«Partirà adesso una seconda fase del percorso che coinvolge i responsabili dei servizi sociali, il terzo settore, i sindacati, le Comunità di valle, l’azienda sanitaria». Luca Zeni, assessore provinciale alla salute, annuncia la fase due nell’elaborazione della riforma per l’assistenza agli anziani (Corriere del Trentino del 10 maggio).S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 17 giugno 2016
Dopo le perplessità manifestate dalle cooperative sociali riunite in Consolida, preoccupate per il cambio di assetto, l’esponente della giunta apre alla discussione. L’occasione è stata l’audizione davanti alla quarta commissione del Consiglio, nella quale è stato sentito anche il nuovo direttore dell’azienda sanitaria Paolo Bordon.
Zeni è intervenuto in commissione al termine del tour informativo in tutto il Trentino, durante il quale ha illustrato i contenuti preparatori della riforma a amministratori locali, operatori e vertici delle aziende pubbliche di servizi alla persona. Queste ultime sono al centro del ridisegno pensato dai consulenti dell’università Bocconi, a sua volta spiegato davanti al consiglio delle autonomie. La proposta prevede di incardinare tutti i servizi all’anziano presso i Pua, punti unici di accesso, che diventerebbero gli snodi del sistema. Gli sportelli sono ora quattro, ognuno in uno dei distretti dell’azienda sanitaria. La riforma comporterebbe il loro passaggio nelle Apsp, che sarebbero aggregate a livello di Comunità di valle, diventando così 14. Sempre ai Pua sarebbe affidato il budget relativo ai servizi di assistenza. È il punto critico, che agita il terzo settore. Le cooperative temono di finire a essere solo «erogatrici» di servizi commissionati da altri. L’annuncio del secondo tavolo da parte dell’assessore è quindi un invito alla concertazione. L’obiettivo di lungo periodo è rendere sostenibile, a fronte dell’invecchiamento della popolazione, l’assistenza oggi incardinata sui posti letto delle Rsa. La spesa attuale è di 158 milioni di risorse pubbliche, di cui 64 trasferiti alle famiglie, a cui si aggiungono i 68 milioni di risorse private.
«Mai in nessun momento il tavolo di lavoro ha avuto l’obiettivo di aumentare il potere delle Apsp» ha chiarito Zeni. Gli obiettivi sono «l’integrazione delle risorse e l’innovazione del servizio». Il «come» declinare la proposta, ha ribadito, è tuttora oggetto di confronto e di approfondimento. L’intento della riforma, ha concluso, è creare una regia unica che risolva la frammentazione attuale, secondo una direzione che parta dal presupposto che «qualunque modello adottato ha pro e contro e che i modelli sono sostenibili se i benefici superano le criticità».
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