Riforme, la prima battaglia. Il neosegretario del Pd: «Lancia in resta per spiegare sui territori il referendum». Segretario Gilmozzi, con queste primarie il Pd trentino può contare finalmente su una chiara maggioranza. Come utilizzerà questa investitura? Quale sarà il primo impegno della sua segreteria? Nei prossimi giorni dovrò iniziare a pensare all'organigramma del partito, a cominciare dal presidente dell'assemblea. Non ci ho pensato prima perché mi sembrava giusto fare un passo alla volta.
L. Patruno, "L'Adige", 31 maggio 2016
Potrebbe dare la presidenza alla minoranza, come segno distensivo?
È un discorso tutto da valutare insieme a chi mi ha sostenuto. Avremo un incontro a breve. Poi dipende dall'atteggiamento che avrà la minoranza. Io intendo coinvolgere chiunque abbia voglia di lavorare, ci sono tanti incarichi da ricoprire.
Sul piano più strettamente politico, invece, su cosa si sente impegnato a breve?
Per prima cosa partiremo lancia in resta con il sostegno alla riforma costituzionale. Io penso a un partito che va in giro in tutto il Trentino, nei paesi, per spiegare i motivi della validità della riforma e quindi del sì al referendum di ottobre. Penso che potrà essere un primo momento importante per il Pd per riavvicinarsi ai territori. Quindi è un'occasione che potrà avere un doppio scopo.
Il Pd forse dovrebbe pensare anche a riavvicinarsi alla città, in particolare Trento, dove si è assistito a una forte emorragia di votanti alle primarie, nonostante i due candidati fossero uno assessore e l'altra consigliera comunale e coordinatrice cittadina del partito. Come se lo spiega?
È evidente che a Trento non siamo stati capaci di colloquiare con la città. La lista dei giovani che mi sosteneva ha fatto un gran lavoro e ottenuto un ottimo risultato, quella dei cosiddetti big non si poteva immaginare che andassero in giro a chiedere voti. La loro presenza era un segnale politico sul senso di questa candidatura per rilanciare il partito.
Ma la cifra principale della sua segreteria è solo la ritrovata unità delle varie componenti del partito? Un «ci ricompattiamo»? Ma intorno a cosa?
Non è solo quello. Io penso che questo risultato si spiega anche per la fiducia nei miei confronti. Il mio risultato si deve meno a un voto di opinione e più a un voto per la persona.
Gli assessori e consiglieri provinciali si sono fatti vivi con lei dopo l'elezione?
Certo. Olivi è stato il primo a complimentarsi. E sabato sera mi aveva mandato un messaggio dicendomi: «Vada come vada sono contento di averti sostenuto». Tutti mi hanno chiamato anche Luca Zeni mi ha chiamato.
Adesso si porrà il problema del capogruppo Alessio Manica, che aveva sostenuto Bozzarelli e si trova ora in minoranza? Qualcuno chiederà le sue dimissioni?
Premesso che il capogruppo lo sceglie il gruppo consiliare, penso che non sarebbe un bel messaggio che il primo atto della nuova segreteria fosse quello di far fuori il capogruppo. Io sono contrario e non lo ritengo opportuno.
Invece c'è già chi è pronto a chiedere a lei di lasciare la giunta comunale ora che deve fare il segretario. Cosa risponde?
Nel Pd c'è stato come segretario il sindaco di Trento, Pacher, il deputato Nicoletti e poi l'assessore comunale Giulia Robol. Lo dico per chi ipotizzasse richieste di mie dimissioni dalla giunta. Non c'è incompatibilità. E Patt e Upt dovrebbero guardare a casa loro.
In assemblea 39 a 25 per il segretario >Dei 64 nuovi membri dell'assemblea provinciale sono 39 quelli eletti nelle liste di Gilmozzi e 25 quelli che invece stavano con Bozzarelli.
Con ITALO GILMOZZI nel collegio di Trento gli eletti sono: Alessandro Olivi, Donata Borgonovo Re, Andrea Robol, sara Ferrari, Mattia Civico, Lucia Maestri, Andrea La Malfa (lista big), Kristofor Ceko, Silvia Franceschini, Luca Filosi, Elena Mendini (lista giovani). Nel collegio di Rovereto : Elisa Filippi, Fabrizio Gerola, Elisabetta Comper, Giuliano Muzio, Fedele Ferrari, Stefano Barozzi. Nel collegio dell' Alto Garda : Adalberto Mosaner, Sonia Tambuurini, Dennis Gavatta, Francesca Lenzi. Nel collegio delle Giudicarie : Giulia Pouli, Luigi Olivieri, Anna Pironi, Giancarlo Gallerani, Francesca Rodigari. Nel collegio delle Valli del Noce : Clelia Sandri, Sergio Barbacovi, Cristina Casagrande, Ennio Pangrazzi, Cecilia Meggio e Luciano Bresadola. Nel collegio di Pergine : Giacomo Pasquazzo, Marina Taffara, Luca Zeni, Laura Fraizingher, Giacobbe Zortea, Anna Facchini. Inoltre in rappresentanza delle minoranze linguistiche Davide Nicolussi Moz.
