In merito all'intervento odierno del consigliere Kaswalder in Consiglio Regionale, dopo che non ha ottenuto il ruolo di vicepresidente del consiglio a cui aspirava, il Gruppo del Partito Democratico ritiene di puntualizzare quanto segue. Con le affermazioni odierne il consigliere Kaswalder non è più "borderline" rispetto alla maggioranza di Centro Sinistra Autonomista, si pone infatti nettamente al di fuori.Trento, 15 giugno 2016
Lo ha fatto nel metodo e sui temi.
E' inqualificabile il trasportare in aula questioni personali, di gruppo o di partito, sono inaccettabili le affermazioni di merito fatte sui temi più disparati.
Apprezziamo pertanto che il gruppo del Patt ne abbia preso immediatamente le distanze, riducendole a posizioni personali.
Resta il fatto che se la maggioranza di Centro Sinistra Autonomista è per il consigliere Kaswalder, un giogo "devastante" sotto il Partito Democratico, scelga con un minimo di coerenza logica altre strade o case.
Sono inqualificabili gli attacchi al Partito Democratico ed ai suoi esponenti. Invece che annunciare mozioni di sfiducia verso l'assessora Plotegher, valuti, per coerenza con quanto detto, di dimettersi dalla presidenza della Prima Commissione Regionale, alla quale è stato eletto con i voti dell'intera maggioranza e quindi anche del fastidioso Partito Democratico.
Respingiamo al mittente la strampalata idea che la difesa dell'autonomia passi solo da se stesso o dal Patt: se c'è la clausola dell'intesa è per il peso del Pd nelle aule del parlamento italiano e per il lavoro complessivo del Centro Sinistra Autonomista, non per le curiose retoriche che ha usato in aula.
Il gruppo consiliare Partito Democratico
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Il Patt sull’orlo di una crisi di nervi. L’elezione di Lorenzo Ossanna alla vicepresidenza del consiglio regionale non è stata senza conseguenze, in un partito in panne da mesi. Walter Kaswalder, illustre escluso, non l’ha presa bene e in un lungo intervento ha attaccato duramente il Pd e il governatore Ugo Rossi. I democratici hanno abbandonato l’Aula e poco dopo è arrivata la presa di distanza degli autonomisti. Prima l’assessore Michele Dallapiccola, poi il presidente Ugo Rossi hanno bollato l’uscita di Kaswalder come uno sfogo personale.
Ieri in consiglio regionale avrebbe dovuto essere il grande giorno di Arno Kompatscher. Il presidente altoatesino — dopo la sconfitta nel referendum sull’ampliamento dell’aeroporto — si è consolato con la nomina a governatore regionale. La vicepresidenza — come previsto dalla staffetta decisa a inizio legislatura — è passata a Ugo Rossi che però ha ottenuto 38 voti contro i 39 di Kompatscher. Quello mancante potrebbe essere quello di Kaswalder. Ma l’ex sindaco di Vigolo Vattaro nega con decisione. «A differenza di Rossi io sono uno di parola. Faccio parte della maggioranza e quindi voto con la maggioranza» chiarisce Kaswalder che in aula ha usato toni durissimi nei confronti del Pd. «Dicono che io sono borderline — è uno dei passaggi — perchè mi sono astenuto sull’omofobia ma l’Svp che è in maggioranza ha approvato l’altro giorno un ordine del giorno di Urzì sulla famiglia naturale. Questo è lo spirito del Patt, io rispetto lo statuto. L’assessora (la democratica Violetta Plotegher, ndr) che vota contro la giunta andrebbe sfiduciata», attacca Kaswalder secondo cui andrebbe reciso «il cordone ombelicale con Roma che è devstante per il Trentino». Kaswalder ha preso di mira la politica di accoglienza del governo giustificando le misure prese dall’Austria al Brennero. «Che cosa farebbe lei — ha domandato a Kompatscher — se fosse austriaco?».
L’ex sindaco di Vigolo Vattaro è un fiume in piena. Se la prende «con i migranti che dovrebbero pagare il biglietto del traghetto», con i «troppi orsi» e con le «mafie che gestiscono i centri di accoglienza», contro Schelfi e Fracalossi «che hanno distrutto la cooperazione trentina». «Trasferirò i miei risparmi dalle rurali alle Raiffeisen, gli altoatesini sono più svegli». A sentire Kaswalder la giunta Rossi ha fallito su tutta la linea. «Hanno ragione Borga e Fugatti: la sicurezza è compromessa, fatevi un giro per Trento. Ridete e scherzate ma non vi rendete conto di quello che c’è fuori» aggiunge Kaswalder che comunque assicura il proprio voto alla maggioranza.
