Alzare lo sguardo, non pensare di essere senza competitori, recuperare la vicinanza alla società che era «la forza del centrosinistra autonomista». Michele Nicoletti, deputato del Pd, invita la coalizione provinciale a un rilancio partendo, nella sua analisi, dalle crisi in corso a vari livelli nell’alleanza, dal caso Kaswalder all’ennesima bocciatura in Aula del sindaco di Trento Andreatta.S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 18 giugno 2016
Sotto esame anche i compromessi in consiglio provinciale nei quali il Pd non ha brillato, come il sì alle lezioni facoltative anti-omofobia a scuola: «I principi sono per tutti — dice —. Non potrei pensare a un’educazione contro l’antisemitismo a scelta».
Il primo dei «travagli» del centrosinistra da cui prende spunto Nicoletti, ex segretario provinciale del Pd, è l’avvitarsi della questione Kaswalder. Il consigliere dopo il no subito per la vicepresidenza regionale non cessa l’azione di «oppositore» interno della maggioranza, da cui non esce. «Quando i partiti non fanno sintesi nella loro dimensione — afferma Nicoletti —, i problemi interni rimbalzano sul tavolo della coalizione, ostacolandone l’azione e indebolendola. È capitato anche ai democratici. Quanto a Kaswalder, ha piena libertà di espressione. Ma ora il chiarimento politico è necessario».
In risposta alle accuse del consigliere alle posizioni espresse dalla democratica Violetta Plotegher, Donata Borgonovo Re aveva parlato di una «questione femminile» nella politica provinciale. Nicoletti incalza. «La questione femminile è un tema che mi preoccupa. È drammaticamente tornata di attualità, vediamo i femminicidi nelle cronache e l’uccisione della deputata laburista Jo Cox. Bisogna elaborare meccanismi di difesa per una categoria che è più esposta». Riguardo al dibattito locale, il deputato prende in considerazione il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere alle elezioni provinciali che fatica a avanzare. «Possiamo distinguere nella discussione gli strumenti tecnici dai valori di fondo, che devono essere sostenuti senza dubbi. La doppia preferenza di genere, già nell’Italicum, ha effetti positivi».
Sempre sul piano dei diritti, il deputato non è stato entusiasta della mozione bipartisan sulle lezioni facoltative anti-omofobia che ha sbloccato la «Buona scuola» dall’ostruzionismo. «Se il principio è a non discriminare nessuna minoranza, a mio avviso dovrebbe valere per tutti». Il Pd quindi ha ceduto? «Io — risponde — penso che siano più protagonisti studenti, insegnanti e genitori che i politici. È a loro che compete questa sfida per l’inclusione». Passando al caso del capoluogo, Nicoletti non vede una debolezza dell’alleanza, quanto «una debolezza dei franchi tiratori». «Il voto segreto sulle scelte politiche andrebbe tolto modificando il regolamento d’Aula, è un imbroglio per i cittadini. È mancato il senso delle istituzioni».
Per ultimo c’è il tema più importante, il rinnovamento dell’alleanza che appare vittima dei personalismi e sembra aver perso lo slancio politico. «Il centrosinistra autonomista non deve cullarsi troppo sulla mancanza di avversari. Il Paese ha umori mutevoli e le incognite sono molte. Ci sono i 5 stelle, il centrodestra forte a Milano, la tenuta di Renzi. Poi i ballottaggi di domani, il voto sulla Brexit, il referendum costituzionale, la crisi economica. I fenomeni da considerare non mancano. A livello trentino vanno pensate politiche per le valli e recuperato il rapporto con la società. La sfida del centrosinistra è il rinnovamento, il non farsi percepire come una coalizione statica e del passato, ma che dà risposte ai cittadini».
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