Tra i sostenitori di ELISABETTA BOZZARELLI eletti nel collegio di Trento : Tommaso Iori, Cristina Frassoni, Paolo Bisesti, Chiara Serbini, Alessandro Giovannini, Filomena Chilà, Melchiore Redolfi. Nel collegio di Rovereto : Alessio Manica, Arianna Miorandi, Nicola Simoncelli, Patrizia Caproni, Dante Dossi, Rachele Lorandi. Nel collegio dell' Alto Garda : Silvia Betta e Alessandro Fedrigotti. Nel collegio delle Valli del Noce : Luca Paolazzi, Carmen Noldin e Rudi Chistè. Nel collegio di Pergine : Elisabetta Wolf, Egon Angeli, Vera Rossi, Franco Giacobbe, Anita Briani e Sergio Frassinelli.
"PD, spazio a chi ha voglia di lavorare", C. Bert, "Trentino", 31 maggio 2016
Ora Italo Gilmozzi dovrà gestire tre lavori: direttore dell’Associazione allevatori razza rendena, assessore comunale part-time ai lavori pubblici e mobilità, e da ieri anche segretario del Pd, eletto con 2741 voti (il 61%) alle primarie di domenica, contro i 1724 andati alla sua sfidante Elisabetta Bozzarelli.
Gilmozzi, come farà a fare tutto? Ho sempre lavorato tantissimo. Il sindaco Andreatta, che già si era espresso a suo tempo contro i doppi incarichi, non sarà contento... Non mi sarei mai candidato se non ci fosse stata la condivisione del mio sindaco.
Il quasi 40% della sua sfidante è stato un risultato che si aspettava? Quando sentivo parlare di maggioranze bulgare non ci ho mai creduto perché la sfida era tra una ragazza giovane e un assessore vecchio. Sapevo che la presenza nelle mie liste di tanti big provinciali poteva non essere capita ma io l’ho considerata una scelta di coerenza, un’assunzione di responsabilità che rivendico.
Primo giorno da segretario Pd. Cos’ha fatto? Ci tengo a dire che il mio primo atto da segretario è stato partecipare al funerale di Corrado Pontalti, il partigiano “Prua”, un modo per ribadire che il Pd si riconosce nei valori della Resistenza e anche un modo per esprimere solidarietà al presidente dell’Anpi Sandro Schmid, che ha difeso la libertà di esprimersi dei partigiani sulla riforma costituzionale.
Che segreteria sarà quella di Italo Gilmozzi? Sto vagliando milioni di soluzioni alternative. Quello che ho in mente è di attivare in tempi brevissimi 6-8 commissioni che lavorino intensamente sui temi e sul territorio. Come abbiamo fatto con la scuola, faremo con i circoli, gli enti locali, la mobilità. E poi ci saranno incarichi per i rapporti con Roma e i rapporti con la coalizione.
Ci saranno anche incarichi per gli assessori e i consiglieri provinciali? Ci sarà spazio per tutti quelli che vogliono lavorare. Cerco gente che abbia voglia di lavorare come me e non persone che cercano un ruolo.
Come saranno i rapporti con la minoranza in assemblea? Fatico a parlare di maggioranza e minoranza, facciamo tutti parte dello stesso partito e non ho mai considerato Elisabetta una mia avversaria, abbiamo solo fatto due percorsi diversi. Io ho sempre dato e confermo la massima disponibilità a lavorare con tutti, sono chiuso solo a chi passa il tempo a criticare gli altri.
A chi si riferisce? Ho letto qualche commento e qualche tweet sul flop dei big e sulle truppe cammellate in val Rendena che non mi sono piaciuti. Faccio notare che a Trento, nonostante il Big Flop di cui parla qualcuno, abbiamo preso il 63%. Non negherà che alcuni big hanno fatto la differenza: a Pinzolo (terra di Gigi Olivieri, ndr) è finita 329 a 7, a Pellizzano (terra di Michele Bontempelli, ndr)167 a 9. Ho sentito parlare di truppe cammellate in val di Sole. Invito a venire a vedere, perché lì c’è una trentina di persone che si ritrovano a discutere di politica, lo fanno sul serio. E comunque non è che in val di Sole e in Rendena sono truppe cammellate e invece in val di Cembra o ad Aldeno diventano stormi di cigni con le ali dorate.È chiaro che ci sono dei riferimenti sul territorio, vale per tutti.