Una dichiarazione di lealtà che serve a poco. Il Pd ha già lasciato l’aula in segno di protesta e il capogruppo Alessio Manica chiede un segnale al Patt. Dopo la pausa tocca all’assessore Michele Dallapiccola prendere la parola per distanziarsi da Kaswalder. «Le sue critiche vanno ascoltate ma è una posizione personale. Il quadro che ha tracciato Kaswalder è diverso da quello che indicano le cifre in mio possesso». Il Pd apprezza ma chiede comunque la testa di Kaswalder: «Con queste dichiarazioni non è più borderline ma si è chiamato fuori dalla maggioranza. Se la maggioranza è sotto il giogo devastante del Pd, scelga altre strade. Invece di annunciare mozioni di sfiducia per Plotegher si dimetta dalla presidenza della prima commissione dove è stato eletto grazie ai voti del fastidioso Pd».
Il presidente della giunta Ugo Rossi fa buon viso a cattivo gioco ma invita Kaswalder a riflettere. «Ognuno è libero di avere le proprie idee e io le rispetto anche se non condivido nulla di ciò che ha detto. Un conto è avere proprie sensibilità, ma in questo caso Kaswalder ha espresso idee opposte al programma di governo provinciale. Se qualcuno non si sente dentro quel programma dovrebbe trarne le conseguenze in serenità».
Kaswalder furioso. Rossi: se ne vada, L. Patruno, "L'Adige", 16 giugno 2016
Un Walter Kaswalder furioso ha tenuto banco ieri mattina in consiglio regionale per quasi mezz'ora con un intervento da consigliere d'opposizione, con cui si è scatenato in un attacco diretto - in primis - nei confronti del governatore Ugo Rossi, ma poi anche dell'assessore autonomista Michele Dallapiccola, e di chi secondo lui è entrato nel Patt per opportunismo, perché è un partito in ascesa, «come chi sale sull'autobus».E poi è si è espresso con toni durissimi contro il Partito democratico, locale e nazionale, definendo «devastante per l'autonomia» il «cordone ombelicale» che lega il Patt al Pd e chiedendo infine anche la revoca delle deleghe all'assessora regionale al welfare, Violetta Plotegher (Pd), per la sua proposta di revisione del pacchetto famiglia e alcuni suoi voti in giunta (si era astenuta su Cda A22).I consiglieri del Partito democratico, vista la piega che prendeva l'intervento, sono usciti dall'aula mentre Kaswalder parlava, in segno di profondo disappunto.Il consigliere provinciale autonomista, d'altra parte, attribuisce proprio al Pd, oltre che al presidente della Provincia, Ugo Rossi, la responsabilità di aver boicottato la sua promessa elezione alla vicepresidenza del consiglio regionale. E ieri ha riversato in aula tutta la sua rabbia.Ha dato dell'incompetente al presidente Rossi citando i dati della Banca d'Italia sul Pil e il raffronto fra Trentino e Alto Adige che Kaswalder ha definito «impietoso».«Dopo due anni e mezzo in giunta regionale - ha detto il consigliere autonomista - spero che Rossi abbia imparato qualcosa dai colleghi dell'Alto Adige. Invece di pensare al gender e all'omofobia le priorità sono altre». Poi ha criticato le politiche turistiche (competenza di Dallapiccola): «Dal lago di Garda se noi oggi ricaviamo 10 l'Alto Adige avrebbe saputo ricavare 500. E in 40 anni non siamo neppure stati capaci di dotare il lago di una viabilità decente: stiamo ancora aspettando la Loppio-Busa». E si è lamentato anche per la presenza dell'orso.Gli strali contro la politica della maggioranza di centrosinistra autonomista sono proseguiti contestando le posizioni contro la chiusura del Brennero e di accoglienza dei profughi. «Dovremmo metterci nei panni degli austriaci» ha detto Kaswalder. E poi: «Si dovrebbero organizzare traghetti da Tripoli all'Italia facendo pagare il biglietto di mille euro ai profghi, così incasseremmo qualcosa, invece di mobilitare la marina per pattugliare il mare». Poi sul tema della sicurezza si è detto d'accordo con l'opposizione, in particolare Borga e Fugatti, e ha detto: «Trento è un disastro». Ha contestato l'Icef nei servizi sociali e infine la riforma costituzionale di Renzi sostenendo che per l'autonomia: «Era meglio la riforma del leghista Calderoli».Al termine dell'intevento ha comunque confermato: «Faccio parte di questa maggioranza». E a margine della seduta ha spiegato: «Ho parlato in perfezza sintonia con lo statuto del Patt. Non me ne vado né dal gruppo né dalla maggioranza. I dati che ho citato sono nella relazione della Banca d'Italia e il resto è quello che chiede la nostra gente».Ma sia il presidente Rossi che il segretario del Patt, Franco Panizza, la pensano diversamente e chiedono a Kaswalder di trarre le conseguenze delle sue parole e andarsene all'opposizione.Il presidente Ugo Rossi dopo aver sentito Kaswalder ha infatti dichiarato in termini altrettanto duri: «Ognuno è libero di avere le proprie idee e io le rispetto tutte anche se non condivido niente di ciò che ha detto. E comunque un conto è avere proprie sensibilità e un conto è avere idee completamente opposte, come in questo caso, al programma del governo provinciale e regionale e all'azione del governo provinciale e regionale. Se non si sente dentro quel programma credo - conclude Rossi - che dovrebbe trarne le conseguenze con serenità. Quindi spetta prima di tutto a lui fare una riflessione».Quasi identiche sono le parole del senatore Franco Panizza che precisa: «Su questo programma della coalizione il Patt ha chiesto ed ottenuto il voto degli elettori. Se Kaswalder non si sente dentro quel programma credo che dovrebbe trarne le conseguenze in serenità. Spetta a lui decidere».
