«La verifica di maggioranza? Arrivati a metà legislatura credo che l’assemblea abbia il diritto e il dovere di chiedere ai suoi rappresentanti di fare il punto». All’indomani della sua elezione a presidente del Partito democratico del Trentino, Donata Borgonovo Re mette sul tavolo uno dei temi principali che potrebbero scandire l’attività dell’assemblea del partito pur sottolineando, e ribadendo più volte, che «il ruolo politico spetta al segretario».
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 11 giugno 2016
Presidente, come valuta le critiche sul metodo seguito per la sua candidatura?
«Capisco che Elisabetta Bozzarelli e il gruppo della sua mozione avrebbero preferito che il segretario dialogasse con loro, ma il tandem segretario-presidente è molto delicato e questa volta volevamo essere certi che ci fosse la giusta coesione interna. Abbiamo detto con chiarezza che inizia un nuovo percorso, nel quale ci sarà spazio per tutti».
Quali sono i temi su cui ora il Pd deve concentrarsi?
«Il primo fronte è interno: dopo conflittualità, lacerazioni e qualche perdita, dobbiamo ricostruire una relazione di fiducia sulle competenze che ciascuno di noi può mettere in campo e riallacciare le relazioni fra organi centrali e territorio. Il secondo fronte è la costruzione dell’agenda 2020, elaborando le politiche che il partito vuole mettere a disposizione della comunità, sapendo però che la prima grande scadenza è il 2018 e il Pd deve arrivarci con un proprio progetto. C’è un grande lavoro da fare, ma abbiamo due anni di tempo e io sento il gusto di lavorare insieme».
Come presidente dell’assemblea potrà dettare l’ordine del giorno. Crede che la verifica di maggioranza possa essere uno dei temi da affrontare?
«Può esserlo. Spetta al segretario chiedere la verifica di maggioranza, però arrivati a metà legislatura credo che l’assemblea di un partito abbia il diritto e il dovere di chiedere ai propri rappresentanti di fare il punto rispetto a ciò che è stato fatto e a ciò che si intende fare. E qui i nodi potrebbero venire al pettine, ossia potremmo dover affrontare i temi rimasti in sospeso, come appunto la verifica di maggioranza».
Come pensa di interpretare il ruolo che le è stato affidato?
«So che si tratta di un ruolo di rappresentanza che, seppur bello ed entusiasmante, potrebbe essere una gabbia. Sento questa responsabilità, so di non essere più solo una consigliera e di rappresentare il partito, anche se il ruolo politico spetta al segretario. Non ho mai esagerato nella conflittualità. Certo, ho assunto posizioni differenti, ma sempre motivandole. Farò molta attenzione a quello che dirò e a come mi comporterò, ma non ho grandi preoccupazioni».
Si sente appoggiata dal partito nell’affrontare le trattative con il governatore?
«Le trattative le fa il segretario politico. Voglio ribadire che il presidente deve essere garante per l’assemblea, essere di impulso per i lavori di costruzione degli indirizzi politici che poi però vengono messi a disposizione del segretario».
E cosa pensa del candidato per il 2018?
«Sarà il frutto di questi due anni di lavoro. Se usiamo bene il tempo per costruire una proposta politica ed elaborare un pensiero, allora poi potremo discutere su quale candidato o candidata meglio lo possa interpretare».
C’è chi la ritiene la «regista ombra» del partito. Immagina di poter mettersi in corsa per affrontare Rossi alle primarie o aspirare a una promozione in Parlamento?
«L’idea della regista è molto carina ma non corrisponde alle caratteristiche del Pd né alle mie. Quello che sentivo di dire l’ho sempre detto apertamente, quindi non mi sento proprio per niente la “regista ombra”. Anzi, ho vissuto questi tre anni e mezzo nel Pd con un’alternanza anche molto dolorosa di qualità delle relazioni che ho visto cambiare: erano iniziate con ostilità ma poi mi sono conquistata sul campo la credibilità. Non per calcolo, però, e non ho idea di cosa farò nel 2018. Il mio pensiero degli ultimi mesi era di chiudere con dignità questa legislatura perché lo devo a quei 10.453 elettori che si sono fidati di me. Sono stati anni pirotecnici e non so cosa ci sarà in futuro».