Il primo impegno per il Pd trentino sarà la mobilitazione per il sì al referendum costituzionale? Sì. Proporrò un corso di formazione per spiegare la riforma e le ragioni del sì e poi andremo sul territorio, ovunque, anche a Giustino dove magari ci saranno tre persone. Sarà la prima occasione di riavvicinare il Pd ai territori. E chi non condivide la riforma? Non li cacceremo. Spero che prima di dire no si sforzino di capire le ragioni del sì. E mi auguro che non ci siano esponenti autorevoli del Pd che fanno campagna per il no.
«Maggioranza coesa o lascio», T. Scrapetta, "Corriere del Trentino", 31 maggio 2016
TRENTO Se c’era qualcuno che, prima di domenica, non si aspettava un risultato bulgaro, era Italo Gilmozzi. A chi glielo chiedeva, diceva di non essere nemmeno matematicamente certo della vittoria. Per questo, all’indomani di un voto che non ha premiato la classe dirigente del Pd (Gilmozzi ha vinto con il 61%), il più sereno è proprio il neo-segretario, che esclude «rese dei conti» ed evita accuratamente di usare la parola «minoranza» riferita alla mozione Bozzarelli. Un messaggio secco lo manda, ma ai suoi: «Se mi rendessi conto di non avere più la maggioranza, non aspetterei certo mozioni di sfiducia, me ne andrei subito. La stessa cosa se dovessimo rimanere fermi a fare nulla». Parla al telefono, Gilmozzi, di ritorno dal funerale del partigiano Prua. «Il mio primo atto da segretario del Pd».
Segretario, l’affluenza è stata maggiore delle previsioni più fosche, ma pur sempre la più bassa di sempre.
«Pensavamo peggio, è vero, ma non c’è di che essere entusiasti. Mi pare evidente che il Pd paga le brutte figure fatte negli ultimi anni. Speriamo di poter recuperare in futuro un miglior rapporto di fiducia».
Il 61% la soddisfa?
«Io sono contento del risultato. Non ho mai pensato ad esiti schiaccianti. La voglia di novità e di volti giovani è sempre forte. Sapevo che Elisabetta avrebbe fatto un buon risultato».
Il confronto, però, non era solo tra i due candidati segretario. Lei aveva alle spalle un tale numero di «big» che, sulla carta, avrebbero dovuto spostare migliaia di voti.
«Sapevo che non sarebbe andata così. Ho fortemente voluto che facessero parte delle liste per l’assemblea, perché volevo rafforzare l’idea di un cambio netto rispetto al passato, quando sull’unità prevaleva la contrapposizione. Purtroppo, però, questa intesa è stata anche letta come un accordo di potere. Personalmente, sono contento di avere vinto a Trento. La lista dei giovani si è data molto da fare e ha fatto un attimo risultato».
Per la prima volta dai tempi di Pacher, il Pd ha un segretario di maggioranza. Il 61% non è poco, ma è anche espressione della somma di correnti un tempo contrapposte. La maggioranza terrà?
«Non sono il mago Otelma, non faccio previsioni su cose che non dipendono da me. Se ho accettato di candidarmi è perché penso sia possibile. Una cosa, però, la posso prevedere da subito, visto che dipende da me: non attenderò mozioni di sfiducia. Dovessi rendermi conto di non avere più la maggioranza, non cercherò maggioranze assembleari, me ne andrò subito».
La coalizione che l’ha sostenuta si è riunita intorno al suo nome, rimandando a dopo il congresso le scelte sui temi.
«Certo. Nominati gli organismi, e l’anticipo dicendo che non ho ancora pensato ai nomi, la prima cosa sarà impegnarci sulla riforma istituzionale. Non riunioni riservate ai circoli, ma ai territori. Dobbiamo spiegare e ascoltare, dobbiamo stare tra la gente. Lo stesso va fatto su mobilità, sanità e via dicendo. Non credo nei gruppi di lavoro che si riuniscono una volta al mese nel chiuso del partito. Intorno a me voglio gente che lavora, che sta volentieri sul territorio e tra la gente. Terrò presente anche le indicazioni degli elettori».
Che rapporto imposterà con la minoranza?
«Non mi piace parlare di minoranza. Sono davvero tanti i punti in comune. Sono certo che lavoreremo bene insieme. Farò fatica solo con chi perder tempo a discutere se i voti in Rendena o Pellizzano sono stati troppi».
Sono stati troppi?
«Se in certi territori il Pd ha una comunità attiva e questa si esprime, non mi pare un problema».
lei parla di lavorare insieme, ma tra i suoi c’è già chi chiede la testa di Manica, che ha sostenuto Bozzarelli.
«Il capogruppo lo decide il gruppo, ma l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è far fuori le persone. Mi sono candidato per rinsaldare questo partito, non per scavare fossati».