Kaswalder, critiche a Rossi. Ma ora Patt e Pd lo «scaricano», "Trentino", 16 giugno 2016
Il caos nel Patt rischia di trasferirsi a tutta la maggioranza di centrosinistra. Le contraddizioni del partito autonomista sono esplose ieri mattina in Consiglio regionale a Bolzano con l’intervento di Walter Kaswalder durante il voto di fiducia al presidente della giunta regionale Arno Kompatscher, che raccoglieva il testimone a metà legislatura da Ugo Rossi. Kaswalder veniva dalla delusione di non essere stato eletto vicepresidente del Consiglio regionale e ha sparato a zero contro la sua maggioranza sui temi a lui cari come la contrarietà alla legge contro l’omofobia.
Subito, il Pd lo ha attaccato e il Patt ha preso platealmente le distanze lasciandolo solo. Kaswalder ha attaccato a testa bassa anche il presidente Rossi su immigrazione e omofobia: «Se lei abitasse in Austria, quale sarebbe la sua preoccupazione? Se io fossi uno Stato, andrei direttamente a Tripoli con delle navi, chiederei 1000-1500 euro e così avrei anche delle risorse. Ora invece si va con l’esercito a prenderli e c’è un costo enorme». Ha quindi parlato della gestione «mafiosa dei centri di accoglienza». «Mi sono chiesto - ha aggiunto parlando della questione del Brennero - perché nessuno di quelli che sono andati al Brennero a protestare ha fatto un metro in più oltre il confine. Perchè in Austria non scherzano. A Trento è un disastro. Quando è arrivata la proposta del pacchetto famiglia, mentre in Alto Adige è rimasto a cinque anni, a Trento si proponeva due anni. Non si può regalare tutto». Ha quindi criticato la politica portata avanti dall’assessora Violetta Plotegher come assessora regionale. «Come autonomisti dobbiamo fare qualche mea culpa: come partito autonomista dobbiamo tagliare il cordone ombelicale con Roma devastante per il Trentino». Nel suo lungo intervento ha posto l’accento sui problemi presenti in Trentino, criticando le scelte politiche in materia di accoglienza e welfare. «Nel momento in cui non ci sono risorse, nel momento in cui mancano i fondi, occorre vedere le priorità».
Il gruppo del Pd ha risposto ad alzo zero: «Kaswalder non è più "borderline" rispetto alla maggioranza di Centro Sinistra Autonomista, si pone infatti nettamente al di fuori. E' inqualificabile il trasportare in aula questioni personali, di gruppo o di partito, sono inaccettabili le affermazioni di merito fatte sui temi più disparati. Resta il fatto che se la maggioranza di Centro Sinistra Autonomista è per il consigliere Kaswalder, un giogo "devastante" sotto il Partito Democratico, scelga con un minimo di coerenza logica altre strade o case. Sono inqualificabili gli attacchi al Partito Democratico ed ai suoi esponenti». Per la cronaca, Kompatscher ha preso la maggioranza, e anche Rossi sia pure per pochi voti, e ha così parlato del suo mandato: «Il compito più importante della Regione sarà quello di continuare a tutelare e rafforzare la nostra autonomia. Da questo punto di vista, gli ottimi risultati raggiunti nei rapporti con Roma sia tramite il patto di garanzia per i rapporti finanziari, sia tramite la clausola di salvaguardia in tema di riforma della Costituzione, rappresentano dei notevoli passi in avanti nella giusta direzione».
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