabile non sembra più. «Chi si limita ad accodarsi non è credibile. Mi ricollego alla premessa: ogni territorio ha fatto storia a sé, pensiamo a Milano. Noi la nostra storia la dobbiamo scrivere in Trentino».
Fraccaro e Degasperi
«Hanno cercato di dipingerci come un movimento incapace di dare risposte ai bisogni quotidiani. Invece noi abbiamo amministrato città rimediando ai danni fatti dai partiti. In questi anni — osserva il deputato trentino dei 5 Stelle — siamo cresciuti noi, ma è cresciuta anche la consapevolezza dei cittadini. Hanno deciso di non credere più alle bugie di un sistema che risponde non a loro, ma ai potentati economici, hanno capito che Renzi non è altro che l’ultima maschera indossata da questo sistema».
Queste, per Fraccaro, le motivazioni alla base del successo elettorale. In Trentino si dovrà attendere il 2018 per un voto significativo, ma le speranze sono alte. «Fino a poco tempo fa, c’erano persone che ci sostenevano convintamente, mentre gli altri non ci avrebbero mai votato. Oggi, anche in Trentino, l’atteggiamento è diverso e siamo considerati un’opzione possibile. Il Pd è autonomista qui, ma centralista a Roma. Il Patt è ormai spaccato dalla lotta per le poltrone e noi siamo l’unica reale alternativa. Non lo è la Lega che agita sempre le solite paure, ma poi quando ha governato ha fatto disastri. Mi aspetto risultati eccezionali anche in Trentino».
«Oggi — gli fa eco il consigliere provinciale Filippo Degasperi — tocca a tante città importanti fra cui la capitale d’Italia. Domani toccherà anche a Trento e al Trentino, perché quella che monta è un ondata imponente, e l’onestà tornerà di moda anche da noi».