Comune, intervengono gli esponenti provinciali Gilmozzi e Panizza: necessario confrontarsi a viso aperto. Una certa preoccupazione c’è: di fronte all’ennesima «crisi» della maggioranza comunale, i rappresentanti provinciali del centrosinistra autonomista fanno capire di non sentirsi del tutto tranquilli. E spingono per una verifica che, negli auspici di tutti, dovrebbe stemperare — almeno per un po’ — il clima teso respirato in questi giorni.M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 17 giugno 2016
«La città rappresenta un quarto della provincia: è evidente che i problemi di Palazzo Thun rischino di ripercuotersi in parte sulla coalizione di Piazza Dante» sintetizza il segretario provinciale del Pd Italo Gilmozzi, che da assessore della giunta Andreatta ha seguito l’intero passaggio da dentro il palazzo, vivendo in prima persona entrambe le debacle del primo cittadino sulla contestata delibera sul personale, bocciata a novembre e stoppata nuovamente martedì sera «grazie» al tiro mancino di quattro franchi tiratori.
«In questi giorni — premette Gilmozzi — la coordinatrice cittadina Elisabetta Bozzarelli sta seguendo bene la vicenda». Ma in una fase tanto delicata, il segretario provinciale pd ci tiene a ribadire la linea da seguire. «È evidente — dice Gilmozzi — che a questo punto risulta fondamentale un chiarimento delle forze politiche che compongono la maggioranza del capoluogo». Quindi, come già espresso da più parti (e dalla stessa coordinatrice cittadina dem), anche l’assessore attende la convocazione in tempi stretti di un vertice da parte del sindaco Andreatta.
«È necessario — avverte il segretario — fare il punto della situazione tutti insieme». A una condizione: «Tutti i partiti della coalizione devono sedersi al tavolo con la volontà di risolvere le incomprensioni. Bisogna far emergere tutte le criticità e impegnarsi per trovare una soluzione. Non si tratta di problemi irrisolvibili, ma alla base del confronto deve esserci un aspetto fondamentale: tutti i partiti devono dire se credono o meno in questo progetto». Solo dopo questa precisazione, è il monito del segretario dem, si potrà andare avanti. Tenendo conto di un altro punto chiave: «Ricordo alle forze politiche che i cittadini del capoluogo hanno votato questa coalizione non più di un anno fa. Chiedo rispetto per il voto dei cittadini: in questo senso, è necessario che i partiti si impegnino per valorizzare la maggioranza uscita vincitrice dalle urne». Anche perché la partita non è solo cittadina. O, almeno, i contraccolpi potrebbero essere ben più ampi: le difficoltà di una coalizione continuamente scossa da fibrillazioni nella città più importante del Trentino potrebbero condizionare anche l’immagine (non proprio granitica) della maggioranza di Piazza Dante. Proprio per questo, a osservare con attenzione le mosse di Andreatta sono tutti i segretari provinciali dei partiti di maggioranza. «Ho parlato anche con Tiziano Mellarini e Franco Panizza — dice Gilmozzi — e a livello provinciale c’è una comune volontà di trovare una soluzione». Superando, quindi, anche i problemi provocati da chi, in questi mesi, si è nascosto dietro al voto segreto per far mancare alle delibere della giunta il numero di consensi necessari per l’approvazione. «Il malcostume del voto segreto esiste» allarga le braccia il segretario pd. Che indica una modalità di intervento: «È importante che tutti i partiti risolvano questa questione al loro interno. Sia chiaro: i mal di pancia, in una coalizione, sono legittimi. Ma le critiche e i dubbi devono essere espressi alla luce del sole. Solo così il sindaco può tirare le somme».
E a richiamare le dichiarazioni del proprio segretario cittadino è anche Franco Panizza. «In questa vicenda — assicura il segretario provinciale del Patt — sono sulla stessa posizione di Roberto Stanchina. Così non si può andare avanti e serve una verifica della coalizione». Un incontro, mette in chiaro Panizza, durante il quale «fissare tutte le priorità da portare avanti». Senza tergiversare troppo: «Una volta deciso l’elenco dei temi sui quali concentrarci, tutti devono esserci». Compreso il primo cittadino: «Il sindaco — è la stoccata del segretario autonomista — non può continuare a far finta che il malessere non esista. Adesso è urgente intervenire. I congressi sono finiti e dobbiamo affrontare il problema». Il Patt, per parte sua, non si tirerà indietro: «Il nostro partito ha già fatto diverse proposte ed è pronto per il confronto. Adesso ci dobbiamo concentrare sulle cose da fare. Il sindaco deve coinvolgerci e ascoltarci di più. Ma anche essere più raccordato con la Provincia».
Intanto in via Belenzani si attendono sviluppi. Detta in altri termini: i partiti sono in attesa di capire quando Andreatta li convocherà per analizzare la bocciatura di martedì e per valutare come muoversi in futuro. Un passaggio non banale: sul tavolo, infatti, i temi caldi sono già dietro l’angolo. Se entro luglio l’aula dovrà valutare le linee programmatiche, lunedì i capigruppo dovranno decidere cosa fare della modifica dello statuto legato al referendum: se la delibera verrà portata in aula, serviranno 27 voti per l’approvazione. Con il rischio di trovarsi di nuovo in bilico.
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