Olivi: «Due giugno, festa di popolo non di apparati»

OLIVI: "Il 2 giugno è e deve continuare ad essere una festa di popolo, non di élite, perché è il popolo italiano che ha voluto la Repubblica e costruito la nostra democrazia, gli uomini e soprattutto le donne italiane, che per la prima volta erano chiamate al voto, e che sapevano quanti sacrifici e quanto dolore si devono sopportare per ottenere un futuro migliore, per sé e per i propri figli."
La Voce del Trentino, 2 giugno 2016

"Ma attenzione: per poter dire che abbiamo dato piena realizzazione alla nostra Costituzione, ed in particolare all'articolo 1, dobbiamo lottare più efficacemente contro le disuguaglianze e per uno sviluppo che garantisca un lavoro giusto e sicuro, soprattutto ai giovani". Questo in sintesi il messaggio lanciato stamani dal vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, in occasione delle cerimonie per i 70 anni della Repubblica Italiana, tenutesi in piazza Duomo

Le cerimonie per la festa della Repubblica sono iniziate poco dopo le 10 con l'arrivo delle autorità e dei diversi corpi combattentistici, con la sfilata del gonfalone di Trento e l'alzabandiera sulla torre civica, a cui è seguita la lettura del messaggio del presidente della Repubblica ai prefetti.

Quindi il discorso del sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che ha rivolto un particolare saluto al nuovo commissario del Governo Pasquale Gioffrè. Andreatta ha parlato del 2 giugno come di una "festa non scontata" ricordando fra l'altro che, fra le  21 donne che sedettero ai banchi della Costituente, vi era anche una trentina, Elisabetta Conci.

Quindi, a nome della Provincia autonoma di Trento, il vicepresidente Olivi: "Non possiamo dire ancora che la Costituzione sia stata pienamente realizzata, anche se rimane naturalmente un documento fondamentale per la nostra democrazia - ha detto -  In particolare mi pare che l'articolo sia lasciato un po' 'solo'. Ciò si riflette nella sfiducia dei cittadini, anche dei giovani, nei confronti dell'appartenenza alla nazione. Significa che le disuguaglianze non sono state contrastate fino in fondo, e che non si è fatto abbastanza per il lavoro. Perciò ho trovato preziose le parole del presidente Mattarella nel suo messaggio. Perché ha parlato di sviluppo di qualità, di una pubblica amministrazione che crea occupazione, della necessità di costruire reti di sicurezza sociale. Noi qui in Trentino stiamo cercando di fare il massimo. Abbiamo sempre mostrato lealtà al paese quando ce lo ha chiesto, anche facendo sacrifici importanti per il risanamento delle finanze pubbliche e per entrare in Europa. Tutto questo, continuando a perseguire il valore della coesione sociale. Noi trentini, come tuMte le genti di montagna, siamo abituati a a camminare in salita. Non ci risparmiamo e non ci tiriamo indietro. ma sappiamo che le grandi conquiste si ottengono con uno sforzo collettivo, impegnandosi, uomini e donne, tutti assieme".